Mercato libero o maggior tutela? La liberalizzazione del mercato energetico prende le mosse nel 16 marzo 1999 con il D.Lgs 79, noto come decreto Bersani. Il decreto Bersani, a sua volta, recepiva la direttiva comunitaria del 1996 volta alla creazione del Mercato Unico dell’energia in Europa. Il passaggio al mercato libero era stato previsto, inizialmente, nel 2015 per le utenze domestiche. Il “decreto Milleproroghe” 2021 (D.Lgs. 183/2020), convertito in Legge 26 Febbraio 2021, n° 21, ha rimandato, ancora una volta, dal 2022 al 1° gennaio 2023 la cessazione del regime di mercato tutelato dell’energia. Questa rappresenta la quarta proroga in tre anni.
Oltre a motivazioni di carattere economico, esistono motivazioni di carattere pratico e organizzativo alla base delle proroghe: la più delicata riguarda la regolarizzazione di un settore in cui nascono sempre più aziende ed in cui la trasparenza comunicativa non è sempre adeguata.
Il mercato elettrico è la sede delle transazioni aventi per oggetto la compravendita dell’energia elettrica. Il mercato elettrico italiano è controllato dal Gestore dei Mercati Energetici, una società controllata del GSE. Funzionamento del mercato e metodi di partecipazione degli operatori sono stabiliti da una specifica Disciplina approvata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Il servizio di maggior tutela è una delle opzioni prevista nel mercato energetico italiano. Essa garantisce al consumatore l’erogazione di energia alle condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’ARERA: Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. La tariffa all’utente finale può, quindi, variare secondo fluttuazioni di prezzo stabilite di volta in volta dall’ARERA stessa. Il tariffa del mercato tutelato cambia ogni tre mesi.
Il Servizio di Maggior Tutela è rivolto alle utenze domestiche, ad imprese di piccola dimensione (meno di 50 dipendenti e fatturato annuo inferiore ai 10 milioni di euro) e all’illuminazione pubblica. Per utenze differenti da quelle precedentemente elencate si parla di regime di salvaguardia. Per ciascuna zona geografica, il servizio di maggior tutela è affidato ad un operatore energetico. Ad esempio, il principale distributore di energia elettrica in Italia, è Enel che è anche il primo operatore del servizio di maggiore tutela.
Per le utenze private la fine del mercato a maggior tutela è, come già detto, prevista per Gennaio 2023. Per le aziende tra 10 e 50 dipendenti e fatturato annuo tra 2 e 10 milioni di € oppure con potenza impegnata nel punto di prelievo maggiore a 15 kW, la fine del mercato tutelato è avvenuta a Gennaio 2021.
Il mercato libero dell’energia è una forma di mercato, a differenza della precedente, in cui i clienti possono scegliere liberamente il fornitore dei servizi energetici. Il fornitore, inoltre, concorda col cliente le condizioni economiche e contrattuali, senza l’intervento dell’ARERA.
La liberalizzazione del mercato dell’energia ha messo in moto meccanismi di concorrenza che sono andati a completo vantaggio dei consumatori finali. È proprio perché il mercato libero è un regime concorrenziale che sarà l’Antitrust ad occuparsi del controllo dei prezzi e degli operatori.
I consumatori avranno sia la possibilità di scegliere sia il prezzo più basso e conveniente in relazione alle proprie esigenze, ma anche una serie di servizi aggiuntivi offerti dal distributore di energia (buoni sconto, servizi di manutenzione impianti, ecc).
Al di là della libertà di poter scegliere fornitore e tariffa, la maggiore differenza tra mercato libero e maggior tutela sta proprio nella spesa legata alla materia prima (prezzo energia, gas) mentre le altre voci di spesa sono uguali per tutti gli operatori.
Stando alle stime di ARERA nella “Relazione Annuale 2020“, poco meno del 50% degli italiani è già passato al mercato libero dell’energia. Questo numero è però in costante aumento. Ciò è giustificato dall’aumento continuo dei prezzi regolamentati e dal miglioramento delle offerte presenti sul mercato libero generalizzato. Questo passaggio è stato agevolato dalla delibera n°369 del 7 luglio 2016 che ha obbligato gli operatori a presentare due offerte specifiche:
Non è ancora noto cosa accadrà agli utenti che non avranno effettuato una scelta alla data che segnerà la fine del mercato tutelato. Una delle ipotesi è un regime in stile salvaguardia che prevede un passaggio automatico a un fornitore selezionato tramite una gara. Un’altra possibilità è un sistema ad aste che stabilisce un tetto massimo di clienti che potranno fluire dal fornitore tutelato alla stessa azienda presente nel libero, mentre per quelli in “eccesso” è previsto un sistema ad aste intermedie e finali per passare a un fornitore terzo.
Nello specifico, quindi, quali sono le differenze tra Maggior Tutela e Mercato Libero?
È importante ribadire che l’unica differenza nelle tariffe sta nel costo della fornitura e della commercializzazione delle bollette. Costi per reti, contatore e imposte sono uguali per entrambi i regimi.
Ad oggi la scelta possibile di un consumatore è duplice:
I cambiamenti generano spesso timori, ma a conti fatti aderire al mercato libero, oltre a rappresentare una scelta posticipabile ma non derogabile, sembra essere un’ottima opportunità per il consumatore. A livello pratico, il passaggio non comporta particolari complicazioni; una volta sottoscritto il contratto con il fornitore prescelto la procedura viene avviata e l’utente non deve fare più niente. Non sono necessari interventi in casa o sul contatore, e il servizio viene garantito senza interruzioni.
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