Enea, il rapporto sulle prestazioni energetiche degli edifici italiani parla chiaro: sei rimasto tra i pochi a spendere più di quello che dovresti
Dal rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici emergono note positive ma anche alcune criticità da colmare.
Il Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici è ormai diventato un punto di riferimento per comprendere lo stato del patrimonio immobiliare italiano in termini di efficienza energetica. Redatto da Enea in collaborazione con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (Cti), questo documento è frutto di un’analisi accurata dei dati raccolti da Regioni e Province Autonome. Ogni anno, l’attenzione verso la sostenibilità e la riduzione dei consumi energetici rende questo rapporto uno strumento sempre più prezioso per il mercato immobiliare.
Negli ultimi anni, l’importanza dell’Attestato di Prestazione Energetica (Ape) è cresciuta notevolmente, non solo come obbligo normativo, ma anche come indicatore di qualità per gli edifici. L’Ape classifica gli immobili in base al loro consumo energetico, offrendo uno spunto per valutare eventuali interventi di miglioramento. I bonus edilizi introdotti negli ultimi anni hanno rappresentato un importante stimolo per incrementare le ristrutturazioni volte all’efficienza energetica, con risultati concreti che si riflettono nei dati raccolti.
Ogni anno, il Rapporto Enea-Cti si concentra su aspetti nuovi e in evoluzione, tenendo conto delle politiche nazionali e degli strumenti di incentivazione in vigore. Le prestazioni energetiche degli edifici sono monitorate e confrontate, in modo da fornire un quadro chiaro della situazione attuale e delle potenzialità future. Ma quali sono le reali implicazioni di queste analisi per il mercato immobiliare e per i cittadini? Quali tendenze si sono confermate nell’ultimo periodo?
Le informazioni raccolte e analizzate dal Sistema Informativo sugli Ape (Siape) forniscono una fotografia dettagliata delle classi energetiche in cui ricadono gli edifici certificati. Questo strumento è essenziale per comprendere l’evoluzione dell’efficienza energetica a livello nazionale e per valutare l’efficacia delle politiche messe in atto.
Prestazioni energetiche degli edifici italiani
Secondo l’edizione 2024 del Rapporto, che si basa sui dati degli Ape emessi nel 2023, emerge un significativo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Per la prima volta, la percentuale di immobili classificati nelle categorie F e G, le meno efficienti, è scesa sotto il 50%, segnando un punto di svolta. Questo miglioramento è stato attribuito in parte ai bonus edilizi che hanno incentivato interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica.
L’analisi del rapporto evidenzia una riduzione del 6,3% della presenza di immobili nelle classi F e G, mentre si registra un incremento del 5,2% nelle classi A4-B, le più efficienti. Questo segna una tendenza positiva che si era già manifestata nel 2022 e che continua nel 2023, confermando che le politiche di incentivazione stanno dando frutti concreti. Tuttavia, rimangono delle sfide importanti, come accelerare la riqualificazione degli edifici ancora in classi basse.
Le regioni e il miglioramento energetico
Dai dati emerge che Lombardia, Piemonte e Veneto sono le regioni con il maggior numero di Ape emessi, rispettivamente con il 21,7%, il 9,2% e l’8,7%. Questa alta concentrazione indica un coinvolgimento particolarmente attivo nel processo di efficientamento energetico. Tuttavia, il Rapporto sottolinea che c’è ancora molto da fare per garantire un miglioramento omogeneo in tutto il territorio nazionale.
Infatti, il Rapporto invita a migliorare l’accessibilità agli strumenti di incentivazione, affinché anche le zone meno attive possano beneficiare di interventi di riqualificazione, contribuendo così alla transizione energetica del paese.