Il Mediterraneo, una delle regioni più affascinanti e storiche del mondo, è adesso al centro di una preoccupante scoperta scientifica. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, le proiezioni di aumento del livello del mare per questa regione, precedentemente stimate dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel loro Report AR6 del 2021, sono ora considerate sottostimate.
Questo aggiornamento è il risultato di un’approfondita ricerca condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in Italia e dal Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud, in Olanda. Il team di ricerca ha scoperto che la subsidenza, ovvero il lento movimento verso il basso del suolo, sta contribuendo in modo significativo all’innalzamento del livello del mare lungo le coste del Mediterraneo. Questo fenomeno è influenzato sia da fattori naturali che antropici.
“Il Mediterraneo è un mare unico, non solo per la sua ricca storia e cultura, ma anche per la complessa interazione tra attività geologiche e impatti umani”, spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV. “Questo studio svela che la subsidenza sta accelerando l’aumento del livello del mare in alcune zone del Mediterraneo a un ritmo quasi triplo rispetto alle zone geologicamente stabili.”
Il team di ricerca ha utilizzato dati di alta precisione da numerose stazioni geodetiche satellitari GNSS, situate a non più di 5 km dalla linea costiera. Questi dati hanno permesso di calcolare con precisione millimetrica i movimenti verticali del suolo, un aspetto fondamentale per comprendere meglio la dinamica del livello del mare nella regione.
I risultati dello studio sono allarmanti. Le proiezioni riviste dell’aumento del livello del mare mostrano variazioni significative rispetto al precedente Report dell’IPCC. Si stima che il livello del mare possa aumentare di un massimo di 109 cm in alcune aree, mentre in altre potrebbe diminuire di circa 77 cm. In media, l’aumento del livello del mare è stato ricalcolato a un valore superiore di circa 8 cm rispetto alle precedenti stime.
Questa nuova comprensione implica gravi conseguenze per le coste del Mediterraneo. Circa 38.500 km² di territorio costiero, di cui quasi 19.000 km² nel solo settore settentrionale del bacino, potrebbero presto trovarsi ad affrontare un rischio significativamente maggiore di inondazione marina. Questo scenario presenta sfide imponenti non solo per l’ambiente naturale ma anche per le infrastrutture, le attività economiche e, soprattutto, le comunità costiere.
“È fondamentale agire ora per proteggere le nostre coste e le comunità che vi risiedono”, conclude Anzidei. “L’aumento del livello del mare e la subsidenza richiedono un intervento tempestivo e mirato per ridurre la vulnerabilità e aumentare la resilienza di queste aree.”
La ricerca sottolinea l’importanza di monitorare continuamente e aggiornare le proiezioni relative al cambiamento climatico. Solo così possiamo sperare di anticipare e mitigare gli impatti potenzialmente devastanti che tali cambiamenti porteranno nel Mediterraneo e oltre.
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