Fonti fossili

Draghi: centrali a carbone per fronteggiare la crisi energetica

“Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario.”
Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi nell’informativa alla Camera sul conflitto tra Russia e Ucraina.

Le vicende accadute in questi ultimi giorni hanno destato molta preoccupazione nell’ambito energetico. Si sta evidenziando la forte vulnerabilità e dipendenza del sistema elettrico italiano dalle fonti energetiche presenti nei paesi esteri. Infatti, dalla Russia importiamo circa il 45% del gas naturale, il quale rappresenta un aumento del 27% di 10 anni fa. Di conseguenza, il governo ha proposto delle soluzioni, tra cui il ricorso alle centrali a carbone sulla via di un phase out.

Alternativa all’import del gas naturale

Il presidente del consiglio Draghi ha proposto la riapertura delle sette centrali a carbone presenti in Italia. Cinque centrali a carbone sono gestite da Enel energia, una da A2A, che è il gruppo di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica con sede a Milano, e un’altra centrale a carbone appartenente al gruppo energetico ceco EPH. Queste sono situate a:

  • La Spezia, in Liguria;
  • Fiume Santo e Portoscuro, in Sardegna;
  • Fusina, nel Veneto;
  • Monfalcone, in Friuli-Venezia Giulia;
  • Torrevaldaliga, nel Lazio;
  • Brindisi, in Puglia.

Secondo il Piano nazionale per l’energia e il clima (PNIEC) le centrali a carbone dovranno essere dismesse o convertite entro la fine del 2025. Nonostante  le centrali a carbone di La Spezia e di Monfalcone fossero state già avviate al fase out, sono state riattivate per pochi giorni già lo scorso dicembre per fronteggiare l’impennata di domanda energetica e il blocco di quattro centrali nucleari francesi.

Centrale termoelettrica a carbone

La centrale termoelettrica a carbone è un impianto industriale che converte l’energia chimica del carbone in energia elettrica. In queste centrali i principali cicli utilizzati sono il ciclo Rankine e il ciclo Brayton-Joule. Questi impianti sono costituiti da:

  • una caldaia o un generatore di vapore: è un componente metallico alto 50 m in cui si trovano i fasci tubieri a serpentina. I fasci tubieri contengono acqua che vaporizza e surriscalda.
  • sala macchine: edificio in cui si trova un gruppo turbina-alternatore.
  • percorso dei fumi: percorso in cui si abbattono gli agenti inquinanti.

Il carbone

Oggigiorno poco più del 4.9% dell’elettricità usata in Italia è prodotta dal carbone. Il carbone è una fonte facilmente reperibile e con un’immediata messa in servizio e un’alta resa energetica, però, è il combustibile più inquinanteTale combustibile è altamente inquinante perché emette nell’aria anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri sottili. Oltretutto è un combustibile che contiene arsenico, mercurio, uranio e altri isotopi radioattivi naturali che rilasciati nell’ambiente contaminano l’atmosfera. Infatti, le emissioni di CO2 da carbone sono superiori al 30% delle emissioni prodotte dal petrolio e al 70% delle emissioni prodotte dal gas naturale.
Infine, la manodopera richiesta dalle centrali a carbone è maggiore rispetto a quella richiesta dalle centrali a gas impieganti gasdotti. Il carbone, infatti, deve essere trasportato via nave, scaricato e poi movimentato nelle centrali.

Le fonti rinnovabili non sono sufficienti

Gli impianti di produzione da fonti rinnovabili sono necessari ma non sufficienti per sostenere il sistema elettrico italiano e soddisfare la domanda energetica. In effetti, il sistema elettrico italiano ha ancora bisogno del supporto delle fonti fossili per provvedere alle fluttuazioni del carico residuo e alle congestioni delle linee elettriche. In aggiunta, l’utilizzo di masse rotanti costituenti gli impianti di produzione da fonti fossili è fondamentale per un sistema elettrico resiliente. Infatti, le masse rotanti  generano inerzia elettrica in grado di opporsi agli sbilanciamenti di frequenza ed evitare possibili blackout elettrici.

Lucia Clara Cairella

Laureata in ingegneria energetica presso l'Università degli Studi del Sannio. Sono interessata alla riqualificazione energetica degli edifici e all'integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico. Autrice per #EnergyCuE da Febbraio 2022.

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