Caldaie a idrogeno italiane: installate con successo in Olanda
Lo scorso maggio l’azienda italiana Baxi S.p.A ha annunciato la progettazione della prima caldaia domestica completamente a idrogeno. Secondo l’azienda, per raggiungere i target energetici è fondamentale coniugare l’elevata efficienza delle tecnologie innovative alla tutela dell’ambiente. La caldaia a idrogeno garantisce la stessa efficienza di una caldaia a condensazione tradizionale. Rispetto a quest’ultima, la caldaia a idrogeno è in grado di rispondere alle richieste di riscaldamento e di acqua calda sanitaria senza emissioni di ossidi di carbonio. Attualmente l’azienda ha installato caldaie a idrogeno italiane in 12 abitazioni unifamiliari nella città di Lochem, in Olanda. L’idrogeno impiegato dalle caldaie viene immesso nella rete di distribuzione esistente.
Cos’è l’idrogeno?
L’idrogeno è definibile come un vettore energetico a zero emissioni perché è capace di immagazzinare e fornire grandi quantità di energia per unità di massa senza emettere CO2. L’idrogeno è l’elemento più comune dell’Universo e presente sul nostro pianeta a quantità illimitate, ma è raramente disponibile allo stato libero e molecolare. Tale elemento è un gas invisibile, inodore e atossico e si liquefà a una temperatura di -252°C. Una volta bruciato o utilizzato in una cella a combustibile, si combina con l’ossigeno per produrre acqua.
Caldaie a idrogeno italiane: funzionamento
La caldaia a idrogeno è dotata di un bruciatore catalitico e di un canale di reazione appositamente dedicato in cui si avvia il processo di ossidazione dell’idrogeno grazie all’azione di un agente catalizzatore auto-innescante e senza la necessità di energia elettrica. In seguito, la combinazione dell’idrogeno con l’ossigeno atmosferico genera energia termica, facilmente e immediatamente utilizzabile. L’unica possibilità è caduta sulla scelta di una caldaia a impatto zero. Per tre anni, i tecnici di Baxi analizzeranno consumi, rendimento e comportamento.
Caldaie a idrogeno italiane: il progetto realizzato in Olanda
Il progetto realizzato in Olanda prevede l’impiego di idrogeno prodotto da una serie di elettrolizzatori alimentati da pannelli solari. L’immissione dell’idrogeno attraverso la rete di distribuzione che in passato si utilizzava per il trasporto del gas. I tecnici hanno optato per 12 abitazioni molto antiche (costruite nei primi del ‘900) con diversi vincoli paesaggistici che impedivano di adottare le tradizionali soluzioni green.
La caldaia a idrogeno e cogenerazione
La caldaia a idrogeno può essere utilizzata anche per cogenerare, ovvero può produrre anche un’energia secondaria. In questo caso il sistema di cogenerazione recupera il vapore che si crea durante la scissione tra l’idrogeno e l’ossigeno il quale viene convogliato verso il bruciatore catalitico al fine di ottenere energia termica. Inoltre, parte del vapore viene convogliato verso le turbine che generano energia elettrica.
Processo di elettrolisi dell’acqua
Il processo di elettrolisi dell’acqua è innescato dall’utilizzo di energia elettrica per decomporre i componenti dell’acqua in idrogeno e ossigeno. La cella dell’elettrolizzatore in cui avviene il processo è dotata di due elettrodi che sono immersi in un elettrolita separato da una membrana. L’acqua si scinde in ossigeno e idrogeno agli elettrodi, mentre la membrana separa questi gas prodotti. Se l’elettrolisi è alimentata dall’energia ottenuta dalle fonti rinnovabili allora si parla di idrogeno verde.
Quanto costa una caldaia a idrogeno?
Il prezzo di una caldaia a idrogeno non è irrisorio visti i lunghi anni di ricerca per il suo sviluppo. Il suo costo può arrivare fino a 10.000 euro per il riscaldamento di un’abitazione di 107 mq. Inoltre, vi è un costo di manutenzione della caldaia a idrogeno di ogni 6 mesi. Tuttavia, per incentivare la transizione energetica, lo stato italiano ha previsto una serie di agevolazioni interessanti legate all’applicazione di un sistema di riscaldamento a idrogeno.