Gli scienziati italiani, consapevoli della gravità della crisi climatica, hanno proposto di considerarla come una priorità nella strategia politica del nostro Paese. La lettera aperta, datata 3 agosto 2022, è stata proposta dalla SISC – Società Italiana per le Scienze del Clima – e può essere firmata anche dai cittadini.
La crisi climatica diventa ogni giorno più grave ed è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Per affrontarla è ormai noto che le azioni dipendono dalle strategie e dalle linee guida adottate dai governi nazionali e internazionali. In questo senso, le elezioni del prossimo 25 settembre rappresentano un’opportunità per considerare il problema con un approccio diverso. Ecco perché gli scienziati ribadiscono l’importanza di agire, prima che sia troppo tardi. L’Italia infatti si colloca in un contesto climatico che, a differenza di altre zone, risente maggiormente dei cambiamenti climatici, essendo affacciata sul Mediterraneo. L’effetto riguarda soprattutto l’ambiente e gli ecosistemi, ma minaccia costantemente anche la società, la salute e le attività economiche. La lotta ai cambiamenti climatici è già da tempo al centro delle iniziative politiche europee. Con il Green Deal l’Unione Europea ha rinnovato il proprio impegno ad affermarsi come leader mondiale nella politica e nell’azione per il clima.
La comunità scientifica nella petizione riporta un elenco delle principali conseguenze dell’alterazione climatica causata dal riscaldamento globale. La modifica del naturale ciclo dell’acqua e l’aumento degli eventi meteorologici estremi producono danni non solo al territorio ma anche all’economia e alla società. Secondo alcuni studi, con l’aumento della gravità del cambiamento climatico l’economia subirà un freno e il PIL si ridurrà con conseguenti danni per le produzioni agricole, imprese e intere città. Per ogni grado di riscaldamento l’aumento della frequenza di eventi estremi sarà tra il 30% e il 40% con ondate di calore in aumento su scala globale. Ci troveremo quindi di fronte ad eventi come siccità, inondazioni, picchi di temperatura o gelate tardive. Per questo gli scienziati chiedono che la crisi climatica sia alla base dell’azione politica verso uno sviluppo sostenibile.
L’urgenza di oggi è quella di evitare che la situazione ambientale continui ad aggravarsi. Prima che avvenga l’irreparabile, come previsto dalle stime più pessimistiche, occorre agire subito nella direzione della transizione energetica e della decarbonizzazione. Al tempo stesso, servono azioni di mitigazione. I territori e la popolazione devono essere meno vulnerabili al clima estremo attraverso un’opportuna attività di pianificazione, senza aspettare lo stato di emergenza. Secondo gli scienziati, in Italia con i fondi del PNRR si stanno raggiungendo già dei buoni risultati, ma bisogna fare di più. Le recenti tensioni politiche causate anche dalla situazione in Ucraina devono far pensare a scelte più estreme e programmi più incisivi per favorire la transizione ecologica.
La strategia politica sul clima richiede prevenzione e lungimiranza. In Paesi come l’Italia, che è fortemente dipendente dall’importazione dei combustibili fossili, l’economia basata sulle rinnovabili risulterebbe più stabile. Gli scienziati si sono impegnati a dare il proprio contributo per la ricerca di soluzioni scientificamente affidabili e realizzabili. Il Premio Nobel Giorgio Parisi, che si schiera a favore dell’iniziativa della SISC, ha infatti commentato
«La scienza è come i fari di un’automobile: permette di vedere un po’ più in là. Ma sono i politici che devono guidare nella notte, sapendo che quei fari hanno una portata limitata. Gli scienziati cercano di illuminare quello che possono, ma non utilizzare le loro informazioni è come cercare di guidare nella notte a fari spenti»
Inoltre sottolinea l’importanza che gli interventi di azione per la riduzione dei consumi e la tutela ambientale hanno per l’economia e l’occupazione in Italia. Per questo
« È importante che i partiti mettano in chiaro nei loro programmi quali sono i loro progetti per la lotta ai cambiamenti climatici, per andare verso le energie rinnovabili e un mondo meno inquinato. Ma è altrettanto importante che poi gli elettori usino queste informazioni per decidere chi votare»
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