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Cartelle esattoriali, in arrivo la rivoluzione: non ti arrivano più a casa e devi controllare qui | Sono valide lo stesso

Due portadocumenti (Pixabay)

Due portadocumenti (Pixabay FOTO) - www.energycue.it

Sta arrivando una rivoluzione che stravolgerà tutti e tutto. Le cartelle esattoriali non arriveranno più a casa.

Le cartelle esattoriali sono strumenti ufficiali utilizzati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per recuperare somme dovute dai contribuenti, relative a tasse, imposte o sanzioni non pagate.

Si tratta di documenti che notificano l’importo da saldare, incluse eventuali sanzioni e interessi, e rappresentano l’inizio formale della procedura di riscossione.

Il contribuente, una volta ricevuta la cartella, ha diverse opzioni: pagare entro 60 giorni, contestarla attraverso ricorsi legali se ritiene che vi siano errori, o richiedere una rateizzazione.

La mancata azione entro i termini può portare a misure di recupero coattivo, come il pignoramento dei beni o il blocco di conti correnti.

Una scelta rivoluzionaria

La notifica di una cartella esattoriale tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) è ormai una prassi consolidata, ma la sua validità è stata oggetto di discussione in merito ai requisiti formali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2682 del 14 ottobre 2024, ha chiarito che una notifica inviata tramite PEC è pienamente valida, anche se l’indirizzo utilizzato non risulta nei pubblici registri, come quello delle amministrazioni pubbliche. L’importante è che il destinatario possa identificare con certezza l’ente incaricato della riscossione, così da poter difendersi adeguatamente.

Questo principio si basa sul presupposto che la notifica via PEC, pur non utilizzando un indirizzo ufficialmente registrato, deve comunque consentire al destinatario di riconoscere l’emittente in modo chiaro e inequivocabile. La Corte ha ribadito che la notifica non deve essere nulla, ma deve offrire la possibilità di identificare l’ente in modo da garantire il diritto di difesa del destinatario. In sostanza, l’elemento cruciale non è tanto la provenienza dell’indirizzo PEC dai registri ufficiali, quanto la trasparenza e la rintracciabilità della comunicazione.

Una pila di documenti (Pixabay)
Una pila di documenti (Pixabay FOTO) – www.energycue.it

Cosa accadrà adesso

Per garantire che una notifica PEC sia valida, è necessario rispettare alcune specifiche condizioni. La Legge 53/1994 stabilisce che le notifiche provenienti dalla pubblica amministrazione siano valide se avvengono attraverso un indirizzo di PEC riconoscibile dal destinatario. Non è necessario che l’indirizzo PEC sia pubblicato nei registri pubblici, come previsto per le comunicazioni legali tra avvocati, ma deve comunque permettere al destinatario di comprendere senza dubbio chi sia l’emittente.

Inoltre, la notifica PEC deve contenere alcune informazioni precise per essere ritenuta valida. Tra questi, l’oggetto deve riportare la dicitura “notificazione ai sensi della legge n. 53 del 1994”, e deve essere accompagnata da una relazione di notificazione firmata digitalmente, che includa dettagli come il nome dell’avvocato notificante e l’indirizzo PEC del destinatario. La Corte di Cassazione ha ulteriormente chiarito che, se questi requisiti sono rispettati, la notifica sarà considerata valida a tutti gli effetti legali, anche quando l’indirizzo non sia ufficialmente registrato nei pubblici elenchi.