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Rivestimento radioattivo verde: il nuovo cappotto energetico per il raffreddamento lo faranno così

Un'insieme di ventilatori (Pixabay)

Un'insieme di ventilatori (Pixabay FOTO) - www.energycue.it

Scopri come un innovativo rivestimento radiativo può trasformare gli edifici in oasi di freschezza, ottimizzando l’efficienza energetica e contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Il raffreddamento degli edifici è diventato un aspetto cruciale per garantire il comfort abitativo e l’efficienza energetica, soprattutto in contesti urbani caratterizzati da un aumento delle temperature. 

Una delle tecniche più promettenti per il raffreddamento passivo è l’uso di materiali riflettenti e rivestimenti specializzati. Questi materiali possono riflettere la radiazione solare, riducendo il calore assorbito dalle superfici esterne e abbassando così le temperature interne senza l’uso di impianti di condizionamento. 

Inoltre, l’integrazione di sistemi di raffreddamento attivi, come i climatizzatori ad alta efficienza e i ventilatori, può contribuire a creare un ambiente interno confortevole.

La progettazione sostenibile e l’uso di tecnologie avanzate, come i rivestimenti fotoluminescenti o i pannelli solari bifacciali, offrono nuove opportunità per un raffreddamento integrato degli edifici.

Innovazioni nella raffreddamento degli edifici

Negli ultimi anni, l’attenzione si è focalizzata sull’importanza della conservazione energetica negli edifici, soprattutto in contesti urbani come Hong Kong, dove questi ultimi rappresentano circa il 90% dei consumi elettrici e oltre il 60% delle emissioni di carbonio. In risposta a queste sfide, un gruppo di ricercatori della Hong Kong Polytechnic University ha sviluppato un innovativo rivestimento per il raffreddamento radiativo solare adattivo, noto come SARC, progettato per ridurre le temperature superficiali degli edifici senza consumo di energia. Questo rivestimento è capace di abbassare la temperatura superficiale fino a 25°C e quella interna di 2-3°C, contribuendo così a migliorare l’efficienza energetica e a mitigare l’effetto isola di calore urbano.

Un aspetto distintivo di questo rivestimento è la sua capacità di adattarsi alle variazioni di irradiazione solare, ottimizzando la sua capacità di raffreddamento in base all’intensità della luce solare. Questo è reso possibile grazie all’uso di punti di carbonio (CDs) che, integrati in un polimero, permettono una riflessione solare più efficiente. Rispetto ai materiali di raffreddamento tradizionali, la nuova formula ha dimostrato di migliorare la riflettanza solare efficace durante il giorno, passando dal 92,5% al 95%, e di aumentare l’effetto di raffreddamento del 10-20%.

Grattacielo di Hong Kong (Pixabay)
Grattacielo di Hong Kong (Pixabay FOTO) – www.energycue.it

Verso una sostenibilità energetica

In un progetto dimostrativo condotto con il governo di Hong Kong, il rivestimento SARC è stato applicato ai tetti di case-container, mostrando risultati notevoli: dopo due anni e mezzo di esposizione continua, i tetti rivestiti hanno mantenuto una temperatura di 24°C inferiore rispetto ai tetti in cemento. Inoltre, il rivestimento ha dimostrato una notevole durabilità, con una diminuzione della riflettanza solare inferiore al 2% nel periodo considerato. Questo approccio ha portato a un risparmio annuale del 10% sui costi di raffreddamento.

La visione dei ricercatori si estende anche all’integrazione di questo rivestimento con pannelli solari bifacciali, per migliorare sia la gestione termica che la generazione di energia. La loro strategia prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto di una nuova residenza per studenti presso la PolyU, con l’obiettivo di aumentare la produzione elettrica dal 30% al 50% e ridurre le emissioni di carbonio. In questo modo, gli edifici non sono solo consumatori di energia, ma diventano anche produttori sostenibili, contribuendo a un futuro urbano più ecologico.