Allerta meteo in Emilia-Romagna: cosa sta succedendo e perché?
L’allerta meteo ha colpito la regione Emilia-Romagna, con condizioni meteorologiche avverse previste fino al 18 maggio. L’allerta riguarda principalmente la criticità idrica e idrogeologica nelle zone montane, collinari e di pianura della Romagna, così come nella collina bolognese. Ecco che cosa sta succedendo e perché.
La situazione meteorologica in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna continua a essere colpita da un grave stato di allerta meteo. Dopo diversi giorni di piogge e forti rovesci, la regione ha subito una violenta alluvione che ha causato gravi danni, distruzioni e perdite umane. Questa situazione di emergenza persisterà anche nella giornata di giovedì 18 maggio 2023. A causa della prolungata allerta meteo, diverse città, tra cui Bologna, Ravenna, Faenza e Cesena, hanno deciso di mantenere le scuole chiuse anche per giovedì 18 maggio.
Le zone interessate dall’allerta rossa comprendono la Pianura modenese di Secchia e Panaro, la Pianura bolognese di Reno e i suoi affluenti, la Collina bolognese, la Costa romagnola, la Bassa collina e la pianura romagnola, l’Alta collina romagnola, la Montagna romagnola, la Montagna emiliana centrale, la Collina emiliana centrale e la Montagna bolognese.
Inoltre, la Protezione Civile ha emesso un bollettino di allerta arancione per il 18 maggio 2023 che coinvolge diverse regioni. Questa allerta riguarda un moderato rischio idraulico nelle seguenti regioni e zone: Costa ferrarese, Pianura ferrarese di Po e Po di Volano (Emilia-Romagna), Bassa pianura orientale (Lombardia) e Marche.
La situazione dei corsi d’acqua
L’allerta meteo in Emilia-Romagna persiste a causa delle precipitazioni diffuse e della situazione di piena nei corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione. I bacini romagnoli e gli affluenti del Reno potrebbero raggiungere livelli prossimi ai limiti critici e ai massimi storici. Potrebbero verificarsi anche significativi aumenti dei livelli idrometrici nelle zone minori, con possibili fenomeni di erosione spondale e inondazioni delle aree circostanti. Questo potrebbe essere aggravato da criticità locali e dalla difficoltà di drenaggio delle acque del sistema di bonifica.
Persiste il rischio di dissesti su tutto il territorio collinare e montano, con maggior concentrazione nell’area occidentale della regione. Le condizioni rimangono favorevoli allo sviluppo di frane. Nel bollettino della Protezione Civile si legge:
«Si prevede il perdurare di piene elevate su tutti i tratti vallivi dei corsi d’acqua della regione. In particolare, sui bacini romagnoli e affluenti del Reno, interessati da esondazioni e rotte, permangono condizioni di grave criticità. I nuovi colmi di piena provenienti da monte fanno prevedere livelli elevati sul fiume Reno a valle di Cento».
Alluvione in Emilia-Romagna: cosa sta succedendo?
Attualmente, in Emilia-Romagna, si contano 21 fiumi esondati, con alcuni punti di esondazione multipli, e 23 corsi d’acqua che hanno superato il livello 3, il massimo livello di allarme. Inoltre, ci sono 37 comuni con allagamenti tra la Romagna e il bolognese. Sono 48 i Comuni con frane, alcune delle quali di dimensioni significative, tra Reggio Emilia e Rimini.
L’Emilia-Romagna sta cercando di riprendersi da questa situazione, sperando che le piogge rallentino e si fermino gradualmente, anche se l’allerta rossa rimane in vigore. La maggior parte dei fiumi e dei torrenti coinvolti sembrano essere corsi d’acqua minori che di solito non hanno un grande flusso d’acqua. Tuttavia la portata dell’alluvione è stata sconvolgente perché i fiumi più piccoli sono quelli che risentono maggiormente delle precipitazioni intense ma di breve durata. I fiumi con bacini più grandi, infatti, hanno una maggiore capacità di assorbire l’aumento improvviso della portata d’acqua. I fiumi più piccoli, al contrario, hanno una risposta di deflusso più intensa e improvvisa.
Allerta meteo: il bilancio si aggrava
L’evento climatico in Emilia-Romagna ha superato i record di precipitazioni degli ultimi cento anni relativi allo stesso periodo. I dati indicano livelli di precipitazioni giornaliere che vanno da 200 a 480 millimetri. La siccità dei mesi precedenti ha causato l’aridità del terreno, impedendo di assorbire tempestivamente la massiccia quantità d’acqua e provocando esondazioni e frane. L’alluvione ha causato otto vittime confermate. Di queste, sei nella provincia di Forlì-Cesena, una nel territorio di Ravenna e una nel Bolognese. Nella zona tra Forlì e Cesena, sono ancora due le persone considerate disperse, mentre una terza è stata ritrovata viva nella mattinata del 17 maggio. Il numero di persone evacuate ha superato le 10.000 unità, di cui 3.000 a Bologna, 5.000 a Faenza e 5.000 nel territorio di Ravenna.
Nelle ultime giornate ci sono stati oltre 250 dissesti sul versante appenninico, con conseguenti frane e smottamenti di terreno. Coldiretti ha fornito una stima parziale dei danni subiti dalle attività agricole e dalle infrastrutture, che ammontano a circa 300 milioni di euro. Migliaia di ettari di terreno coltivato e macchinari si trovano sommersi dall’acqua. I danni alle città, dove intere vie e abitazioni sono state distrutte dalle esondazioni, non sono ancora stati quantificati. Per contenere la situazione e salvaguardare le persone, centinaia di volontari della Protezione Civile dell’Emilia Romagna e circa 927 volontari provenienti da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento e altre organizzazioni nazionali sono già stati mobilitati. Sono attualmente in azione anche i Vigili del Fuoco.
Allerta meteo in Emilia-Romagna: quali sono le cause?
La situazione meterologica in Emilia-Romagna era già compromessa. Il 4 maggio si era verificato un primo evento molto intenso, con precipitazioni continue durate circa 48 ore. Lungo la fascia collinare che va dal Bolognese alla Romagna, si sono registrati picchi di 270 mm, che hanno causato innalzamenti dei livelli dei torrenti e delle principali affluenze del fiume Reno, nonché dei fiumi Lamone e Montone, che sfociano direttamente in mare. Ciò ha generato esondazioni e la rottura degli argini. La situazione è stata aggravata poi dall’arrivo del ciclone Minerva, che ha formato un profondo vortice ciclonico con circolazione anti-oraria nell’Italia centrale.
Per questo motivo si è verificata una nuova ondata di maltempo che ha provocato precipitazioni ancora più intense a causa dell’instabilità atmosferica. Purtroppo, l’area colpita è stata quasi la stessa dell’evento precedente, ma addirittura più estesa. Infatti, ha coinvolto anche il fiume Savio, che ha causato allagamenti a Cesena. Inoltre, queste intense precipitazioni si sono verificate in un momento in cui il suolo era già saturo a causa delle piogge avvenute all’inizio di maggio. Di conseguenza, i fiumi sono rapidamente aumentati di livello, causando la rottura degli argini in diversi punti.
Emergenza climatica: una situazione drammatica
Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha sottolineato l’eccezionalità dell’evento meteorologico, affermando che la realtà ha superato ogni previsione. Il cambiamento climatico è ormai una realtà. In sole 18 ore, il 16 maggio, è caduta la stessa quantità di pioggia che solitamente cade in più di un mese. A Cesena sono stati registrati 70 millimetri di pioggia in un solo giorno, superando la media mensile di maggio degli ultimi trent’anni, che è di 52 mm. A Faenza sono stati misurati 70 mm rispetto ai 57 mm storici.
Il nostro Paese si trova in una situazione di fragilità idrogeologica. Il territorio è diventato sempre più fragile a causa del mancato rispetto per gli equilibri naturali. Non si tratta quindi solo di un semplice maltempo, ma anche di un’emergenza climatica. Negli ultimi 150 anni sono aumentati esponenzialmente i gas serra presenti nell’atmosfera. Il riscaldamento globale in atto non implica solo un aumento delle temperature, ma anche una serie di effetti a catena sul clima, sulle correnti atmosferiche e sugli ecosistemi. L’attuale allerta meteo in Emilia-Romagna non è che una delle conferme.
Credit copertina: Stefano Bonaccini