Ambiente

Terre rare in Europa: scoperto in Svezia il più grande giacimento del continente

È stato scoperto il più grande giacimento di terre rare in Europa. La notizia è stata diffusa dal gruppo minerario svedese LKAB, di proprietà pubblica. Giovedì 12 gennaio 2023 il gruppo ha annunciato di aver localizzato “il più grande giacimento conosciuto in Europa” di elementi chimici definiti come “terre rare”.

Dove si trova il giacimento

Il giacimento si trova nel nord della Svezia, nella regione di Kiruna, e potrebbe contenere circa un milione di tonnellate di metalli importantissimi per l’industriale che ruota intorno alla transizione ecologica.

Gli elementi compresi nell’insieme delle terre rare, sono importantissimi in molte applicazioni che ruotano intorno alle energie rinnovabile ed all’industria green. Infatti, le terre rare sono comunemente utilizzati nella realizzazione di batterie, pannelli fotovoltaici, semiconduttori (chip e componenti elettronici), i quali sono indispensabili per realizzare prodotti come auto elettriche, inverter per impianti fotovoltaici, componenti per l’elettronica di potenza e batterie per accumulo.

La scoperta di un giacimento di terre rare in Europa potrebbe impattare in modo significativo sul mercato di questi elementi. Ad oggi, i principali giacimenti mondiali si trovano in Cina ed in Africa, ed il mercato è dominato da aziende cinesi o asiatiche.

Terre rare: cosa sono e perché sono importanti

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi, definiti dalla nomenclatura ufficiale IUPAC (Rare Earth Elements). Precisamente questi elementi sono: scandio (Sc), ittrio (Y) e i lantanoidi, cioè cerio (Ce), disprosio (Dy), erbio (Er), europio (Eu), gadolinio (Gd), olmio (Ho), lantanio (La), lutezio (Lu), neodimio (Nd), praseodimio (Pr), promezio (Pm), samario (Sm), terbio (Tb), tulio (Tm), itterbio (Yb).

Questi elementi sono dei metalli, e sono noti per le loro qualità di conduzione della corrente elettrica e per le loro caratteristiche di magnetismo; i 17 metalli sono raggruppati sotto un unico nome in quanto spesso si trovano tutti in un unico giacimento, ed hanno delle caratteristiche chimico-fisiche simili. Molti di questi elementi furono scoperti per la prima volta in Svezia nel corso del diciannovesimo secolo.

Impianto eolico offshore. Fonte: Pixabay

Le terre rare sono fondamentali in tutto il settore delle energie rinnovabili e sono alla base del processo di transizione energetica. Sono in generale estremamente diffusi nel settore dell’altissima tecnologia.

Ad esempio, alcuni di questi elementi, come erbio e itterbio, sono utilizzati per realizzare pannelli fotovoltaici di ultima generazione con rendimenti molti alti (intorno al 40%). L’europio è utilizzato per drogare alcune tipologie di vetro applicati nei laser, e, combinato con il terbio, viene utilizzato per realizzare schermi di tv e pc.

La scoperta di terre rare in Europa potrebbe avere un impatto importante sugli scenari di zero emissioni proposte dalla commissione europea e dagli stati membri. Infatti, questi metalli sono alla base della realizzazione di magneti permanenti, utilizzati per la realizzazione di molti motori ed alternatori elettrici. In particolare, sono molto presenti negli alternatori utilizzati nei generatori eolici e nei motori delle auto elettriche.

Una scoperta al momento giusto

Nel 2022 un report rilasciato dall’International Energy Agency (IEA), definito The Role of Critical Minerals in Clean Energy Transitions, ha analizzato l’andamento della domanda di minerali e terre rare nel futtuo a medio e lungo termine. Lo studio ha evidenziato che molti settori legati alla transizione ecologica vedranno un’esplosione di richiesta di minerali nel prossimo futuro.

L’analisi dell’IEA dimostra che la produzione di auto elettriche richiede una quantità di minerali, comprese le terre rare, 5 o 6 volte maggiore rispetto alle auto convenzionali. Inoltre, il report sottolinea che i diciassette metalli rari sono molto richiesti nell’eolico offshore. Quindi, la richiesta di terre rare in Europa aumenterà in futuro, in quanto le politiche energetiche dell’Unione Europea puntano fortemente sull’eolico offshore.

L’IEA sottolinea che, per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ Accordo di Parigi, la richiesta di terre rare a livello globale aumenterà del 40% nei prossimi 20 anni. Il report ha esaminato diversi scenari di sviluppo delle rinnovabili, ed ha concluso che, nel 2040, la richiesta mondiale di terre rare potrebbe essere anche 7 volte quella attuale, nel caso in cui si punti molto sull’eolico.

Il più grande giacimento di terre rare in Europa

Il più grande giacimento di terre rare in Europa si trova nel nord della Svezia, nella regione di Kiruma, ed è stato individuato dalla società pubblica LKAB. La regione si trova a 150 km a nord del circolo polare artico, ed è tradizionalmente una regione mineraria, con attività già risalenti al diciannovesimo secolo.

Impianto minerario per l’estrazione del ferro nella regione di Kiruna, Svezia. Fonte: LKAB.

Problemi burocratici e prime stime

L’amminastrotre delegato della società mineraria pubblica LKAB, Jon Moström, ha dichiarato che “la notizia è importante per la Svezia e per l’Europa”. “La nostra scoperta potrebbe rivelarsi un significativo tassello nella produzione di terre rare essenziali nella transizione verde”, ha ribadito Moström.

Tuttavia, in un’intervista al Sole24Ore l’amministratore delegato di LKAB ha espresso le sue preoccupazioni riguardo i tempi degli iter autorizzativi per iniziare l’estrazione. È stato ricordato che, per lo sfruttamento delle terre rare in Europa, gli iter burocratici hanno in media una durata di 10-15 anni. “Gli iter sono stati messi a punto quando avevamo il lusso di poter aspettare. Oggi c’è urgenza di sfruttare il giacimento e dobbiamo fare in modo che i tempi autorizzativi vengano diminuiti, sperabilmente del 50-60%”, ha spiegato Jan Moström.

Le terre rare sono così rare?

La concentrazione di terre rare nella crosta terrestre p sicuramente molto minore di altri minerali comuni, come il ferro, il piombo e l’alluminio. Detto ciò, la loro presenza è comunque significativa, essendo almeno 200 volte maggiore di quella dell’oro.

Infatti, il nome di questi metalli deriva dall’elevato costo e dalla difficoltà nell’estrazione mineraria, più che dall’effettiva scarsità. Per estrarre le terre rare dai giacimenti spesso sono necessari interventi minerari imponenti e con un elevato impatto ambientale.

I dirigenti di LKAB al momento non hanno fornito stime sui costi di estrazione, dichiarando che “si potranno avere stime precise solo tra uno o due anni”. Inoltre, anche la dimensione del giacimento non è stata ancora stabilita con certezza, seppur appare chiaro che sia “enorme” e stimata ad almeno un milione di tonnellate di minerali.

Miniere nella regione di Kiruna, Svezia. Fonte: LKAB.

Infine, i dirigenti di LKAB hanno dichiarato che sono già iniziati i lavori di creazione dei tunnel di collegamento tra il giacimento scoperto e la miniera di ferro già presente nella zona.

Terre rare: ecco i maggiori produttori

Al 2019, secondo un rapporto dell’IEA, i maggiori estrattori di terre rare erano Cina, Stati Uniti e Filippine. Tuttavia, negli ultimi anni sono aumentate le estrazioni anche in Brasile, Russia e Africa.

In particolare, nel continente africano sono stati scoperti giacimenti in Sudafrica, Angola, Namibia e Madagascar. Questi giacimenti sono stati presi di mira dai paesi europei, dal Canada e dagli Stati Uniti, in modo da provare a scalfire il dominio cinese in questo mercato.

La Cina infatti possiede il più grande giacimento globale di terre rare, situato nella città mineraria di Bayan Obo, nella regione cinese della Mongolia interna. Oltre ad avere grandi risorse naturali, la Cina ha iter autorizzativi più rapidi, dovuti ad una scarsa attenzione per l’impatto ambientale connesso all’estrazione di questi metalli.

Fino agli anni ottanta gli Stati Uniti erano il primo produttore mondiale di terre rare; tuttavia, i costi elevati e l’impatto ambientale ingente hanno portato alla scelta di diminuire l’attività di estrazione. Negli anni novanta la Cina ha conquistato il mercato delle terre rare ed è diventato primo produttore mondiale.

Al 2022, il 90% delle terre rare in Europa deriva arriva da aziende cinesi. Il giacimento scoperto in Svezia potrebbe cambiare le prospettive dell’approvvigionamento di terre rare in Europa.

Giovanni Restifo

Laureato in ingegneria, scrivo e studio giornalismo. Mi occupo di energia, politica internazionale, innovazione e ambiente.

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