Busta paga, dal 2025 becchi 830€ in più netti: grande regalo della Meloni
Il Governo Meloni ha deciso di aumentare gli stipendi. Molte persone si ritroveranno più di 800 euro sul conto.
Negli ultimi anni, molti lavoratori hanno visto un incremento nella propria busta paga, che si è concretizzato in bonus, agevolazioni fiscali o aumenti salariali diretti.
Questi aumenti, talvolta temporanei e legati a politiche governative, sono stati pensati per stimolare il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto in periodi di incertezze economiche.
Un esempio significativo è il “bonus Renzi” che ha incrementato il reddito netto per i lavoratori a basso e medio reddito.
Oltre agli incrementi diretti, gli aumenti in busta paga possono avere impatti anche sotto il profilo fiscale. In alcuni casi, i bonus e gli aumenti salariali vengono tassati, riducendo l’effettivo guadagno percepito dal lavoratore.
Modifiche sulla retribuzione
La Legge di Bilancio 2025 introduce significativi interventi sui redditi dei lavoratori dipendenti, in particolare per circa 1,3 milioni di persone con redditi compresi tra 35.000 e 40.000 euro. A partire dal 1° gennaio, i lavoratori di questa fascia vedranno aumenti in busta paga che spaziano da 38 a 83 euro al mese, con un incremento annuale che varierà dai 460 ai 1.000 euro a seconda del reddito.
Oltre agli aumenti diretti, la manovra prevede anche l’introduzione di un bonus fiscale strutturale, destinato a diventare una detrazione d’imposta. Per i redditi tra i 20.000 e i 32.000 euro, il bonus assumerà la forma di una detrazione di 1.000 euro, con importi che decrescono progressivamente per i redditi più alti. Questa riforma ha lo scopo di rendere il sistema fiscale più progressivo, offrendo un sollievo ai lavoratori con redditi medio-bassi, ma anche riducendo gradualmente il beneficio per chi guadagna di più.
Le detrazioni fiscali
Un altro aspetto cruciale della Legge di Bilancio riguarda l’introduzione del quoziente familiare, che modifica le modalità di calcolo delle detrazioni fiscali. Il sistema si basa sull’aggregazione dei redditi familiari, con un meccanismo che determina i limiti delle detrazioni in base al numero di figli a carico. Per le famiglie con almeno tre figli o con figli disabili, il tetto massimo delle detrazioni fiscali sarà fissato a 14.000 euro, con un ridotto tetto di 8.000 euro per famiglie con redditi superiori ai 100.000 euro.
Il quoziente familiare, però, ha sollevato alcune preoccupazioni, poiché penalizza i single e le coppie senza figli, che potrebbero trovarsi esclusi dalle detrazioni fiscali che un tempo erano disponibili. Inoltre, il sistema potrebbe influenzare negativamente le decisioni lavorative all’interno delle famiglie, in particolare per il coniuge con un reddito più basso, che vedrebbe il suo reddito tassato insieme a quello del partner.