“Abbiamo appena trovato un accordo sulla più grande legge sul clima mai negoziata in Europa”, ha dichiarato l’eurodeputato tedesco Peter Liese, che ha guidato i negoziati sulla legge. La riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) è importante per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Tra il 17 e il 18 dicembre, a Bruxelles, è stato raggiunta un’intesa per riformare il sistema di quote di emissioni di carbonio dell’Ue, denominato ETS (Emission Trading System). L’intesa trovata riguarda una riforma del mercato europeo del carbonio, centro del programma climatico dei ventisette stati membri.
Questo accordo fa parte di alcune proposte del pacchetto “FIT FOR 55”, che ha lo scopo di ridurre le emissioni europee di CO2 entro il 2030. In particolare, prevede la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue, un fondo sociale per il clima e le parti mancanti dell’accordo sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, chiamato CBAM.
I certificati di CO2 gratuiti, concessi all’industria saranno totalmente eliminati entro il 2034, otto anni dopo l’entrata in vigore del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), un meccanismo di tassazione sulle importazioni di alcuni prodotti (cemento, alluminio, idrogeno, ferro e acciaio) provenienti da paesi che non hanno gli stessi standard ambientali dell’UE. Si pone dunque l’obiettivo di rivedere il mercato delle emissioni, riducendo rapidamente la produzione di CO2 e imponendo una nuova regolamentazione sulle emissioni dei carburanti.
L’accordo sulle quote di emissioni di CO2 è operativo dal 2005 e copre il settore energetico, industriale e dei voli commerciali all’interno dell’Ue. Il sistema fissa un tetto massimo complessivo di emissioni che questi enti possono emettere, e consente alle aziende con più emissioni di acquistare delle quote da quelle meno inquinanti e così inquinare di più rispetto a quanto loro consentito, restando però sempre entro il limite stabilito dall’Unione Europea.
Il tetto massimo viene ridotto ogni anno. Se viene sforato, sono previste delle multe salate. Nonostante ciò, il sistema è stato aggirato dagli Stati membri in vari modi in questi anni. Dopo circa 30 ore di lunghi colloqui, si è stabilito che per coprire le emissioni di anidride carbonica, le industrie ad alta intensità energetica dovranno acquisire degli specifici permessi inquinanti.
L’accordo raggiunto nei giorni scorsi prevede anche un mercato parallelo del carbonio per i combustibili fossili utilizzati per alimentare le automobili e riscaldare gli edifici a partire dal 2027. A tal proposito, per aiutare le famiglie a basso reddito in modo da non essere ingiustamente colpite dalla misura, è stato approvato un Fondo sociale per il clima di 86,7 miliardi di euro per il periodo dal 2026 al 2032.
Inoltre, sarà introdotta la “Carbon tax”, che verrà applicata inizialmente in modo semplificato, mentre, da ottobre 2023, diventerà operativa nella sua totalità. Secondo alcuni studi recenti, con il programma climatico appena descritto, il tasso di riduzione delle quote potrà accelerare, arrivando ad un calo del 62% entro il 2030, l’1% in più di quanto inizialmente proposto dalla Commissione Europea. Inoltre, si prevede che ci sarà una riduzione del tetto complessivo delle emissioni in due anni, di 90 e 27 milioni di quote e che tutti i ricavi del mercato del carbonio dovranno essere spesi a favore dell’ambiente.
“Accolgo con favore l’accordo politico raggiunto sul sistema di scambio di quote di emissione rafforzato per una transizione più rapida. E sul Fondo sociale per il clima, per una transizione equa.”. Così la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, ha annunciato l’accordo raggiunto.
A cura di Carlotta Maccabelli
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