L’Italia ha una storia di sperimentazione nell’utilizzo dell’energia nucleare. Recentemente, durante il convegno “iweek nucleare, si può fare?”, l’argomento è tornato in primo piano. Il Vicepremier italiano e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha preso una posizione chiara, non escludendo la possibilità di valutare la riapertura delle centrali nucleari nel 2024, con una possibile messa in funzione entro il 2032.
L’Italia ha una storia di sperimentazione nell’energia nucleare. La centrale nucleare di Caorso, situata nella provincia di Piacenza, è stata la pioniera nell’entrare in funzione nel 1978. Tuttavia, a causa di crescenti preoccupazioni sulla sicurezza e proteste pubbliche, ha chiuso i battenti nel 1990. Nel 1987, un referendum nazionale ha posto fine al programma nucleare italiano, vietando la produzione di energia nucleare nel paese.
In Italia, attualmente, sono in fase di dismissione quattro centrali nucleari situate a Trino in provincia di Vercelli, Caorso a Piacenza, Latina e Sessa Aurunca a Caserta. La centrale più anziana è quella di Latina, la cui costruzione è iniziata nel 1958. Ha fornito energia elettrica dal 1963 al 1986, totalizzando una produzione di 26 TWh. Attualmente, il processo di dismissione di queste quattro centrali è completato al 40%.
Da allora, l’Italia ha focalizzato i propri sforzi sulle fonti energetiche alternative e rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idroelettrico, abbandonando l’energia nucleare.
Durante il convegno “iweek nucleare, si può fare?” a Roma, il Vicepremier italiano e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso il suo favore per l’implementazione di una centrale nucleare in Italia. Salvini ha sottolineato l’importanza di avere una centrale di ultima generazione a Milano, sua città natale, poiché crede che rappresenti un’opzione di energia sicura, pulita e affidabile.
Il Vicepremier ha anche comunicato di aver discusso dell’argomento con i ministri Urso di Fratelli d’Italia e Pichetto di Forza Italia. Ha suggerito che attraverso una fase di coordinamento e integrazione dei quattro ministeri (Imprese, Ambiente, Infrastrutture e Mef), la prima centrale nucleare potrebbe entrare in funzione nel 2032.
Salvini ha evidenziato che l’Italia non sarebbe la prima nazione ad avere centrali nucleari, sottolineando che nel mondo ci sono attualmente 441 reattori nucleari operativi, di cui 104 in Europa, di cui 56 in Francia, ma nessuno in Italia.
A supporto dell’idea di introdurre l’energia nucleare in Italia, si è espresso Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Egli ha affermato che secondo lui, l’implementazione del nucleare potrebbe avvenire già nei primi anni del 2030, proponendo l’installazione di un sistema di quarta generazione.
La scelta dell’anno per la possibile riapertura del nucleare, come indicato da Salvini, non è casuale. Infatti, questo rappresenterebbe il conseguimento di una serie di obiettivi fissati dal Ministro, tra cui il lancio del primo treno merci che collegherà Torino e Lione, nonché il primo collegamento che in soli 25 minuti unirà Fortezza e Innsbruck. Altri traguardi includono il completamento del ponte sullo Stretto di Messina e l’inaugurazione del primo tratto di una linea metropolitana che attraverserà i Fori Imperiali, raggiungendo lo stadio, la Farnesina e Roma Nord.
Durante l’evento iWeek, è stato presentato un recente sondaggio condotto dalla società di ricerche di mercato SWG, che indica che il 49% al 55% degli italiani è favorevole all’adozione delle nuove tecnologie nucleari nel nostro Paese.
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