Home » Data center per il riscaldamento delle abitazioni

Data center per il riscaldamento delle abitazioni

data center

Fortum Oyj e Microsoft sfrutteranno il calore di un data center finlandese per riscaldare le abitazioni in modo da limitare le emissioni di gas a effetto serra.

La società energetica finlandese, Fortum Oyj, in collaborazione con Microsoft recupererà il calore di un data center per migliorare l’efficienza energetica della rete di teleriscaldamento già esistente. L’obiettivo consiste nel fornire energia termica per il riscaldamento a tutte le abitazioni appartenenti alle regioni di Espoo, Kikkonummi e Kauniainen. Il sistema di raffreddamento delle macchine catturerà il calore in eccesso e lo invierà alla rete di teleriscaldamento sotto il controllo di programmi di intelligenza artificiale in grado di ottimizzare le operazioni.
Fortum ha affermato che il nuovo data center fa parte della sua iniziativa “basata sulla sostituzione dei combustibili fossili con soluzioni intelligenti e flessibili, come l’elettricità rinnovabile, le pompe di calore e l’utilizzo del calore di scarto”.
Questo progetto è in comune a due sfide attuali: la digitalizzazione e la transizione energetica. Infatti, Fortum e Microsoft ritengono che il pensiero innovativo sia necessario per guidare il cambiamento energetico.

“Se vogliamo limitare il riscaldamento climatico globale a 1.5°C abbiamo bisogno di un pensiero innovativo per guidare il cambiamento a un ritmo più rapido e su scala più ampia”, afferma Nebahat Albayrak.

Tecnologia utilizzata per recuperare il calore

Il progetto utilizzerà la rete di teleriscaldamento esistente di Fortum sia per la cattura che per la distribuzione del calore. Il compito di recuperare il calore espulso dal data center è demandato a 2 pompe di calore Climaveneta FOCS2-W HFO/H/CA/S 5422. Inoltre, le unità selezionate per questo progetto lavoreranno con il nuovo refrigerante ecologico HFO-1234ze sviluppato per sostituire l’R-134a.
Il calore di scarto con questo metodo produrrà, in modo sostenibile, circa il 60% del riscaldamento dell’area. Di questo, il 40% deriverà dalla regione del data center e il resto da altre fonti di calore di scarto come le acque reflue purificate.

Consumi energetici di un data center

I data center consumano circa 200 TWh di energia all’anno e si prevede che il loro consumo di elettricità aumenterà di circa quindici volte entro il 2030, fino a raggiungere l’8% della domanda complessiva di elettricità. Attualmente il settore dei data center contribuisce per circa lo 0,3% alle emissioni complessive di carbonio e il 20% dell’energia utilizzata da un data center è impiegata nel suo raffreddamento.

In Europa, gli operatori dei data center hanno concordato di rendere le proprie strutture climaticamente neutre entro il 2030 firmando il Climate Neutral Data Centre.
Gli obiettivi prefissati riguardano:

  • acquisto di energia al 100% carbon-free;
  • riutilizzo e riparazione dei propri server;
  • riciclo del calore generato dai propri impianti.

Altri casi simili

Il data center di Odense, in Danimarca, sfrutta il calore in eccesso prodotto dai server per alimentare la rete di teleriscaldamento della città. Tale progetto mira a fornire 100 mila MWh di energia all’anno. Inoltre, dal 2020 a Islington si estrae aria calda dai tunnel nella metropolitana di Londra per riscaldare le case dei quartieri sovrastanti. Secondo uno studio questa tecnologia soddisfa il 38% della domanda di riscaldamento dell’intera città. Infine, una collaborazione tra la città di Stoccolma, il fornitore di energia Stockholm Exergi e molti altri stakeholder ha definito l’obiettivo di riciclare tutto il calore generato dalle case. 

Nell’ottica della neutralità climatica prospettata dall’Unione Europea i data center ricopriranno un ruolo fondamentale. I data center, infatti, potrebbero aiutare a ridurre le emissioni di riscaldamento in tutto il mondo.

“Questo investimento nella regione dei data center è un esempio lampante di azione e circolarità per il clima. Il progetto è il primo del suo genere di queste dimensioni, ma speriamo di ispirare un ulteriore sviluppo nell’uso del calore di scarto per fornire energia pulita”.