Ambiente

Portaerei brasiliana affondata nell’oceano: un danno ambientale

Una portaerei brasiliana è stata affondata in mare aperto, dopo anni di tentativi di smantellamento. La portaerei era carica di materiale tossico e secondo le organizzazioni ambientaliste il suo affondamento produrrà un forte danno ambientale per la vita del mare. La decisione del governo brasiliano ha suscitato diverse reazioni e proteste da parte delle associazioni a difesa dell’ambiente, che subito hanno lanciato l’allarme di un danno irreparabile per il mare e le coste.

La portaerei brasiliana affondata nell’oceano

L’annuncio della Marina brasiliana è arrivato nei giorni scorsi e riguarda l’affondamento di una vecchia portaerei piena di amianto nell’oceano Atlantico. Il naufragio della Sao Paulo, ex Foch, è avvenuto in modo pianificato e controllato lo scorso 3 febbraio, a 350 chilometri dalle coste del Brasile. Nella zona di affondamento la profondità dell’oceano è di circa 5 mila metri. Dopo anni di tentativi di smaltimento, la decisione finale è stata quella di affondare la nave. Il motivo riguarda lo stato di degradazione della Sao Paulo. Si tratta di una portaerei lunga 266 metri il cui smantellamento sarebbe avvenuto con diversi rischi.

La storia della portaerei Sao Paulo

La portaerei Foch era inizialmente una nave ammiraglia della flotta francese, poi passata alla Marina brasiliana nel 2000, cambiando nome in Sao Paulo. La costruzione risale alla fine degli anni ’50 nel cantiere di Saint-Nazaire, nella Francia occidentale. Per 37 anni la nave è stata al servizio della marina di Parigi per poi passare a quella brasiliana. In seguito a un incendio avvenuto nel 2005 la nave risultava particolarmente degradata. Poiché l’ammodernamento sarebbe stato eccessivamente costoso, la decisione è stata quella dello smaltimento. Poiché nel Sud America non esistono cantieri di demolizione, l’unica soluzione era il trasferimento della nave a un cantiere disponibile.

Credit: Robin Des Bois

La decisione dell’affondamento

Nel 2021 un cantiere turco ha acquistato la nave per il recupero del metallo, ma durante il trasporto le autorità turche hanno negato di volerla ricevere. La portaerei quindi è tornata indietro. È stata poi respinta da diversi porti brasiliani ed è rimasta per diversi mesi al largo delle coste brasiliane. A gennaio 2023 la Marina brasiliana ha deciso di intervenire con l’affondamento programmato in quanto per l’avanzato stato di deterioramento dello scafo la nave non sarebbe stata in grado di raggiungere la costa. Il comunicato della Marina Brasiliana e del Ministero della Difesa ha annunciato la decisione dell’ affondamento controllato.

I materiali tossici della portaerei brasiliana

Secondo l’associazione ambientalista Robin Des Bois (il nostro Robin Hood) la portaerei brasiliana è un “pacchetto tossico”. Contiene infatti vernici, amianto, idrocarburi, inchiostri e PCB. I materiali pericolosi ammontano a 30 mila tonnellate, di cui 9,6 tonnellate di amianto e 644 tonnellate di inchiostri. Si è parlato di un vero e proprio “crimine ambientale”. Negli ultimi sei mesi si è cercato un porto per l’ispezione e lo smantellamento della nave, ma le operazioni non sono state possibili perché nessun porto era disponibile. L’unica soluzione perciò, secondo la Marina brasiliana, è stata l’affondamento. Dopo l’annuncio, il Pubblico Ministero Federale del Brasile ha cercato di interrompere l’operazione con diversi ricorsi in tribunale, a causa delle conseguenze ambientali.

Ultima immagine conosciuta della portaerei Sao Paulo vista dal satellite.
Credit: Divulgation/Greenpeace Brasil

I danni provocati all’ambiente

In una nota congiunta le associazioni ambientaliste hanno definito l’operazione di affondamento “un crimine ambientale”. Secondo Greenpeace, Sea Shepherd e Basel Action Network l’affondamento comporta danni incalcolabili per l’ambiente e genera impatti sulla vita marina e costiera. Le ong ambientaliste hanno anche denunciato la violazione di tre trattati internazionali. Nonostante l’affondamento sia avvenuto nella “zona più sicura”, la presenza di amianto e metalli pesanti, secondo le organizzazioni ambientaliste, sarà responsabile dell’inquinamento della catena alimentare marina. Nonostante l’allarme lanciato, l’operazione di affondamento è stata autorizzata. Secondo Greenpeace Brasile

Avrebbero potuto essere adottate misure ambientalmente responsabili, ma ancora una volta l’importanza di proteggere gli oceani, vitali per la vita del pianeta, è stata trattata con negligenza.

Leandro Ramos, direttore dei programmi di Greenpeace Brasile.

Maria Chiara Cavuoto

Dottoressa Magistrale in Ingegneria Energetica, da sempre curiosa di capire il perché dei fenomeni scientifici e appassionata di divulgazione. Sono autrice per CuE dal 2020, quando ho iniziato ad occuparmi degli articoli sulla pagina Energy, ma in questi anni ho avuto la possibilità di incontrare nuovi mondi e scoprire nuovi interessi. Oggi collaboro e scrivo per l'intero network.

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