Il triste paradosso delle rinnovabili: produciamo così tanta energia che non sappiamo più dove metterla né come usarla | La dobbiamo buttare
Con l’aumento della produzione di energia rinnovabile ci deve essere un potenziamento di stoccaggio e distribuzione per evitare perdite.
La questione energetica è un tema che, negli ultimi anni, ha assunto una rilevanza sempre più centrale nel dibattito globale. Le risorse energetiche, un tempo ritenute quasi inesauribili, stanno ora mostrando segni di affanno. L’aumento della popolazione mondiale, insieme all’innovazione tecnologica, ha portato a un incremento significativo della domanda di energia. Questo fenomeno ha messo sotto pressione le reti elettriche, rendendo necessario un ripensamento del modo in cui l’energia viene prodotta e gestita.
Le fonti rinnovabili, come il sole, il vento e l’acqua, sono state spesso presentate come la soluzione ideale per garantire un futuro più sostenibile. Il loro potenziale di contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio e di migliorare la qualità dell’ambiente è innegabile. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, la transizione energetica non si sta rivelando semplice. Molti esperti stanno iniziando a sollevare dubbi sulla reale capacità di queste tecnologie di risolvere i problemi del sistema energetico globale da sole.
Una delle principali sfide legate alle energie rinnovabili riguarda la loro natura intermittente. A differenza dei combustibili fossili, che possono essere utilizzati in modo continuo, le fonti rinnovabili dipendono da fattori esterni come il vento o il sole, che non sempre sono disponibili quando servono. Questo pone il problema dello stoccaggio dell’energia, che diventa fondamentale per evitare sprechi e garantire la continuità del servizio energetico.
Oltre allo stoccaggio, un’altra problematica riguarda la capacità delle reti elettriche di adattarsi a queste nuove forme di energia. Le infrastrutture esistenti sono state progettate per gestire fonti tradizionali come il carbone e il gas naturale, e non sempre sono pronte per l’integrazione di energie come quella solare o eolica. Questo richiede un massiccio investimento in tecnologie di distribuzione che possano facilitare la transizione verso un sistema più verde.
Il ruolo dello stoccaggio e della distribuzione
In questo contesto, diventa chiaro che, per una transizione energetica di successo, l’aumento della produzione di energia rinnovabile deve essere accompagnato da un potenziamento significativo dei sistemi di stoccaggio e distribuzione. Solo in questo modo sarà possibile garantire una fornitura costante e sicura di elettricità anche nei momenti in cui le fonti rinnovabili non sono operative. Tuttavia, nonostante questi progressi, la strada da percorrere è ancora lunga e richiede uno sforzo congiunto a livello globale.
Un recente rapporto pubblicato dalla REN (Rete di esperti internazionali in energia) ha sottolineato come il consumo di energia elettrica sia aumentato di oltre il 27% negli ultimi dieci anni. Questo aumento, però, non è stato accompagnato da un adeguato ampliamento delle reti di distribuzione e stoccaggio, creando un divario preoccupante tra domanda e offerta. Inoltre, i sistemi esistenti sono spesso inadeguati per gestire le nuove fonti di energia, progettati principalmente per centrali termiche e nucleari.
Le sfide future per l’energia verde
Nonostante i progressi fatti nel campo delle energie rinnovabili, è evidente che l’infrastruttura di stoccaggio rappresenti una delle principali sfide da affrontare. Fonti come il sole e il vento, per quanto potenti, sono difficili da immagazzinare per utilizzi futuri, il che riduce la loro efficacia nei momenti di picco della domanda. Investire in nuove tecnologie di stoccaggio, come le batterie ad alta capacità, potrebbe essere la soluzione per sfruttare al meglio queste risorse naturali.
Nel corso del 2023, secondo lo stesso rapporto della REN, si è raggiunto un traguardo importante: il 30% della domanda energetica globale è stato soddisfatto da fonti rinnovabili. Tuttavia, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e raggiungere una quota del 100%, saranno necessari maggiori investimenti.