Un accordo tra Germania, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca trasformerà il Mare del Nord nel più grande centro di energia pulita in Europa. L’intesa è stata firmata dai quattro capi di governo dei Paesi coinvolti e dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Entro il 2030 la capacità eolica offshore sarà quadruplicata. Nel 2050 si arriverà poi a una capacità dieci volte maggiore di quella attuale.
La dichiarazione rilasciata dai Paesi coinvolti ha definito la loro intenzione di realizzare la “centrale verde d’Europa”. L’impegno è di realizzare almeno 150 GW di capacità eolica offshore entro il 2050 nel Mare del Nord. Per farlo ci sarà anche una collaborazione sulla produzione di idrogeno verde sia via mare che via terra. Gli investimenti del settore privato dovrebbero raggiungere i 135 miliardi di euro. Ma questa cifra potrebbe essere addirittura più alta. La Commissione Europea infatti ha previsto 800 miliardi di euro di investimenti per l’energia offshore per raggiungere gli obiettivi del 2050. L’Unione Europea punta a raggiungere la neutralità climatica e, in parallelo, a creare una propria sicurezza energetica. Con il conflitto tra Russia e Ucraina infatti è nata l’urgenza di sostituire le fonti tradizionali. Già da diversi anni la Danimarca ha progettato delle isole energetiche che consentano la produzione di energia per soddisfare il fabbisogno termico invernale.
Il Mare del Nord possiede le caratteristiche ideali per la realizzazione di impianti eolici. In questa zona i venti sono intensi e costanti e le acque poco profonde. Inoltre, la vicinanza con diversi centri industriali rende vantaggiosa la produzione di energia elettrica. I leader politici sono fortemente attratti da questa possibilità, anche spinti dall’urgenza attuale di decarbonizzare l’Europa. Non a caso in questa zona ha già coinvolto diversi progetti.
Nel Mare del Nord saranno installati 150 GW, cioè metà della potenza offshore richiesta dalla Commissione Europea entro il 2050. Entro il 2030 si è fissato l’obiettivo di 20 GW di capacità produttiva. Il contributo della Danimarca consiste in 35 GW entro il 2050 mentre quello della Germania in almeno 70 GW entro il 2045. I due Stati hanno già sviluppato impianti eolici offshore ibridi e si impegneranno a farlo anche per il Mare del Nord. Per il Belgio e Paesi bassi sono fissati obiettivi minori. In particolare, 8 GW entro il 2040 per il Belgio e 21 GW entro il 2030 per i Paesi Bassi.
L’attuazione del progetto procederà seguendo diverse fasi. Si partirà con una pianificazione dei centri energetici e un’analisi del potenziale sia per l’eolico che per la produzione di idrogeno verde. Nel frattempo, proseguiranno ricerche per le tecnologie innovative e competitive che sfruttino le rinnovabili. Per farlo si prevedono collaborazioni con le industrie. Ciascuno dei quattro Stati partecipanti impegnerà un team di esperti che presenterà i risultati preliminari entro l’ anno.
I leader si sono impegnati a rispettare le regole del mercato elettrico in Unione Europea. L’energia eolica deve essere infatti integrata in rete in modo efficace, sulla base di un corretto rapporto costi – benefici. L’impegno è rivolto anche a una collaborazione con la Commissione Europea, gli Stati membri, le industrie e i partner globali. Saranno sostenute le tecnologie progettate nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, tutelando l’ecosistema marino del Mare del Nord. Nella dichiarazione rilasciata infatti si parla di “responsabilità condivisa”, sottolineando l’importanza della cooperazione negli studi di impatto ambientale.
L’Accordo sostiene il piano europeo per il mercato dell’idrogeno verde, supportando la sicurezza dell’approvvigionamento e prezzi accessibili per l’industria. Ciò contribuirà alla produzione onshore e offshore di idrogeno e lo sviluppo di infrastrutture per il suo trasporto. Sarà valutata la possibilità di una nuova normativa per sostenere la produzione di combustibili puliti, eliminando gradualmente l’importazione di gas naturale. Altri piani riguardano l’integrazione dell’eolico offshore con impianti solari fotovoltaici offshore. Lo sviluppo di questa tecnologia sarà monitorato per renderlo una nuova sfida ambientale.
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