I colossi dei Big Data in cerca disperata di energia | Non sanno più come mandare avanti i loro datacenter
I giganti dei Big Data affrontano una crisi energetica senza precedenti: trovare nuove soluzioni diventa urgente per mantenere in funzione i loro datacenter.
La gestione dei centri di dati è uno degli aspetti più cruciali e complessi del panorama tecnologico odierno. Queste infrastrutture, che alimentano le attività digitali di aziende e utenti in tutto il mondo, consumano una quantità impressionante di energia. Con l’aumento esponenziale della domanda di servizi online, cloud computing e intelligenza artificiale, la necessità di energia è diventata un problema sempre più rilevante per le grandi aziende tecnologiche.
Un aspetto fondamentale da considerare è che i data center devono funzionare in modo continuo, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, il che significa che richiedono un flusso ininterrotto di energia. Per soddisfare questa esigenza, molte aziende si sono finora affidate a fonti energetiche tradizionali, che includono combustibili fossili. Tuttavia, la crescente preoccupazione per il cambiamento climatico e l’aumento delle emissioni ha portato le grandi aziende tecnologiche a cercare soluzioni più sostenibili.
L’energia rinnovabile è diventata un argomento centrale nel dibattito sulla gestione delle risorse energetiche dei data center. Negli ultimi anni, le aziende hanno iniziato a investire in progetti legati all’energia solare, eolica e idroelettrica per ridurre la loro dipendenza da fonti non rinnovabili. Tuttavia, questi sistemi presentano ancora alcune limitazioni, soprattutto in termini di continuità di fornitura energetica. Le fonti rinnovabili non sempre garantiscono un flusso stabile di energia, creando la necessità di combinare diverse soluzioni per bilanciare la domanda.
Un’altra sfida legata alla sostenibilità dei data center è l’efficienza energetica. I sistemi di raffreddamento necessari per mantenere le temperature operative stabili all’interno dei centri di dati richiedono grandi quantità di energia. Questo ha spinto molte aziende a sviluppare tecnologie di raffreddamento più efficienti o a costruire data center in aree geografiche con climi più freschi per ridurre la necessità di aria condizionata.
La corsa all’energia sostenibile per i data center
Le grandi aziende tecnologiche sono sempre più orientate verso la ricerca di fonti energetiche alternative che possano alimentare i loro data center senza compromettere l’ambiente. Alcune di queste aziende, come Meta e Google, stanno esplorando opzioni come l’energia geotermica. Questa tecnologia promette di offrire un flusso energetico costante e pulito, ideale per il funzionamento continuo dei centri di dati. Anche se attualmente rappresenta una parte molto ridotta del mix energetico globale, la geotermia potrebbe giocare un ruolo significativo nel futuro.
L’interesse per l’energia geotermica avanzata deriva dalla sua capacità di produrre elettricità in modo continuo, indipendentemente dalle condizioni climatiche, offrendo un’alternativa stabile rispetto all’energia eolica o solare, che sono più intermittenti.
Una nuova alleanza tra Big Tech e energia geotermica
Di recente, Meta ha stretto un accordo con una startup chiamata Sage Geosystems per acquistare energia geotermica per alimentare i suoi data center. Questo progetto punta a sviluppare una centrale geotermica con una capacità di 150 MW, sufficiente a coprire il fabbisogno di una vasta rete di centri di dati. La scelta dell’energia geotermica da parte di Meta rappresenta un passo avanti verso un futuro più sostenibile e conferma la volontà delle Big Tech di ridurre le loro emissioni di carbonio.
Il progetto rappresenta una vera e propria innovazione, poiché le tecnologie geotermiche avanzate permettono di accedere a fonti di calore sotterranee anche in aree dove la geotermia tradizionale non sarebbe praticabile, aprendo nuove possibilità per l’approvvigionamento energetico.