Nel corso dell’ultimo anno, dal 18 marzo 2023 al 18 marzo 2024, il mondo ha assistito a un fenomeno senza precedenti che pone serie preoccupazioni per il futuro del nostro pianeta. La temperatura giornaliera media della superficie degli oceani, misurata tra le latitudini di 60° Nord e 60° Sud, ha superato tutti i record precedenti, stabilendosi a livelli mai raggiunti nella storia delle rilevazioni scientifiche. Questo articolo si propone di esaminare il significato dietro questi numeri e le possibili implicazioni per il clima globale.
Il 18 marzo 2023 segna l’inizio di un periodo di riscaldamento eccezionale, con la temperatura media della superficie marina che ha superato il precedente record del 2016. Nel corso dell’anno, sono stati registrati due picchi significativi: il primo tra il 1° e il 5 aprile 2023, con una temperatura di 21,1 °C, e il secondo tra il 13 e il 31 agosto 2023. Questi picchi corrispondono ai periodi di massimo riscaldamento negli emisferi meridionale e boreale, rispettivamente.
Il 2024 ha già testimoniato il superamento di questi record, con un picco di 21,2 gradi registrato tra il 28 febbraio e l’11 marzo, anticipando i tempi rispetto all’anno precedente. Sebbene vi sia stata una lieve diminuzione a metà marzo, probabilmente dovuta al maltempo nell’emisfero nord, le temperature stanno nuovamente aumentando, suggerendo la possibilità di raggiungere o superare i massimi storici nei prossimi giorni.
La media trentennale di riferimento (1982-2011) per il periodo in questione si attesta a 20,4 gradi, rendendo la differenza di 0,8 gradi rispetto ai recenti picchi una variazione climatica significativa. Anche se a prima vista può sembrare minima, questa differenza rappresenta un’enorme quantità di calore aggiuntivo assorbito dagli oceani, con potenziali conseguenze devastanti per gli ecosistemi marini e il clima globale.
Uno studio pubblicato su Nature ha rivelato che il riscaldamento degli oceani tra il 2010 e il 2020 è quasi raddoppiato rispetto al decennio precedente, segnalando un accelerazione preoccupante del fenomeno. Inoltre, la ricerca dell’Università del Massachusetts Amherst indica che il riscaldamento attuale dell’oceano Atlantico settentrionale è senza precedenti negli ultimi 2900 anni.
Il continuo aumento delle temperature oceaniche non solo minaccia la biodiversità marina, causando fenomeni come lo sbiancamento dei coralli, ma influisce anche sui modelli climatici globali. L’acqua più calda espande il volume degli oceani, contribuendo all’innalzamento del livello del mare, mentre l’accumulo di calore può alterare le correnti oceaniche, influenzando il clima su scala mondiale.
La tendenza osservata negli ultimi anni sottolinea l’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico con azioni concrete e coordinate a livello globale. Ridurre le emissioni di gas serra, investire in energie rinnovabili e proteggere gli ecosistemi marini sono passi essenziali per mitigare l’impatto dell’uomo sul clima e salvaguardare il futuro del nostro pianeta. La situazione attuale richiede una risposta immediata e decisa da parte della comunità internazionale, al fine di prevenire ulteriori danni irreversibili al nostro ambiente.
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