L’industria dell’idrogeno europea potrebbe avere una forte scossa grazie a un colosso della chimica come Ineos. L’azienda inglese presenta il piano per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno verde. Il progetto iniziale calca l’asse Norvegia – Belgio – Germania, con progetti futuri in Francia e in UK. L’investimento totale previsto da Ineos ammonta a 2 miliardi di euro e lo scopo è costruire elettrocatalizzatori per produrre idrogeno verde, utilizzando quindi acqua ed energia elettrica derivata da fonti rinnovabili.
Ineos è impegnata a perseguire gli obiettivi alla decarbonizzazione, discussi nei vari, e sempre più frequenti, incontri tra le Parti più rappresentative dell’economia mondiale. Il net-zero by 2050 fissa la deadline per completare la transizione energetica e generare un flusso netto nullo di emissioni climalteranti.
Torna ricorsivamente il tema dell’abbattimento dell’impronta di carbonio che l’uomo lascia in ogni ciclo produttivo che prevede fenomeni di conversione di energia termica all’interno della catena di processi. Carbonio liberato bruciando combustibili fossili per produrre energia termica. L’ossidazione delle lunghe catene organiche, composte prevalentemente da atomi di carbonio e idrogeno, comporta la formazione di gas del carbonio come prodotti delle reazioni redox.
L’obiettivo predominante è decarbonizzare il più possibile i settori industriale e dei trasporti. Dove non è possibile elettrificare è necessario compensare le emissioni inquinanti.
Ricavare idrogeno verde potrebbe portare come diretta conseguenza l’utilizzo diretto dell’idrogeno ottenuto. La combustione completa dell’idrogeno ha come prodotto l’acqua 2H2 + O2 -> 2H2O. L’acqua ottenuta dopo una combustione è allo stato aeriforme e il vapore è un gas serra più potente dell’anidride carbonica. D’altra parte però è facilmente realizzabile la condizione di ricondensazione dell’acqua. In questo modo è sia possibile sfruttare il calore latente di condensazione (principio su cui si basano le caldaie a condensazione) sia utilizzare l’acqua stessa per altri scopi.
I ricercatori consigliano caldamente la strada che porta ad utilizzare l’idrogeno verde come componente per la sintesi di altre sostanze. Sostanzialmente utilizzare idrogeno verde per rendere sostenibile la produzione di altri composti chimici, come e-fuels e ammoniaca. I prodotti derivati possono avere, infatti, vantaggi rispetto all’idrogeno nudo e crudo, superando ad esempio i problemi legati al trasporto e lo stoccaggio.
Gli elettrocatalizzatori sono dispositivi che permettono di abbassare il potenziale energetico di reazione, o energia di attivazione, in modo da velocizzare -catalizzare- la reazione stessa. Nel caso specifico la reazione da catalizzare è quella che porta alla rottura del legame O-H nelle molecole d’acqua e alla ricombinazione di due atomi di idrogeno a formare H2.
Il primo della serie di impianti di sintesi di idrogeno verde proposto da Ineos vedrebbe la luce in Norvegia. I fiordi meridionali ospitano lo stabilimento Ineos di Rafnes, dove ogni anno vengono prodotti milioni di tonnellate di composti chimici come cloro, etilene, propilene, acido cloridrico, soda caustica e VCM (Vinyl Chloride Monomer).
La realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno verde da 20 megawatt permetterebbe di tagliare le emissioni di CO2 annue del polo di Rafnes di 22 mila tonnellate. La produzione di idrogeno verde in questo sito servirà a coprire parzialmente il consumo energetico dell’azienda e all’integrazione sul sistema di trasporto norvegese.
La strategia di Ineos prevede poi la realizzazione di un impianto più ambizioso alle porte di Colonia. L’impianto avrebbe una potenza di 100 megawatt e, per prima cosa, permetterebbe di produrre quella che viene chiamata green ammonia. L’ammoniaca verde -NH3- è, come per l’idrogeno verde, intesa come sintesi tra elementi reagenti ottenuti tramite processi che hanno impatto netto nullo sull’ambiente. Come la stessa azienda rende noto nel comunicato stampa, la produzione di ammoniaca verde è al centro dello sviluppo dei futuri combustibili green – the new application in the future of green fuel production -. Essendo il secondo elemento chimico più diffuso al mondo, produrre ammoniaca con processi sostenibili porterebbe a tagliare le emissioni di gas serra globali dell’1%.
L’obiettivo dell’impianto non si ferma alla produzione di idrogeno verde e ammoniaca verde, ma anche alla possibilità di rendere scalabile lo sviluppo di e-fuels attraverso l’applicazione Power-to-Methanol, ossia del combustibile metanolo -CH3OH- sintetizzato a partire dalla cattura della CO2 atmosferica e idrogeno verde.
In definitiva, l’idrogeno verde ottenuto con questo impianto verrà impiegato nella sintesi di ammoniaca verde ed e-fuels, processi interni al sito produttivo e una quota parte verrà messa a disposizione per altri scopi di sostenibilità ambientale locale.
Il taglio alle emissioni di gas serra salirebbe in questo caso a 120 mila tonnellate annue.
A fronte di un rapporto di taglia dell’elettrolizzatore di 5:1, il taglio alle emissioni vede il rapporto aumentare a 10:1.
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