Cambiano i confini tra Svizzera e Italia. Dietro a questa scelta ci sono i cambiamenti climatici. Infatti, da alcuni anni si assiste a estati sempre più calde, legate all’aumento delle temperature, collegate a loro volta dalla crescita delle emissioni di gas serra. Tutto questo ha effetti diretti sui ghiacciai – alcuni anche perenni – che ora si sciolgono, mostrando della terra grigia che era prima impensabile. Anche alcuni laghi ghiacciati sono scomparsi nel giro di pochissimi anni.
I confini naturali sono un punto di riferimento per i confini politici che nascono per distinguere i singoli Paesi, ma che in realtà trovano indicazione solo sulle cartine, sulle mappe e sui segnali stradali. Lo scioglimento di alcuni ghiacciai ha creato confusione nei confini tra Italia e Svizzera. Infatti, a sud est del Cervino c’erano dei ghiacciai perenni che ora sono venuti a mancare per via dei cambiamenti climatici. Così, il confine svizzero si è spostato un po’ più in là, senza particolari discussioni. Il fenomeno è stato sufficiente per dare un impatto visivo su quanto sta accadendo anche vicinissimo a noi. Finché dall’altra parte del mondo alcune isolette sono quasi sommerse, c’è chi poteva ritenere che si trattasse di un fenomeno occasionale o comunque lontano. Ora questo non è più possibile e non sappiamo quali saranno le conseguenze per l’Europa e per l’Italia nel prossimo futuro.
Il comune di Valtournenche, in provincia di Aosta, e la parte rimanente è a Zermatt, in Svizzera, sono al centro del confronto cordiale tra i due Paesi. Al momento la convenzione è già stata firmata dagli enti svizzeri, ma si attende la risposta italiana. Infatti, una volta approvata, i confini cambieranno di conseguenza. Nel frattempo, i comuni portano avanti le loro attività con la giurisdizione precedente. L’Accademia delle scienze della Svizzera ha evidenziato che nel 2023 i ghiacciai svizzeri hanno perso il 4% di volume, mentre nel 2022 il record era stato del 6% in meno. La perdita dei ghiacciai significa anche l’addio a depositi di acqua dolce naturale che alimenta fiumi e laghi, con conseguente rischio siccità, senza contare le conseguenze sul territorio. Infatti, la terra sottostante è completamente brulla ed è difficilissimo che il ghiacciaio si formi di nuovo, soprattutto con queste temperature. In alcuni punti i ghiacciai sono ridotti allo stremo, tanto che è impossibile procedere con le rilevazioni.
Italia e Svizzera hanno degli ottimi accordi bilaterali tra loro. Anche se non fa parte dell’Unione Europea, la Svizzera collabora con progetti di interesse comune, come l’ESA, la stazione spaziale europea. Oltre a questo, la Svizzera ha degli accordi con i Paesi confinanti – non solo l’Italia, ma anche l’Austria e la Francia – per la questione della doppia cittadinanza. In Svizzera si parlano ufficialmente tre lingue: italiano, tedesco e francese. In più, i diversi cantoni hanno un alto livello di autonomia, così possono intervenire sulle singole decisioni, come avviene per esempio per lavori da eseguire su tunnel e autostrade. Infine, Italia e Svizzera possono contare su enti di contatto come quelle dedicate ai transfrontalieri. Dato che non fa parte dell’Unione Europea, la Svizzera ha mantenuto la sua moneta, cioè il franco svizzero, anche se l’Euro può essere accettato in alcune zone di frontiera.
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