L’energia pulita del futuro verrà anche dal mare. Sono pochi gli esempi attuali di tecnologie che sfruttano maree, moto ondoso e correnti oceaniche per produrre energia. Si tratta di una fonte di energia il cui sfruttamento è ancora principalmente in fase di sviluppo e ricerca. La Scozia è in prima linea ed ha inaugurato il primo impianto che testa le pale delle turbine come se fossero nel mare.
Si chiama FastBlade ed è il primo impianto che sfrutta la tecnologia idraulica rigenerativa per sottoporre le pale delle turbine maremotrici a una serie di stress test. Si tratta di prove della durata di tre mesi per studiare il comportamento delle turbine destinate a essere portate in mare. Qui saranno in grado di convertire l’energia naturale delle maree in elettricità. L’Università di Edimburgo ha sviluppato dei test per strutture metalliche e composite da utilizzare per costruire le pale delle turbine. La struttura è la prima al mondo ad essere stata messa a punto e testata. Inoltre è dotata di un sistema per ridurre il fabbisogno energetico durante i test a cui sarà sottoposta. L’impianto è stato realizzato in collaborazione con la compagnia aerospaziale Babcock International ed ha avuto un costo di circa 5,5 milioni di euro.
L’impianto FastBlade si trova nel cantiere navale Rosyth Dockyard e contiene una struttura di 75 tonnellate che ospita le pale di una turbina maremotrice. Le pale sono lunghe più di 15 metri e saranno oggetto di ricerca per valutare la possibilità di sviluppare materiali avanzati per diverse applicazioni industriali. Lo scopo è valutare e distribuire nuovi prodotti sul mercato. Saranno testati, oltre alle pale delle turbine, anche componenti delle ali degli aerei e sezioni strutturali di ponti. L’impianto è in grado di simulare le condizioni dell’acqua di mare anche nei casi più estremi. Quindi le pale delle turbine saranno studiate come se fossero in mare per valutarne il comportamento e le prestazioni.
La struttura FastBlade è stata progettata per test di alta qualità su pale di turbine maremotrici. Il telaio ha la capacità di adattarsi a una pluralità di dimensioni e forme diverse per aumentare lo spettro di analisi durante i test. I carichi sono erogati da una pompa idraulica con capacità di 800 litri al minuto. Il sistema di attuazione è in grado di recuperare l’energia tra i cicli di carico per ridurre il fabbisogno energetico richiesto e quindi anche il costo dei test. Si tratta di una tecnologia all’avanguardia che consente la verifica di diversi progetti in ambito energetico, stradale e aerospaziale prima della loro effettiva distribuzione.
L’utilizzo dell’energia delle maree deriva dal naturale innalzamento ed abbassamento del livello del mare durante questo fenomeno. Si tratta di un processo naturale dovuto all’interazione tra il campo gravitazionale terrestre e quello del sole e della luna. In Europa, in particolare in Francia e Gran Bretagna, esistono zone in cui le maree determinano variazioni medie annuali di 10 m di quota del livello del mare. Le tecnologie per convertire l’energia delle maree in energia elettrica sono molto simili a quelle utilizzate negli impianti idroelettrici. Il requisito principale è costituito dalla presenza di uno sbarramento che isoli un estuario o una baia. In diversi punti della diga sono posizionate delle aperture verso delle turbine che vengono utilizzate quando si presenta una differenza di quota fra i peli liberi dell’acqua ai lati dello sbarramento. L’energia marina è complessa da sfruttare perché sono necessarie aree di mare con correnti e maree intense. La maggior parte dei progetti, per questo motivo, sono sviluppati nel nord Europa.
La Scozia è all’avanguardia nello sviluppo di idee per sfruttare l’energia dal mare. Uno dei progetti più recenti e degni di nota che riguarda il moto ondoso è l’installazione della piattaforma Orbital O2 che galleggia al largo delle Isole Orcadi. Questa è dotata di ali che in acqua si piegano aprendo alle estremità due eliche che intercettano le onde per convertire la loro energia in elettricità. Nei prossimi anni, in questo modo, sarà possibile fornire energia a duemila abitazioni.
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