Il Parco Eolico Offshore di Dogger Bank è la più grande centrale eolica in mare aperto
Parco eolico offshore di Dogger Bank è il più grande nel mondo. Costruito nel Mare del Nord, è a oltre 130 chilometri dalla costa inglese. Questa zona era sulla terraferma 8.000 anni fa, ma un potente maremoto la travolse e da allora è sott’acqua. La prima turbina è stata installata nel 2023, ma se ne prevedono fino a 277 turbine al termine dei lavori. Ogni turbina è alta 260 metri e ha pale di 107 metri. L’energia eolica si basa sul movimento di queste pale mosse dal vento. Il tutto si converte prima in energia cinetica e poi in corrente elettrica. Infine, una batteria di accumulo immagazzina l’energia per metterla a disposizione quando non c’è vento. Una singola rotazione è in grado di soddisfare le esigenze energetiche di un appartamento per due giorni. Una volta completato, l’impianto produrrà in media 3,6 GW secondo le stime. In più ridurrà le emissioni, pari a quelle di circa 1,5 milioni di auto all’anno. Il completamento della struttura è previsto per il 2026.
Le origini del parco eolico di Dogger Bank
Il parco eolico offshore ha 3 diverse aree dedicate alla produzione di energia eolica. Ognuna di queste zone sarà in grado di produrre 1,2 GW di energia pulita. La rete di tramissione della corrente non prevede dispersioni, perché è stata già calibrata in base alle esigenze dell’impianto. Infatti, l’idea è quella di soddisfare le esigenze energetiche del Regno Unito, che non sono da poco. La struttura è gestita da una joint venture tra SSE Renewables (40%), Equinor (40%) e Vårgrønn (20%). Nel 2008 il Crown Estate dà il via alla terza emissione di licenze per parchi eolici nel Regno Unito.
L’autorizzazione ufficiale per lo sviluppo del progetto di Dogger Bank arriva nel 2015, dopo una prima fase di progettazione che prevedeva 3 aree: Creyke Beck A, Creyke Beck B e Teesside A. Dopo l’asta del 2019, nel 2022 entrano tra i partner Eni Plenitude e HitecVision, che hanno acquisito il 20% di Dogger Bank C con la joint venture Vårgrønn. Il progetto prevede anche come verrà smaltito l’impianto eolico dopo l’utilizzo. Infatti, il sistema produrrà energia pulita per 35 anni, puoi Equinor penserà allo smaltimento.
Come funziona l’impianto
Il parco eolico offshore si sviluppa su due aree principali. La prima è quella offshore, cioè a mare, con le 3 aree con le pale eoliche. Una seconda area è a terra, con l’accumulo dell’energia prodotta e la sua distribuzione poi dove serve. Nel mezzo c’è una serie di cavi sottomarini che trasportano l’energia dalle pale eoliche di produzione ai centri di smistamento e di accumulo. Per poter procedere con la costruzione di questi cavi si utilizzano delle navi apposite, chiamate posacavi. Le imbarcazioni hanno il compito di scavare le trincee sottomarine, posare i cavi e collegarli in sicurezza. L’energia elettrica arriva a corrente continua, ma il sistema consente di convertirla in corrente alternata, quindi sicura per gli usi domestici.
Nuova espansione dell’impianto
Dopo una prima valutazione di 3,6 Gw, ora gli esperti sono in grado di dire che il parco eolico offshore di Dogger Bank sarà in grado di arrivare a 5,6 Gw. Gli sviluppatori della SSE Renewables ed Equinor dovranno verificare prima l’impatto ambientale per vedere se effettivamente l’ampliamento si potrà fare, ma tecnicamente non ci sarebbero problemi. Infatti, si tratterebbe di creare una quarta area, la D, che insisterebbe sullo stesso impianto già in fase di realizzazione. La presenza delle pale eoliche in mare aperto consente di sfruttare le forti correnti del Nord per soddisfare le esigenze energetiche di milioni di famiglie.
Non è da sottovalutare l’impatto positivo per l’ambiente, perché non si usano fonti fossili e non ci sono emissioni. Il Regno Unito è un Paese dove piove per gran parte dell’anno e non ci sono molte occasioni per produrre energia pulita: da qui arriva la spinta verso l’eolico.