Arriva come una doccia gelata la programmazione di un referendum costituzionale in Bielorussia anche a tema nucleare. In queste ore si vota affinché possa essere permesso alla Russia di piazzare delle testate nucleari in Bielorussia. Neanche il tempo di metabolizzare gli scontri attorno al sito di Chernobyl che la paura da radiazioni torna ad allungarsi come un’ombra sull’occidente.
Il referendum costituzionale, il cui esito sembra ormai sconcertatamente scontato, ha come obiettivo la modificazione di uno o più articoli della costituzione. In questo caso ci sarebbe in ballo anche l’articolo 18 della costituzione bielorussa, il quale esprime la neutralità nucleare della nazione sin dall’indipendenza ottenuta dall’URSS nell’agosto del 1991, solo quattro mesi prima della sua dissoluzione totale.
Iniziano a piovere sui cieli della Russia le sanzioni imposte dagli altri Stati del mondo. In particolare, è molto forte la decisione da parte dell’Unione europea, insieme a USA, Regno Unito e Canada di tagliar fuori diverse realtà russe dal sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication). In questo modo, dichiara la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen “ci impegniamo a garantire che un certo numero di banche russe siano rimosse da Swift. Ciò impedirà loro di operare in tutto il mondo e bloccherà efficacemente le esportazioni e le importazioni russe”. “In secondo luogo congeleremo gli attivi della Banca centrale della Russia. Questo bloccherà le sue transazioni. E renderà impossibile alla Banca Centrale di liquidare i suoi asset. E infine, lavoreremo per proibire agli oligarchi russi di utilizzare i loro beni finanziari sui nostri mercati”.
La Russia è sempre più isolata. L’Europa chiude lo spazio aereo alle compagnie russe. Italia, Belgio, Germania, Francia, Regno Unito sono solo alcuni degli Stati off-limits. Questo non causa soltanto disagi ai privati, ma degli enormi disagi al sottile equilibrio del commercio internazionale import-export. Le ripercussioni su tutti i settori sono incalcolabili, primi su tutti i prezzi delle materie prime e dell’energia che schizzano alle stelle.
Così la Russia messa alle strette (con le attuali sanzioni imposte si stima una perdita di un punto percentuale di PIL annuo) reagisce. Putin, in un vertice tenuto al Cremlino con il ministro della Difesa Shoigu, dichiara che le sanzioni imposte sono illegittime e ha ordinato l’allerta del sistema nucleare di deterrenza. “I Paesi occidentali non stanno soltanto imponendoci sanzioni ostili, ma leader di grandi Paesi della Nato stanno facendo affermazioni aggressive nei confronti della Russia. Per questo ordino di mettere in allerta il sistema di deterrenza”.
Del suo avviso anche il leader bielorusso Lukashenko che ritiene eccessive le contromisure. “In una situazione come questa dovremmo essere consapevoli che ci sono tali sanzioni. Si parla tanto di settore bancario, gas, petrolio, Swift. È peggio della guerra. La Russia viene spinta verso una terza guerra mondiale. Dovremmo essere molto riservati e stare alla larga da essa. Perché la guerra nucleare è la fine di tutto”.
Questa Assemblea voluta dal Presidente Alexander Lukashenko è nata con lo scopo di creare un gruppo di figure selezionate altamente specializzate nei più disparati campi. Figure ovviamente a favore della linea politica e sostenitori del Presidente stesso. Tuttavia, l’Assemblea è un corpo pseudo parlamentare che ha ricevuto lo status di “corpo più altamente rappresentativo della democrazia”. Avrà il potere di imporre la legge marziale e lo stato di emergenza; di eleggere e deporre le cariche giuridiche della Corte costituzionale e della Corte suprema; formare la Commissione elettorale centrale. Infine, potrà decidere se allontanare il Presidente dalla sua carica per tradimento, violazione dei vincoli costituzionali, o non legittimità delle elezioni.
In questo modo l’attuale Presidente Lukashenko potrebbe, una volta terminata la sua carica, innestarsi a capo dell’Assemblea e avere la possibilità di rimuovere il nuovo Presidente annullando di fatto le elezioni. Oltretutto il referendum potrebbe modificare il numero massimo di mandati consecutivi possibili, portandolo a due. Così il conteggio per Lukashenko verrebbe automaticamente resettato a zero, aprendo la possibilità a una sua leadership fino al 2035. Di fatto la Bielorussia è una Repubblica presidenziale, con il potere esecutivo contrato nelle mani del Presidente che è sia Capo dello Stato che del governo. Con i ripetuti accorgimenti e interventi apportati alla costituzione, Lukashenko sta di fatto concentrando tutto il potere nelle sue mani.
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