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Canone Rai, l’odiato pagamento ora decade: se ti arriva buttalo al secchio | Non lo devi più pagare

Insegna della RAI (Depositphotos)

Insegna della RAI (Depositphotos FOTO) - www.energycue.it

Il canone Rai ha sempre accompagnato gli italiani negli ultimi decenni, ma adesso potrebbe esserci una svolta interessante.

La RAI, acronimo di Radio Audizioni Italiane, è l’ente pubblico radiotelevisivo italiano, fondato nel 1924. Ha il compito di offrire un servizio pubblico di informazione e intrattenimento a tutti i cittadini. La RAI non si limita a trasmettere programmi televisivi, ma gestisce anche diverse emittenti radiofoniche.

Il canone RAI è un‘imposta annuale che ogni cittadino italiano è tenuto a versare per sostenere il servizio pubblico radiotelevisivo. Questa tassa ha lo scopo di garantire che la RAI possa operare in modo indipendente, offrendo contenuti di qualità.

La RAI si distingue per la sua missione di promuovere la cultura e il patrimonio nazionale. Grazie al canone, l’ente è in grado di investire in programmi educativi e culturali che supportano la diversità linguistica e culturale dell’Italia. 

Negli ultimi anni, la RAI ha affrontato sfide significative, come l’adattamento alle nuove tecnologie e ai cambiamenti nei consumi mediatici.

Il canone Rai

Il Canone RAI, oggi noto come canone televisivo, ha origini lontane, essendo stato introdotto in Italia nel 1938 con il Regio Decreto-Legge 246. Questa normativa esclude l’obbligo di pagamento per chi possiede apparecchi in grado di ricevere le radioaudizioni. È importante sottolineare che il pagamento del canone non dipende dall’effettivo utilizzo del televisore; basta il semplice possesso di un apparecchio, che può essere presunto nel caso in cui esista un’utenza elettrica registrata all’indirizzo di residenza dell’utente.

Oggi, il canone si applica a tutte le apparecchiature di sintonizzatore per la ricezione di segnali televisivi, siano essi terrestri o satellitari. Tuttavia, chi utilizza PC, tablet o smartphone per guardare programmi televisivi in ​​streaming non è tenuto a pagare il canone, poiché questi dispositivi non ricevono il segnale nel modo tradizionale. Per il 2024, il canone è stato fissato a 70 euro annui e viene solitamente addebitato direttamente nella bolletta dell’energia elettrica, anche se esistono altre modalità di pagamento, come il versamento tramite modello F24 o l’addebito diretto sulla pensione per i pensionati con reddito basso.

Antenna televisiva della RAI (Depositphotos)
Antenna televisiva della RAI (Depositphotos FOTO) – www.energycue.it

Come richiedere il rimborso

Esistono diverse categorie di persone esonerate dal pagamento del canone RAI. In particolare, le persone oltre i 75 anni con un reddito non superiore a 8.000 euro annui, nonché diplomatici e militari stranieri, possono richiedere l’esonero. È fondamentale che l’apparecchio televisivo si trovi nell’abitazione in cui risiede la persona per beneficiare di questa esenzione. Inoltre, chi non possiede un televisore è esente dal pagamento, a condizione che nessun membro della famiglia anagrafica abbia un apparecchio di questo tipo.

Per ottenere l’esonero dal canone, è necessario compilare una dichiarazione sostitutiva, la quale varia in base alla categoria di esenzione. I moduli possono essere scaricati dal sito dell’Agenzia delle Entrate e inviati tramite raccomandata, PEC o consegnati di persona. Se, per errore, il canone è stato addebitato a qualcuno che non era tenuto a pagarlo, è possibile richiedere un rimborso. Anche in questo caso, è prevista una procedura specifica che richiede la compilazione di appositi moduli, da inviare con modalità simili a quelle per la richiesta di esonero.