Squalo bianco, questo esemplare è stato trovato proprio in Italia: fa paura solo a guardarlo
Questo affascinantissimo squalo è stato di recente avvistato nei nostri mari. Il suo particolare aspetto potrebbe “spaventare”.
I pesci abissali vivono nelle profondità degli oceani, dove la luce solare non arriva, a profondità superiori ai 200 metri.
Questi ambienti estremi sono caratterizzati da freddo intenso, pressione elevata e scarsità di cibo. Di conseguenza, questi organismi hanno sviluppato adattamenti unici per sopravvivere.
Per compensare l’assenza di luce, molte specie presentano fotofori, organi che emettono luce attraverso la bioluminescenza.
Questo fenomeno è utilizzato per attrarre prede, comunicare con i simili o confondere i predatori. Alcuni pesci, come il diavolo nero, sfruttano un’esca luminosa per attirare le vittime direttamente nella bocca.
Le loro membrane cellulari e proteine permettono a questi animali di vivere in ambienti estremi. Presentano una miriade di adattamenti tali da permettere di vivere in ambienti distanti da quelli che conosciamo.
Un particolare squalo “bianco”
Un raro esemplare di Oxynotus centrina, comunemente noto come “pesce porco” in Italia, è stato scoperto nel Canale d’Otranto, tra Italia e Albania. Questa specie, classificata come a rischio di estinzione, è oggetto di particolare interesse per i biologi marini a causa delle sue peculiarità morfologiche e genetiche. L’esemplare catturato presentava leucismo, una condizione genetica rara che causa una pigmentazione parziale, rendendolo più chiaro rispetto ai suoi simili. È il primo caso documentato di leucismo in questa specie.
La cattura è avvenuta accidentalmente in una rete commerciale al largo della costa albanese, vicino all’isola di Saseno, a una profondità di circa 200 metri. L’animale, benché sopravvissuto inizialmente, è morto 12 ore dopo il recupero. La sua pelle bianca con chiazze grigie rappresenta un’eccezione rispetto alla tipica colorazione scura di questa specie. L’osservazione ha offerto un’opportunità unica per studiare un fenomeno poco documentato negli squali di profondità.
Le implicazioni della scoperta
Questo pesce appartiene alla famiglia Oxynotidae, una categoria di squali poco studiata che abita le profondità del Mediterraneo e dell’Atlantico. Questa specie è nota per il corpo tozzo e robusto, il muso schiacciato e la pelle ruvida. Tuttavia, è classificata come “in pericolo” nella Lista Rossa dell’IUCN a causa di minacce antropogeniche. Tra queste, la pesca intensiva e il bycatch (catture accidentali) sono i fattori principali, aggravati da pratiche come lo shark finning, che contribuiscono ulteriormente al declino delle popolazioni di squali.
Lo studio, condotto dal centro Sharklab ADRIA e pubblicato sul Journal of Fish Biology, sottolinea l’importanza di preservare la biodiversità marina. In un contesto in cui le attività umane mettono a rischio gli ecosistemi profondi, questa scoperta rafforza l’urgenza di azioni mirate alla tutela delle specie minacciate e dei loro habitat.