A Benevento è stato inagurato un edificio residenziale H-ZEB (Hydrogen Zero Emission Building), il primo in Europa. Nato come edificio n-ZEB (nearly Zero Energy Building) realizzato dall’Università degli Studi del Sannio, dal 7 luglio è alimentato da un microcogeneratore a celle a combustibile ad ossidi solidi basato sull’idrogeno puro. La cella a combustibile o fuel cell alimentata al 100% da idrogeno è in grado di soddisfare sia le richieste elettriche sia le richieste termiche dell’edificio residenziale.
La realizzazione è frutto della collaborazione dell’Università del Sannio con l’azienda Solid Power SPA e STRESS nell’ambito dell’Associazione Italiana per l’Idrogeno e Celle a Combustibile – H2IT. L’H2IT si propone di creare le condizioni politiche e normative per lo sviluppo di un mercato nelle applicazioni di idrogeno in Italia. Inoltre vuole promuovere il suo utilizzo attraverso la partecipazione pubblica e privata. L’installazione è avvenuta su un edificio Nearly Zero Energy Building chiamato BnZEB. Il BnZEB è un living lab dell’Università del Sannio, realizzato a Benevento e destinato a ospitare studenti universitari e visiting professor. Tale edificio ha lo scopo di testare e monitorare le prestazioni energetiche dell’edificio in un contesto reale e in un clima mediterraneo. Si propone di testare nuove tecnologie per favorirne l’accettabilità nella società e di permetterne la diffusione. A tal fine si è resa, quindi, necessaria l’introduzione di una nuova fonte energetica: l’idrogeno.
La cella a combustibile è una tecnologia in grado di convertire l’energia elettrochimica di un combustibile (in questo caso l’idrogeno) e dell’ossigeno direttamente in energia elettrica e in energia termica, raffreddando i gas esausti. Utilizzando l’idrogeno, l’unico prodotto di scarto è il vapor d’acqua. La conversione diretta di energia inoltre comporta un rendimento molto più elevato rispetto ai sistemi tradizionali. Se la cella viene rifornita con idrogeno verde, che viene prodotto tramite energia rinnovabile, l’intera catena della produzione ha emissioni di anidride carbonica nulle.
Per la prima volta in Europa, l’installazione di una fuel cell alimentata al 100% da idrogeno si combina con l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Lo sfruttamento dell’energia solare e geotermica e l’utilizzo del microcogeneratore a idrogeno soddisfano tutti i carichi dell’edificio. Questa applicazione è una “palestra tecnologica” che consentirà lo sviluppo e il miglioramento delle tecnologie a idrogeno per il settore residenziale. Inoltre l’edificio è sottoposto a un monitoraggio continuo attraverso sofisticate tecnologie domotiche. In questo modo è possibile individuare in tempo reale prestazioni e criticità. Ha commentato Gerardo Canfora, Rettore dell’Università degli Studi del Sannio:
“La trasformazione di nZEB, grazie all’applicazione di avanzate tecnologie che utilizzano l’idrogeno, rende ancora più evoluto il prototipo di casa a energia quasi zero, realizzato a Benevento. L’edificio, uno dei primi test del genere in Italia meridionale, proprio come era nelle intenzioni, sta permettendo di mettere a sistema innovative metodologie progettuali, costruttive e impiantistiche. Il risultato dimostra come anche nel Meridione, lavorando assieme, si possono raggiungere obiettivi alla frontiera della conoscenza scientifica e tecnologica. NZEB sta contribuendo a formare una nuova generazione di giovani ricercatori nella lotta ai cambiamenti climatici”.
La tecnologia dell’idrogeno è decisamente promettente e presenta diversi vantaggi. In primo luogo consente di procedere nella direzione della decarbonizzazione del settore energetico, non producendo gas serra. In questo caso l’iniziativa è anche finalizzata a valorizzare il Mezzogiorno nella ricerca e nell’innovazione di soluzioni meno impattanti. L’H-ZEB di Benevento è una vera rivoluzione perché si pone come un cambiamento radicale. Per affrontare i cambiamenti climatici e garantire al tempo stesso efficienza energetica e riduzione dei consumi, ottimizzare le tecnologie non basta. La transizione all’idrogeno verde consente non solo di realizzare tutto questo, ma anche di aiutare l’elettrificazione di tutti i settori. Con l’autoproduzione di energia infatti si riesce a ridurre il carico sulla rete elettrica e promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
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