I fenomeni estremi in Italia e in Europa stanno aumentando in frequenza, causando gravi danni e impatti significativi su persone e territori.
Alluvioni, tornado, nubifragi, ondate di calore e valanghe stanno stravolgendo la vita di milioni di persone in Europa, causando sofferenze e distruggendo comunità e infrastrutture. Quello che una volta sembrava un evento eccezionale ora si ripete con una frequenza allarmante. In Italia, ad esempio, le inondazioni sono ormai una tragica consuetudine, mentre in Francia le grandinate eccezionali colpiscono senza sosta e la Spagna deve affrontare temperature sempre più roventi. Non si tratta solo di episodi sfortunati di maltempo, ma del segnale di una crisi profonda alimentata dalle nostre azioni.
Negli ultimi anni, molte città italiane sono diventate l’emblema di questa vulnerabilità crescente. A Faenza, per esempio, gli abitanti hanno dovuto affrontare inondazioni devastanti, spalando fango dalle proprie case più volte, con un misto di stanchezza e disperazione. I dati dell’Associazione Nazionale Bonifiche Italiane (ANBI) parlano chiaro: l’Italia ha registrato in un solo anno oltre 200 tornado e 1.000 nubifragi. Dietro queste cifre ci sono vite spezzate e comunità in ginocchio. Dal 2003 al 2020, l’ENEA ha documentato 378 vittime causate da eventi estremi nel nostro Paese. Una situazione che ci spinge a chiederci cosa stia davvero accadendo.
Quando parliamo di “eventi meteorologici estremi“, non ci riferiamo solo a piogge intense o temporali isolati. Parliamo di disastri veri e propri: alluvioni, nubifragi, valanghe, siccità e incendi. Questo termine è entrato nel linguaggio scientifico per descrivere fenomeni che, dagli anni ’50, hanno iniziato a diventare sempre più frequenti e intensi, spesso per effetto delle attività umane. Nel 2023, solo Legambiente ha riportato 31 vittime legate a eventi di questa gravità, mentre l’ISPRA ha segnalato quasi 400 episodi estremi in Italia.
Alcune aree soffrono più di altre. L’Italia, ad esempio, è il Paese europeo più esposto al rischio di alluvioni, con quasi due milioni e mezzo di persone che vivono in zone particolarmente vulnerabili, secondo l’ISPRA. La Francia, dal canto suo, deve fare i conti con più di 1.500 grandinate ogni anno, con danni economici enormi. La Spagna, invece, sta vedendo aumentare sempre più la durata delle ondate di calore, con temperature che infrangono record stagionali e mettono a dura prova la salute delle persone. Le conseguenze per chi vive in queste realtà sono pesanti. I cambiamenti climatici sono il motore di questa crisi e il loro impatto si fa sentire ogni giorno, cambiando la vita di milioni di cittadini europei.
Il cambiamento climatico globale è una delle cause per cui eventi estremi stanno influenzando la nostra quotidianità. Ogni giorno usiamo principalmente energia derivante da combustibili fossili come gas naturale petrolio carbone Questo genera una considerevole quantità di emissioni di effetto serra che si accumulano nell’ atmosfera provocando un incremento della temperatura del pianeta. Nel 2022 l’Europa ha registrato un aumento medio di 2 gradi rispetto ai tempi precedenti alla Rivoluzione Industriale. È non solo un dato statistico ma anche un segnale evidente che il nostro ambiente sta diventando sempre più caldo. Il Mar Mediterraneo è sempre più caldo rispetto agli oceani e mostra un aumento di temperatura di un grado rispetto agli anni ’60. Quest’altezza termica favorisce la diffusione di incendi devastanti che distruggono boschi e mettono sotto sopra le comunità locali. In Italia solamente durante l’anno scorso sono andati persi oltre 1’000 chilometri quadrati di aree boschive a causa delle fiamme. Purtroppo Spagna e Portogallo hanno subito danneggiamenti ancora più gravi a causa degli incendi estivi.
Il problema dell’utilizzo eccessivo del suolo è una sfida da affrontare: ad ogni nuova strada ed edificio costruitio si copre il terreno naturale di cemento e asfalto e ciò impedisce all’acqua piovana di essere assorbita correttamente, causando alluvioni più frequentati e violente. Nel 2022 sono stati cementificati 77 chilometri quadrati di terreno italiano, un dato che purtroppo è aumentato rispetto al passato. Region come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sono le più colpite, portando a seri problemi e conseguenze .Nel solo 2023 si sono verificate alluvioni che hanno costretto circa 20 mila individui ad abbandonare le loro abitazioni. Queste cifre non rappresentano semplicemente dati statistici ma raccontano storie di vite e famiglie che assistono impotenti alla distruzione di tutto ciò che possiedono e si trovano di fronte alla difficile sfida di ricominciare da zero.
Le conseguenze economiche sono significative. Dal 1980, l’Europa ha speso tra 450 e 520 miliardi di euro per risarcimenti, ricostruzioni e prevenzione legati a eventi estremi. Germania, Francia e Italia sono i Paesi che hanno sostenuto i costi maggiori, mentre la Svizzera registra la spesa più alta per chilometro quadrato, circa 200.000 euro.
Se la temperatura media globale aumentasse di 3 gradi rispetto all’epoca preindustriale, l’Unione Europea potrebbe affrontare costi annuali vicini ai 175 miliardi di euro, pari all’1,38% del PIL. L’Italia, insieme ad altri 194 Paesi, si è impegnata con gli Accordi di Parigi del 2015 a limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi, ma è necessario agire rapidamente per rispettare questo obiettivo.
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