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Rincari record in bollette di luce e gas: come possiamo difenderci?

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E’ ormai notizia di dominio pubblico la ormai prossima stangata che si abbatterà sulle bollette energetiche di luce e gas, con possibili aumenti fino al 40%.

Con l’arrivo della stagione fredda non è così insolita la notizia di rincari nelle bollette, ma l’aumento atteso per l’ultimo trimestre dell’anno è davvero record e preoccupa non poco le famiglie italiane.

Urge quindi chiedersi da cosa è dipeso quest’aumento. Chi ha la responsabilità e cosa possiamo fare noi come consumatori finali.

Iniziamo subito col dire che questo aumento non è localizzato solo al nostro Paese, ma incide a livello globale.

Inoltre i primi segnali negativi si sono già riscontrati nei mesi estivi, con un aumento di oltre il 20% sulle bollette energetiche.

Le cause che hanno portato a questi aumenti sono molteplici, non si può incolpare un singolo ente o determinate persone. Per fare chiarezza elenchiamo i fattori principali che maggiormente hanno inciso (e continueranno anche nel futuro) su questi rincari.

Costo delle materie prime

In questo periodo l’aumento dei prezzi delle materie prime è generalizzato, non stiamo parlando solo dell’energia elettrica o del petrolio, ma anche di ferro, carbone, plastica (e potremmo continuare a lungo).

Un aumento generalizzato di questo tipo comporta un aumento dei prezzi importante per tutte le aziende che vendono i loro prodotti, e la conseguenza di questo è che i rincari sulle vendite sono pressochè automatici.

A questo aggiungiamo anche il persistere in determinate aree di problematiche sanitarie dovute al Covid, che comportano rallentamenti in produzioni e consegne.

Molto dipende anche dal fatto che la domanda di risorse come l’energia elettrica è sempre più pressante in tutti i paesi, ma l’offerta non riesce a soddisfarla a livelli soddisfacenti (una logica semplice di mercato è che se sale la domanda di un bene, ma di contro diminuisce l’offerta, il rincaro sarà pressochè automatico).

Pensate che attualmente il prezzo medio del kWh all’ingrosso alla Borsa elettrica italiana è passato da un valore medio di 20-40 euro dello scorso anno fino ai quasi 140 euro del 2021!

Combustibili fossili

Un altro aspetto da sottolineare è come molti paesi perseguano nel cercare di ridurre la produzione di energia elettrica derivante da combustibili fossili, aumentando nel contempo quella derivante da fonti alternative.

Il problema è che questa fonte più pulita di energia è ancora nettamente insufficiente a sostenere la domanda sempre più pressante da parte dei consumatori.

Consideriamo, inoltre, che in Italia oltre la metà della produzione di energia elettrica deriva esclusivamente da combustibili fossili.

Incentivi sulle rinnovabili

I vari incentivi per creare energia da fonti pulite (per installare un fotovoltaico o pannelli solari) sono per l’appunto degli sconti che si fanno per incentivare questi interventi.

Ma i soldi per garantire questi incentivi dove li troviamo? Ovviamente dalle bollette, che diventano una tassa per molti, tale da consentire a pochi (per il momento) di produrre energia pulita!

Green Deal e pacchetto legislativo Fit for 55

Esiste una Legge Europea sulle politiche per il contenimento delle emissioni e per combattere il cambiamento climatico.

Per cercare di ridurre le emissioni entro il 2030 (si stima come obiettivo finale un -55% rispetto ai valori del 1990), le aziende hanno modo di vendere ed acquistare quote di emissioni di Co2, che vengono assegnate annualmente.

Il tetto massimo di emissioni concesse per le società energetiche prevede un abbassamento ulteriore con il passare degli anni, per ridurre la possibilità di inquinare, ma di contro il prezzo delle quote di Co2 è destinato ad alzarsi sempre di più, andando così a sostenere il passaggio a fonti di energia più pulita (in soldoni, più inquini e più paghi).

Tutto questo ha, però, generato un aumento dei costi che le società energetiche devono in parte recuperare, di conseguenza è scontato che il ripercuotersi sulle bollette energetiche e sulle tariffe per i consumatori finali.

Cosa fare per difendersi dai rincari energetici

Nonostante le promesse del mondo politico, atte a cercare di porre una limitazione all’aumento ormai certo delle bollette energetiche, la strada maestra resta quella di difendersi da soli, poiché le esigenze primarie come il riscaldarsi all’interno della propria casa e l’utilizzare i normali elettrodomestici non possono di certo venire meno.

Poiché le speculazioni sui consumi energetici delle famiglie italiane sono ormai cosa nota da troppi anni, è il momento di effettuare delle scelte autonome volte all’abbattimento dei costi!

Fotovoltaico: un’ipotesi sempre conveniente?

La strada maestra per molti potrebbe sembrare l’utilizzo massiccio del fotovoltaico, ma non dimentichiamoci che paesi come il nostro sono ancora caratterizzati da regolamenti e cavilli burocratici che rendono l’installazione molto più difficile di quanto si creda.

  • In una casa autonoma è necessario considerare le procedure da seguire, variabili non solo da Regione a Regione, ma a volte anche per singolo Comune!
  • Non dimentichiamo, inoltre, le problematiche dovute ai vincoli architettonici e paesaggistici, che rischiano di precludere l’installazione sui tetti di qualunque abitazione si trovi all’interno di quel perimetro.
  • Se ho una casa in campagna potrebbe sembrare più semplice la cosa, in realtà non è così, soprattutto se l’abitazione non si trova così lontano dalla costa. In questo caso è necessario richiedere un nulla osta per l’installazione persino alla Capitaneria di Porto!

E per quanto riguarda i condomini?

Ove possibile (quindi dove non sussistono vincoli di tipo paesaggistico o architettonico), ci si può accordare senza richiedere alcun tipo di autorizzazione, ma l’assemblea condominiale potrebbe intervenire qualora si ritenesse che la posa di questi pannelli può incidere sul decoro architettonico dell’edificio stesso, andando quindi a richiederne la rimozione.

Inoltre non dimentichiamo che l’inserimento di pannelli da parte di un condomino all’interno di un’area comune resta comunque fortemente limitato in relazione ai millesimi di cui esso è titolare (non si può in alcun modo togliere spazio ad altri condomini che desiderano fare altrettanto).

Isolamento termico delle abitazioni

Esiste un modo più semplice, qualora sia molto difficile pensare all’uso del fotovoltaico per abbattere i consumi energetici, ed è il provvedere a quegli interventi di isolamento termico dell’edificio che non sono mai stati considerati neppure durante il piano di costruzione dello stesso.

Quelli moderni prevedono sicuramente un piano di coibentazione termica, ma la stragrande maggioranza degli edifici presenti sul suolo italiano presentano un’età di costruzione superiore ai 20 o 30 anni, senza la benchè minima forma di isolamento termico prevista.

Edifici di questo tipo si trovano chiaramente all’ultimo livello di classe energetica, il che vuol dire che consumano troppa energia per mantenere la casa ad una temperatura interna realmente accettabile (il cosiddetto benessere termico ideale).

Gli incentivi in questo campo non mancano, come tutti ormai sanno, e consentono di intervenire portando ad una riqualificazione energetica dell’edificio che consentirà di risparmiare notevolmente in bolletta e contenere l’effetto dei rincari che ci attendono nei prossimi mesi.

Si possono isolare molti punti deboli della casa, quel che conta è avere ben chiaro dove si creano maggiormente le dispersioni termiche all’interno dell’edificio, attraverso un attento esame da parte di un tecnico abilitato.

Possono essere messi in atto varie opzioni di coibentazione interna in un edificio, intervenendo sui serramenti e gli infissi, sul sottotetto, sui cassonetti degli avvolgibili, oppure sulle pareti interne o esterne.

Qualora fosse presente all’interno dell’edificio, non dobbiamo dimenticarci anche della possibile presenza di un’area nascosta alla vista come l’intercapedine, una zona vuota posta tra le mura perimetrali che, se lasciata in questa condizione, rischia di generare importanti moti convettivi d’aria con conseguenti fenomeni di dispersione termica in casa.

Per risolvere la problematica si può intervenire direttamente sulla parete al cui interno è presente l’intercapedine stessa, riempiendo il vuoto con materiali isolanti ad alte prestazioni attraverso la tecnica dell’insufflaggio).

L’isolamento termico già da alcuni anni è stato sdoganato come intervento necessario per migliorare la qualità della vita all’interno dei nostri edifici, ma alla luce dei prossimi rincari (ai quali, siamo convinti, se ne susseguiranno altri in futuro) diventa fondamentale per garantire un abbattimento dei costi che solo il risparmio energetico in casa può consentire.