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La Sardegna sta morendo di sete: i boschi dell’isola iniziano a scomparire | Rimarrà solo il mare

Il colore sospetto degli alberi (Dettaglio - Sardegna Digital Library - Picasa foto)

Il colore sospetto degli alberi (Dettaglio - Sardegna Digital Library - Picasa foto) - www.energycue.it

La siccità e un altro grave problema stanno mettendo in ginocchio i boschi della Sardegna, un tempo rigogliosi. 

Il verde delle foreste sarde, che per secoli ha caratterizzato l’isola, è sempre stato un segno distintivo della sua bellezza naturale. I boschi, ricchi di querce secolari, hanno resistito alle intemperie e al passare del tempo. Tuttavia, negli ultimi anni, l’equilibrio delicato che ha mantenuto viva questa vegetazione sembra essere stato compromesso. Diverse segnalazioni e immagini raccolte da esperti locali iniziano a raccontare una realtà diversa, più cupa, che sta pian piano emergendo.

Il fenomeno, sebbene inizialmente limitato ad alcune aree specifiche, sembra aver intrapreso una marcia silenziosa verso nuove regioni dell’isola. La trasformazione del paesaggio è visibile ad occhio nudo: le chiome degli alberi che un tempo erano rigogliose e verdi, ora sono sempre più spoglie e assediate da tonalità giallo-marroni. Ciò che desta maggiore preoccupazione è che questa tendenza non accenna a fermarsi, anzi, sembra avanzare sempre più rapidamente verso l’interno dell’isola.

In tanti hanno pensato, almeno inizialmente, che si trattasse di un fenomeno legato alla siccità. L’assenza di piogge significative è stata sicuramente un fattore che ha aggravato la situazione, ma non ne è la causa principale. Alcune estati, con qualche temporale sporadico, non sono riuscite a fornire l’acqua necessaria a compensare mesi di secchezza. Tuttavia, man mano che gli studiosi approfondiscono le cause, emerge un quadro ben più complesso che coinvolge radici e funghi parassiti.

Il degrado delle piante, ormai evidente in numerose zone dell’isola, sta sollevando sempre più domande. Gli esperti concordano nel dire che il problema non è nato oggi. Già nel 2014, diverse università avevano lanciato un allarme attraverso uno studio approfondito. Le radici delle piante risultano essere colpite da un nemico subdolo, che si nasconde sotto la superficie e che, col tempo, sta distruggendo interi ecosistemi forestali.

 

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Le radici del problema

Il fenomeno che sta investendo le foreste sarde è stato analizzato con grande attenzione dagli studiosi. Le piante, infatti, non soffrono solo per la mancanza di acqua. Un parassita, che attacca proprio le radici, sta lentamente rendendo gli alberi fragili e incapaci di resistere alle condizioni climatiche avverse. Alcuni alberi, come mostrato in recenti video girati nella zona dell’Ogliastra, si spezzano al minimo tocco, segno di una malattia che si sta diffondendo senza pietà. La quercia, protagonista del video, è solo uno dei tanti esempi di una crisi più vasta, che sta divorando il cuore verde dell’isola. Le piante più colpite, soprattutto querce e lecci, rappresentano una perdita non solo ecologica ma anche culturale, essendo simboli della Sardegna.

L’avanzata di questo male oscuro è particolarmente preoccupante perché i suoi effetti sono subdoli e difficili da rilevare nelle fasi iniziali. Le radici vengono colpite lentamente, fino a quando gli alberi non mostrano segni evidenti di sofferenza, momento in cui è spesso troppo tardi per intervenire. Il progressivo ingiallimento delle foglie e la fragilità dei rami sono sintomi ormai comuni nei boschi del Sarrabus e del Supramonte, ma il fenomeno non sembra arrestarsi, anzi, si sta diffondendo con preoccupante velocità.

Foresta sarda (Depositphotos foto)
Foresta sarda (Depositphotos foto) – www.energycue.it

L’evoluzione del male oscuro

Nonostante la gravità della situazione, c’è ancora speranza per le foreste sarde. Gli sforzi degli studiosi sono concentrati nel trovare soluzioni che possano bloccare l’avanzata del male oscuro e salvare ciò che resta del patrimonio forestale dell’isola. Le istituzioni locali, insieme a team di ricercatori provenienti da università e centri specializzati, stanno lavorando su diversi fronti: dalla prevenzione del parassita all’adozione di tecniche innovative per rafforzare le radici degli alberi colpiti.

Le ricerche si sono intensificate, con l’obiettivo di comprendere a fondo le dinamiche di questa crisi ecologica e di individuare rimedi efficaci. Campagne di sensibilizzazione e monitoraggio sul territorio stanno cercando di contenere la diffusione della malattia, mentre vengono testati nuovi trattamenti per disinfestare le radici.