Una vasta riserva di litio metallico recentemente individuata, stimata tra le 20 e le 40 milioni di tonnellate, potrebbe essere la più grande al mondo. Si trova negli Stati Uniti, in un cratere vulcanico tra Nevada e Oregon. Questo ritrovamento, se sfruttato correttamente, potrebbe avere impatti significativi sul prezzo, sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sulla geopolitica del litio. Ma, come spesso accade, l’enorme potenziale economico si accompagna a questioni ambientali e culturali complesse.
La Caldera di McDermitt è un antico supervulcano situato al confine tra Nevada e Oregon, il cui cratere si è formato circa 16 milioni di anni fa. Questo cratere vulcanico sembra nascondere una quantità di litio senza precedenti, con una concentrazione che supera il 2% in alcune aree. Questa percentuale è quasi il doppio rispetto al principale minerale argilloso contenente litio, la smectite di magnesio. Secondo gli esperti, questa concentrazione elevata potrebbe essere dovuta all’azione di una salamoia calda e alcalina, ricca di litio e potassio. La salamoia si è spostata verso l’alto a causa della ripresa dell’attività vulcanica.
La Caldera di McDermitt è una formazione geologica unica nel suo genere. Gli esperti ritengono che questa vasta caldera vulcanica possa contenere una delle più grandi concentrazioni di litio al mondo. Infatti, è presente una pietra argillosa insolita, composta principalmente dal minerale illite, con una concentrazione di litio tra l’1,3% e il 2,4%.
Il litio è diventato una risorsa critica nell’epoca delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici. La sua richiesta è destinata a crescere esponenzialmente entro il 2030, spinta dalla transizione ecologica. Attualmente, la produzione di litio è concentrata principalmente in Australia, Cile, Cina e Argentina. Tuttavia, la scoperta della Caldera di McDermitt potrebbe ridurre la dipendenza da fornitori stranieri e rafforzare la posizione degli USA in un settore cruciale per il futuro. Nonostante il potenziale economico, l’estrazione del litio nella Caldera di McDermitt solleva anche importanti preoccupazioni.
Gli allevatori locali temono che l’estrazione possa abbassare il livello delle acque sotterranee, compromettendo l’agricoltura e l’ecosistema circostante. Inoltre, un’analisi ambientale ha evidenziato possibili rischi per la fauna locale, che comprende l’antilocapra americana, il gallo cedrone e l’aquila reale. Ma il punto più critico riguarda la dimensione culturale. Questa area è considerata sacra da diverse tribù indigene, ed è fondamentale per la loro cultura, tradizione e stile di vita. La miniera proposta avrebbe un impatto devastante su questi popoli, che vedono il territorio come parte integrante della loro identità. L’equilibrio geopolitico del litio potrebbe subire una svolta significativa, con conseguenze sul prezzo, sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sulla politica energetica globale. Paesi come l’Unione Europea stanno già lavorando su strategie per garantire un approvvigionamento stabile di litio. La scoperta della Caldera di McDermitt mette ora in discussione il ruolo dominante degli attuali produttori.
La scoperta della riserva di litio nella Caldera di McDermitt è una svolta epocale nel settore del litio. Tuttavia, il suo sfruttamento richiederà un approccio equilibrato che tenga conto degli aspetti ambientali, culturali e sociali. In un’epoca in cui la transizione verso fonti di energia più pulite è essenziale, la gestione responsabile delle risorse è fondamentale. Gli Stati Uniti si trovano di fronte a una scelta: sfruttare questa risorsa per garantire un futuro energetico più sostenibile, o rispettare l’ambiente e i diritti delle comunità locali. La strada da percorrere sarà complessa, ma la scoperta della Caldera di McDermitt offre una prospettiva affascinante per il futuro dell’industria del litio.
L’Unione Europea sta attualmente sviluppando una strategia ambiziosa che include l’offerta di incentivi per l’apertura di nuove miniere di materie critiche. Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Portogallo sono tra i paesi europei con riserve potenzialmente significative. Ma al momento nessuno di essi può ancora competere con le immense riserve scoperte nella Caldera di McDermitt. In effetti, le riserve stimate di litio in Europa superano appena le 5 milioni di tonnellate. Per l’industria automobilistica degli Stati Uniti, questa scoperta di litio rappresenta una luce in fondo al tunnel. Lo scorso giugno, Paul A. Jacobson, il direttore finanziario della General Motors, aveva lanciato l’allarme sull’imminente rischio di carenza di litio per la produzione di veicoli elettrici. Attualmente, la produzione di litio negli USA rappresenta solamente l’1% della produzione globale. Le stime però indicano che ben il 12% delle riserve mondiali potrebbe trovarsi proprio nel suolo statunitense.
In copertina: Strati di argilla contenenti minerali di litio nella Caldera di McDermitt. Credit: Chris Henry
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