“Li devi staccare subito”: la nuova legge sui pannelli solari miete vittime | Addio consumi ridotti, non puoi installarli
I pannelli sono un bene per la comunità, eppure una nuova legge ne limita l’utilizzo. Scopri cosa sta accadendo.
In alcuni Paesi, leggi e regolamenti frenano ancora lo sviluppo delle energie rinnovabili, rendendo difficile per aziende e cittadini adottare soluzioni come l’energia solare o eolica. Questi ostacoli spesso derivano da vecchie normative, pensate per proteggere le reti energetiche tradizionali.
In alcune aree, le leggi limitano l’installazione di pannelli solari su edifici storici o nelle città, per preservare l’estetica urbana. Anche le turbine eoliche incontrano resistenze legislative, per ragioni che includono l’impatto sul paesaggio e sul benessere della fauna.
In altri casi, le tasse e le tariffe penalizzano chi produce energia da fonti rinnovabili. Alcuni governi impongono tasse sull’autoconsumo o complicano la vendita dell’energia prodotta in eccesso, disincentivando chi vorrebbe investire in soluzioni ecologiche.
La pressione pubblica e l’emergenza climatica stanno spingendo molti Paesi a rivedere queste norme. L’attenzione alle energie pulite è sempre più forte.
Il divieto di impianti fotovoltaici
Nel maggio 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che limita l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, estendendo il divieto anche ad ampliamenti di impianti esistenti. Questa decisione nasce dal confronto tra il Ministero dell’Agricoltura, che spingeva per una protezione più rigida dei terreni, e il Ministero dell’Ambiente, favorevole a promuovere le fonti rinnovabili, anche su aree agricole. La scelta di limitare gli impianti fotovoltaici a terra vuole bilanciare la necessità di preservare i terreni dedicati alla coltivazione con l’impegno per la sostenibilità.
Le motivazioni tecniche alla base del divieto includono l‘impatto ambientale dell’installazione dei pannelli sul suolo. Posare i pannelli direttamente a terra può compromettere la biodiversità e sottrarre luce solare preziosa per le colture. Inoltre, questi impianti richiedono interventi di manutenzione e accesso costante, rischiando di interferire con le normali attività agricole.
Deroghe e reazioni
Nonostante le restrizioni, il decreto prevede alcune importanti deroghe, cercando di sostenere la transizione energetica. Una di queste è l’opzione dell’agrivoltaico, una tecnologia che permette di installare pannelli fotovoltaici a oltre due metri di altezza, consentendo la produzione di energia senza interferire con le coltivazioni. Sebbene questa soluzione sia più costosa, il Governo offre incentivi per promuoverne l’adozione e fare in modo che gli agricoltori possano continuare a beneficiare di un reddito energetico. Anche le aree delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono escluse dal divieto, insieme a siti come cave, miniere, terreni delle Ferrovie e aree industriali.
Le reazioni del settore agricolo sono miste. Molti esprimono preoccupazione per le perdite economiche, poiché gli impianti fotovoltaici rappresentano una fonte di guadagno integrativo che ora risulterà limitata. Altri, invece, vedono nell’agrivoltaico un’opportunità: la possibilità di coltivare e produrre energia contemporaneamente li rende favorevoli a una tecnologia che protegge il suolo agricolo senza rinunciare alla sostenibilità. Questo compromesso riflette l’obiettivo dell’Italia di triplicare la produzione di energia rinnovabile entro il 2030, cercando un equilibrio tra agricoltura e sostenibilità energetica.