Il futuro è sempre caratterizzato dall’incertezza: difficile prevedere cosa succederà da qui a domani, figuriamoci da qui al 2040. Eppure l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha provato a delineare tre scenari per capire in che direzione potranno andare le energie rinnovabili. Nel primo di questi si ipotizza che i governi non attueranno cambiamenti radicali, e continueranno a seguire le politiche energetiche che prevedono il coinvolgimento dei combustibili fossili. Nel secondo, le politiche energetiche rinnovabili saranno annunciate ma non pienamente incorporate nelle normative dei vari Paesi, e da ultimo si prospetta la messa in atto di iniziative concrete per ridurre le emissioni di gas serra così da tutelare il pianeta.
Quest’ultima strada è l’unica opzione percorribile per avere un futuro, e le energie rinnovabili saranno coinvolte in prima linea nel cambiamento, anche perché uno studio ha mostrato come entro il 2024 le fonti rinnovabili aumenteranno la potenza installata del 50%, consentendo loro di coprire la metà delle nuove produzioni di elettricità, mentre l’altra fetta sarà fornita da gas e carbone, anche se dovranno essere messe in campo soluzioni per contenere le emissioni provocate dalle industrie che utilizzano questi combustibili.
Il carbone, il petrolio o il gas naturale soddisfano una percentuale notevole di fabbisogno energetico, tuttavia sono tossici per l’ambiente, tant’è che ormai i leader mondiali si sono interrogati e si interrogano da anni su quali energie alternative puntare per tutelare la salute dell’uomo e del pianeta. A questo si aggiunge la consapevolezza che le riserve dei combustibili fossili o nucleari non sono infinite: il petrolio sta esaurendo, e si stima che nel giro di un secolo scomparirà a causa del suo intensivo sfruttamento.
Essendo energie prodotte dalla Terra a seguito di processi svoltisi nell’arco di milioni di anni, non ritorneranno disponibili in fretta. Oltre a essere fortemente inquinanti (la prima causa di emissioni di CO2 e gas serra nell’aria è data proprio dal loro abuso), le energie non rinnovabili comportano costi notevoli. Se aggiungiamo che sono presenti solo in alcune parti del mondo, creando tensioni geopolitiche e conflitti per appropriarsene e rischi ambientali per trasportarle, il quadro non è dei più rosei, ed è per questo che bisogna puntare appieno su nuove fonti di energia.
Le fonti energetiche rinnovabili vengono definite così perché sono inesauribili, inoltre derivano dai quattro elementi presenti sul nostro pianeta, quali aria, acqua, terra e fuoco, ponendosi di conseguenza come risorse naturali. Siccome non emettono anidride carbonica o gas a effetto serra, sono fonti non inquinanti.
Con lo sfruttamento delle correnti dei venti, si può produrre energia eolica, definita intermittente perché la possibilità di produrla è determinata proprio dalla presenza di questi fenomeni, anche se viene generata servendosi di turbine o pale eoliche, che imitano il meccanismo degli antichi mulini a vento. A questa fonte rinnovabile viene affibbiato anche l’aggettivo adattabile, perché grazie a essa si possono produrre altre fonti di energia pulita, come quella elettrica o meccanica. Se l’energia eolica sfrutta il vento, quella idroelettrica si serve delle masse d’acqua che cadono da un dislivello o che scorrono, per generare in primo luogo energia cinetica, che verrà poi convertita in meccanica dalle turbine, e infine in elettrica dai generatori.
La quantità di energia prodotta può dipendere sia dal flusso d’acqua che dalla posizione dell’impianto o dal dislivello esistente. La fonte rinnovabile più conosciuta al mondo resta tuttavia l’energia solare, prodotta con l’ausilio di dispositivi appositi noti come pannelli fotovoltaici, capaci di catturare i raggi solari e trasformarli in energia elettrica. Gli impianti fotovoltaici vengono impiegati sia nei contesti domestici che aziendali, diventando preziosi per illuminare gli ambienti e riscaldarli, e si stima che l’installazione di queste strutture aumenterà considerevolmente nel corso dei prossimi anni.
Il decadimento di elementi come l’uranio e il potassio presenti sulla superficie terrestre consente, attraverso particolari strumentazioni, di trasformare il calore generato dalle rocce e dalle sorgenti termali in energia geotermica, la cui potenza è tale da poter soddisfare il fabbisogno energetico di edifici privati e commerciali. Al pari di quanto avviene per le acque dolci, è stata scoperta di recente un’energia che sfrutta il moto ondoso e i movimenti delle maree per produrre energia elettrica. La conversione dell’energia marina è ancora in via di sviluppo e non è ancora largamente diffusa sul territorio, anche se nulla vieta che in futuro possa diventare una delle fonti rinnovabili più sfruttate, sbaragliando le altre concorrenti.
Poco conosciuta ma già ampiamente sfruttata dall’industria manifatturiera e dalle grandi aziende di trasporto, la bioenergetica si produce servendosi di residui organici provenienti da piante e animali. La trasformazione di queste sostanze avviene per mezzo di grossi impianti che esportano dal terreno le componenti sopra descritte per realizzare combustibili liquidi, funzionali per ottenere elettricità e calore.
Si evince dunque che in futuro, per quanto riguarda il campo delle energie rinnovabili, ci sarà l’imbarazzo della scelta, e nulla vieta che possano essere scoperte soluzioni alternative per sfruttare fonti in grado di produrre energia pulita nel rispetto dell’ambiente, consentendo all’uomo di allargare i suoi orizzonti sul domani.
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