Case green in cemento sostenibile: il progetto alle Bahamas
La startup Partanna, fondata e guidata da Rick Fox, ex campione dei Los Angeles Lakers e tre volte campione NBA, ha ideato la realizzazione di case green realizzate con un cemento sostenibile. Il primo prototipo è già stato realizzato. Questo edificio non solo sfida i tradizionali metodi costruttivi, ma combatte attivamente i cambiamenti climatici. Le Bahamas, luogo di origine di Rick Fox, sono state quindi il palcoscenico di un’innovazione rivoluzionaria nel mondo dell’edilizia. Ecco di cosa si tratta.
Una nuova prospettiva sul cemento
Mentre il cemento tradizionale contribuisce all’8% delle emissioni globali di gas serra, la startup Partanna ha abbracciato un’alternativa ambiziosa. Per farlo ha utilizzato le scorie ottenute come sottoprodotto dell’industria siderurgica e la salamoia, ottenuta come residuo delle centrali di desalinizzazione. Questi elementi hanno sostituito il cemento convenzionale, permettendo di ottenere un calcestruzzo all’avanguardia. Questo materiale innovativo si forma a temperatura ambiente, richiedendo quindi una spesa energetica minima.
Ma la vera novità sta nella sua capacità di assorbire la CO2 atmosferica, rendendo ogni casa costruita con questo metodo una vera alleata nella lotta contro il cambiamento climatico. Eliminando completamente il cemento tradizionale, Partanna ha non solo abbattuto le emissioni di CO2 legate alla sua produzione ma ha anche trovato una soluzione per riutilizzare prodotti di scarto. Questa scelta non solo riduce l’impatto ambientale, ma dimostra che l’innovazione può sorgere anche dai materiali più inaspettati.
Il progetto delle case green di Partanna
Nel cuore delle Bahamas, tra le rovine lasciate dall’uragano Dorian del 2019, sta sorgendo una speranza concreta per migliaia di persone senza casa. Partanna, la visionaria startup fondata da Rick Fox e dall’architetto Sam Marshall, sta portando avanti una missione audace e rivoluzionaria. L’obiettivo è quello di costruire case green utilizzando il calcestruzzo alternativo e sostenibile. Il fulcro di questa rivoluzione è una casa prototipo, un’imponente struttura di 1.250 metri quadrati che è molto più di un semplice edificio. Questa casa infatti è in grado di catturare una quantità di CO2 equivalente a 5.200 alberi ogni anno.
Questo risultato non solo rappresenta un passo in avanti nell’edilizia sostenibile, ma anche una risposta tangibile all’emergenza abitativa post-uragano. Dopo la devastazione causata da Dorian, il 75% delle abitazioni nelle isole Abaco è stato spazzato via. La collaborazione tra il governo delle Bahamas e Partanna mira a costruire 1.000 di queste case rivoluzionarie. Questo donerà una speranza concreta e una soluzione tangibile per coloro che hanno perso tutto.
Case green per un futuro sostenibile
La visione di un futuro sostenibile ha trovato un forte sostenitore in Rick Fox, che ha abbandonato la sua carriera nell’NBA per dedicarsi a questo progetto. L’architetto californiano Sam Marshall aveva già lavorato su un metodo di produzione di cemento innovativo dopo gli incendi del 2018. Insieme, Fox e Marshall hanno creato Partanna. Mentre il mondo cerca soluzioni per contrastare il riscaldamento globale e ridurre le emissioni, l’approccio di Partanna offre una speranza concreta. Non solo il metodo costruttivo pionieristico riduce le emissioni di CO2, ma dimostra anche che innovazione e sostenibilità possono andare di pari passo.
Il progetto di Partanna non è solo un esempio locale di innovazione edilizia, ma un modello per il resto del mondo. Queste case green dimostrano che è possibile coniugare l’estetica e la funzionalità con la sostenibilità ambientale. Le case green quindi non sono solamente una soluzione per le necessità abitative, ma sono un investimento nel futuro del nostro pianeta. Riducendo le emissioni di CO2 e ricorrendo a materiali riciclati, come le scorie e la salamoia utilizzate da Partanna, queste abitazioni offrono una risposta concreta all’emergenza climatica. Le soluzioni sostenibili nel settore edile sono l’ideale soprattutto nei Paesi più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, dove le comunità sono colpite da catastrofi naturali o in metropoli afflitte dall’inquinamento atmosferico.