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La scarsità d’acqua è un fenomeno preoccupante e con il passare del tempo si presenta sempre più frequentemente. Si quantifica che lo spreco di acqua in Europa sia compreso tra il 20% e il 40% delle risorse idriche disponibili. In linea con lo scenario attuale i consumi dei cittadini, dell’industria e dell’agricoltura potrebbero aumentare del 16% entro il 2030.
L’irrigazione comporta un forte consumo di acqua. Per questo motivo gli stati membri intendono migliorare la panificazione dell’uso dei suoli prevenendo sviluppi che potrebbero portare a uno sfruttamento eccessivo delle risorse idriche e a promuovendo pratiche agricole sostenibili, quali il ricorso all’uso di acque reflue. Infatti, studi recenti evidenziano che nel settore industriale si potrebbe ottenere un risparmio fino al 40% mediante l’adozione di:
ENEA e l’Università di Bologna insieme con il gruppo Hera e Irritec hanno ideato un prototipo in grado di depurare le acque reflue per irrigare e fertilizzare i campi coltivati.
Le acque reflue, o di scarico, sono acque la cui qualità è sta pregiudicata dalle attività umane: domestiche, industriali o agricole. I reflui contengono sostanze organiche e inorganiche, motivo per il quale possono provocare danni alla salute umana e all’ambiente. Infatti, le acque reflue non possono essere riversate direttamente nell’ambiente senza prima subire un processo di depurazione, finalizzato a garantire una buona qualità delle acque superficiali o profonde.
Il prossimo 22 Marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua verrà presentato il progetto, rientrante nel Value CE-IN (VALorizzazione di acque reflUE e fanghi in ottica di economia CircolarE e simbiosi Industriale) finanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione. Il Value CE-IN è un progetto di ricerca industriale avviato nel luglio 2019 nell’ambito di energia e sviluppo sostenibile. Il progetto si pone come obiettivo l’ottimizzazione dell’intera catena del valore del trattamento depurativo dei reflui municipali ed industriali in ottica di economia circolare. Il programma propone soluzioni e tecnologie a TRL elevato per la chiusura dei cicli di beni primari come la risorsa idrica, gli elementi nutrienti e i fanghi di depurazione, anche in chiave di ottimizzazione energetica e di introduzione di nuovi scenari e modelli di business.
Il Gruppo Hera ha sperimentato il prototipo dimostrativo in un campo aperto con 120 colture di cui 66 piante di pesco e 54 di pomodoro da industria. I risultati raccolti al termine della fase sperimentale confermano la qualità delle acque reflue depurate per usi agricoli.
Il mese di Febbraio 2022 è risultato il più caldo dal 1898 con un aumento di 3.1 °C per il Nord Italia. L’Emilia-Romagna ha vissuto l’inverno più secco dal 2013 con precipitazioni inferiori del 55%. Di conseguenza, il fiume Po ha registrato portate inferiori del 50-60%. Infatti, nel Pavese, il livello idrometrico del fiume si è ridotto di 3.05 metri e di 6 metri a Isola Pescaroli.
La carenza idrica ha influenzato negativamente la quantità e la qualità dei raccolti. Una possibile soluzione a tale problema potrebbe derivare dall’utilizzo delle acque reflue.
Il coordinatore del progetto Luigi Petta, responsabile del Laboratorio ENEA di Tecnologie per l’uso e gestione efficiente di acque reflue, è intervenuto a tal proposito affermando che «i risultati ottenuti nell’ambito del progetto potrebbero supportare l’applicazione dello schema prototipale a tutti gli impianti di depurazione e la diffusione di pratiche di riuso a vantaggio di tutti gli stakeholder di filiera – dai gestori d’impianto ai consorzi di bonifica fino al settore dell’automazione, controllo e misurazione – con l’obiettivo di garantire una fonte idrica non convenzionale e sicura e fornire al contempo un apporto di elementi nutrienti alle colture, in linea con i nuovi indirizzi comunitari in vigore dal 2023».
Gli studi condotti finora, relativi all’utilizzo di acque reflue, hanno dimostrato effetti sostenibili sul sistema suolo-pianta attribuendo a questa pratica un ruolo sempre più centrale nell’agricoltura del futuro.
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