Eni e Total Energies hanno individuato un nuovo giacimento di gas nelle acque al largo di Cipro. Secondo le prime stime, ci sarebbero circa 2,5 TCF (trilioni di piedi cubi), pari a circa 70 miliardi di metri cubi di gas. Il potenziale aggiuntivo sarà in seguito valutato con un ulteriori pozzi esplorativi.
Il giacimento di gas scoperto da Eni si trova a circa 160 chilometri al largo di Cipro e ha una profondità di 2287 metri sotto l’acqua. L’area interessata è di competenza di Eni Cyprus con una quota del 50%. La restante parte è della Total Energies, una partner francese. Il giacimento di gas è stato scoperto grazie al quarto pozzo esplorativo perforato da Eni, chiamato Cronos-1. Si tratta di uno dei giacimenti più grandi al mondo, con riserve di gas per 70 miliardi di metri cubi. Spiega Eni:
“La scoperta di Cronos-1 crea le condizioni per portare a sviluppo ulteriori potenziali volumi di gas nella regione e rappresenta una delle azioni conseguite da Eni a supporto della fornitura di ulteriore gas all’Europa”.
La società è ottimista e ipotizza che le riserve individuate siano solo una parte di quelle ancora da trovare.
La scoperta di Eni e Total si colloca nel contesto attuale che rende necessaria l’autonomia energetica dell’Italia, soprattutto in relazione alla dipendenza dal gas russo. Sarà necessario almeno un anno per tradurre la notizia in un’effettiva applicazione industriale. Ma per ora sappiamo che questa scoperta al largo di Cipro aumenta la possibilità per l’Europa di rendersi indipendente dalle forniture dalla Russia. Sarà importante quindi per procedere anche nell’importante strategia della diversificazione delle fonti energetiche. Tuttavia secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia l’unico modo per limitare l’aumento delle temperature medie globali sotto gli 1,5 gradi sarebbe necessario azzerare ogni nuovo investimento nelle fonti fossili.
L’attività di Eni al largo di Cipro inizia nel 2013. I primi giacimenti sono stati scoperti già nel 2018 e il loro sfruttamento è rivendicato sia dalla Grecia che dalla Turchia. Si tratta di una zona difficile da gestire a livello politico, quindi anche la nuova scoperta non è una soluzione per l’emergenza che attualmente riguarda il settore energetico. Nel 2015 Eni e Rosneft hanno scoperto il giacimento Zhor nei pressi della costa egiziana, che è il più grande del Mediterraneo, con riserve di 850 miliardi di metri cubi. Oggi questo giacimento produce 27 miliardi di metri cubi ogni anno, tutti appartenenti all’Egitto. La scoperta, oltre ad aumentare la possibilità per l’Europa di rendersi indipendente dal punto di vista energetico, conferma il ruolo strategico del Mediterraneo orientale. Tra Cipro, Israele e Turchia infatti è stata individuata una grande estensione sul fondo marino denominata “Leviathan” , ricca di giacimenti di petrolio.
L’area scoperta dall’esplorazione con il primo pozzo dovrà essere sottoposta ad ulteriori procedure. Si dovranno effettuare perforazioni con altri pozzi perché il giacimento potrebbe essere più esteso di quanto scoperto fino ad ora. In base alla durata di questa fase verranno stabiliti anche i tempi necessari per estrarre il gas. Esiste la possibilità che Eni e Total cedano una quota minoritaria a un terzo operatore, in modo da poter ricevere dei fondi che saranno utili per velocizzare i tempi di estrazione. Nel frattempo, Israele ha mostrato interesse per la realizzazione di un gasdotto che parta dalle sue coste per raggiungere Cipro. Da qui poi raggiungerebbe in Grecia il territorio appartenente all’Unione Europea. Il progetto è chiamato EastMed e si estende per circa duemila chilometri. In futuro potrebbe fornire fino a 10 miliardi di metri cubi di gas ogni anno.
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