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Prima filiera italiana per la seconda vita delle batterie al litio

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Diversi sono i progetti per l’avviamento di Gigafactory in Italia a supporto della mobilità elettrica. Una soluzione complementare è quella del riciclo e del riuso. Le principali aziende del settore hanno creato una filiera di parti interessante a dare una seconda vita alle batterie al litio da automotive. La presentazione ufficiale è avvenuta il 14 ottobre a Milano, al Festival della Mobilità Elettrica.

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Quali sono i partner di questa filiera?

Ad oggi si contano 9 partner che hanno filmato il Memorandum of Understanding volto a sviluppare una value chain nazionale per gestire il fine prima vita delle batterie al litio che provengono dalle applicazioni di mobilità elettrica. Si tratta di:

  • ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica che comprende 360 aziende associate ed è una delle più importanti associazioni di categoria in Italia;
  • Class Onlus, associazione no-profit che dal 2003 si occupa mobilità sostenibile;
  • Cobat, consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo delle componenti delle autovetture, in particolare batterie;
  • Comau, azienda del gruppo Stellantis e leader globale nel campo dell’automazione industriale;
  • Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, una delle principali realtà italiane che fa ricerca nel settore;
  • Enel, multinazionale italiana dell’energia e uno dei principali operatori globali nei settori dell’energia elettrica e gas;
  • Flash Battery, azienda italiana che rifornisce di batterie i costruttori di macchine industriali e veicoli elettrici;
  • Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria, centro nazionale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico che opera in diversi ambiti industriali;
  • RSE, controllata dal Gestore dei Servizi Energetici che si occupa di ricerca nel settore elettro-energetico con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali.

In cosa consiste il progetto?

La batteria di un veicolo elettrico raggiungerà un punto in cui la capacità residua la renderà inadatta a svolgere, ulteriormente, quella funzione. Tuttavia la batteria è ancora funzionante e può essere rigenerata ed utilizzata, ad esempio, in applicazioni di stoccaggio statico di energia (ESS) come nel caso delle rinnovabili. La prima vita utile di una batteria al litio nel settore dell’automotive è attualmente stimata in 10-12 anni. Al termine di questa vita, la capacità residua della batteria può arrivare ad essere l’80% di quella iniziale.

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Le procedure di rigenerazione e riconversione sono complesse e necessitano di fasi di testing, disassemblaggio e riassemblaggio che, attualmente, sono focus di ricerca tecnica e ottimizzazione economica. Il progetto della filiera per la seconda vita delle batterie riguarda proprio questo. Le aziende si sono impegnate ad avviare attività di R&D sui seguenti temi:

  • recupero dell’energia dagli accumulatori dismessi e loro stoccaggio e messa in sicurezza;
  • processi sicura, automatizzati ed efficienti per il disassemblaggio e il pre-trattamento degli accumulatori;
  • verifica dello stato di salute (SOH: state of health) delle celle e/o dei moduli attraverso metodi innovativi per l’individuazione delle componenti ancora utilizzabili;
  • processi di ri-assemblaggio per le celle e/o i moduli ancora utilizzabili in nuovi pacchi batteria per applicazioni statiche.
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cobat.it

In accordo ai principi dell’economia circolare, inoltre, il progetto prevede lo sviluppo di tecnologie e processi per il riciclo delle celle che non sono più utilizzabili.

Next steps

L’obiettivo dei partner del progetto è quello di stimolare soggetti istituzionali a livello locale e/o nazionale per validare il progetto e sostenerne il piano di intervento. Nel mid-term le aziende puntano a creare una piattaforma di natura collaborativa in cui agganciare i progetti di ricerca a politiche di intervento più concrete in modo da rendere la “ricerca” non fine a se stessa.

Articolo in collaborazione con PoliENERGY