Dopo i prototipi della General Electric, Siemens Gamesa e Vestas si aggiunge la Cina. La MingYang Smart Energy segna un nuovo record con una turbina eolica da 16 MW, superando il primato da 15 MW della Vestas dello scorso febbraio. È corsa all’aumento delle capacità dell’eolico offshore.
L’azienda cinese MingYang Smart Energy ha realizzato due record nel settore dell’eolico offshore con la nuopa turbina eolica Myse 16.0-242.
Il primo record è sulle dimensioni. Prima la turbina più grande del mondo era la Haliade-X (attualmente in funzione a Rotterdam) della General Electric, alta 260 metri e larga 220. Secondo le specifiche, il diametro del rotore della Myse è di 242 metri per un’altezza totale di 264, mentre la singola pala arriva a 118.
Il secondo record riguarda la capacità. Secondo quanto dichiarato dalll’azienda cinese, la turbina ha una capacità di 16 MW ed è in grado di produrre oltre 80 TWh all’anno. Più che sufficiente per soddisfare la domanda di 20 mila abitazioni. Anche se solo di un MW, la MingYang supera sia la Vestas che la Siemens (questa ha una capacità di 14 MW ma è in grado di potenziare il modello fino a 15).
La potenza meccanica associata al vento è direttamente proporzionale a due fattori:
Quindi all’aumentare delle dimensioni delle pale, la turbina produce più energia.
Esistono in commercio delle microturbine che possono essere installate sul tetto delle case. Sono ad asse verticale con dimensioni ridotte (al massimo due metri di altezza) e un range di potenza dai 3 ai 10 kW.
Le turbine di piccola taglia hanno potenza variabile tra i 20 e i 100 kW. In genere hanno tre pale con rotori di diametro tra i 12 e i 20 metri. Sono ad asse orizzontale con una struttura di supporto costituita da un traliccio (o torre flessibile in acciaio).
Le turbine di media taglia arrivano ai 50 metri, quelle di grande taglia possono superare i 100. La Myse 16.0 con le sue pale lunghe 118 metri spazza un’area equivalente a quattro campi da calcio.
Realizzare una turbina eolica in realtà richiede poco tempo, èl’ installazione la parte più complicata. Per assicurare una produzione ottimale, le turbine devono essere installate in luoghi che garantiscano adeguate condizioni di vento.
Più sono grandi le pale della turbina, maggiore è la minima velocità del vento necessaria a muoverle. Quindi bisogna misurare la velocità del vento in un sito per un periodo standard (di norma un anno) così da determinarne la distribuzione.
La distribuzione di velocità è una curva la cui area sottesa indica per quanto tempo la velocità del vento è compresa in un intervallo di valori. A seconda delle zone, il vento può avere la stessa velocità media ma essere più variabile: in tal caso la producibilità è maggiore dove lla variabilità è più alta.
Una volta fatte le misure, si sceglie il modello di turbina più adatto. Bisogna considerare due fattori:
In quest’ottica, la Myse 16.0 può essere installata in zone turbolente, a partire dal Mar Cinese Orientale dove si verificano spesso tifoni.
Secondo ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, gli iter autorizzativi per gli impianti rinnovabili in Italia durano troppo. Per un impianto fotovoltaico occorre più di un anno per l’autorizzazione, per un eolico invece quasi cinque.
L’eolico offshore invece è ostacolato principalmente da vincoli metereologici e geologici. La ventosità nel Mediterraneo è medio-bassa, quindi ha un potenziale più basso rispetto ai mari del Nord Europa. I fondali inoltre sono profondi, quindi piattaforme galleggianti sarebbero più idonee .
A livello nazionale, ogni anno vengono installati circa 100 MW di eolico: ne servirebbero almeno 800 per il PNIEC. A questo passo, gli obiettivi per l’eolico previsti per il 2030 verranno raggiunti con almeno vent’anni di ritardo.
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