Un evento senza precedenti. Lo scorso 14 agosto la Summit Station della National Science Foundation ha rilevato pioggia sulla sommità della calotta glaciale della Groenlandia e registrato temperature sopra lo zero e neve bagnata per circa nove ore. La causa consiste in un forte ed esteso evento di scioglimento (molto simile a quello registrato a Luglio). Questo evento conferma ancora di più l’allarme lanciato dagli esperti sul repentino scioglimento dei ghiacciai nella zona.
Le condizioni che hanno permesso l’evento piovoso dipendono da gradienti di pressione. Infatti, un centro di bassa pressione moderatamente forte (pressione centrale 987 millibar) si è spostato verso nord-est. Allo stesso tempo, l’elevata pressione atmosferica al largo dell’estremità meridionale della Groenlandia, nello stretto di Danimarca, ha creato un forte gradiente di pressione nel mare del Labrador meridionale e nella baia di Baffin, costringendo un forte evento di vento da sud-sudovest a nord-est e sulla costa sudoccidentale della Groenlandia. Questa aria calda e umida ha poi ricoperto l’isola nei giorni successivi, causando la pioggia.
Il 14 e il 15 agosto si sono verificati un diffuso scioglimento superficiale. L‘estensione della fusione ha raggiunto il picco di 872.000 chilometri quadrati il 14 agosto, scendendo a 512.000 chilometri quadrati il 16 agosto. Fino ad ora, solo il 2012 e il 2021 hanno registrato più di un evento di fusione di 800.000 chilometri quadrati di estensione.
La pioggia è cominciata in contemporanea con l’innalzamento delle temperature al di sopra di quella di congelamento. Per circa sette ore è piovuto, formando poi sottili lastre di cristallo (dovuto al congelamento della pioggia nella neve). La temperatura più alta registrata dalla stazione è stata 0,48 °C, circa tre ore dopo l’inizio della pioggia. La stazione Summit si trova ad una altitudine di 2.850 metri. Le temperature hanno raggiunto temperature inferiori allo zero circa nove ore dopo l’evento piovoso, raggiungendo il valore -8,5 °C nelle prime ore del 15 Agosto.
I dati sullo scioglimento destano non poca preoccupazione. La pioggia sulla calotta glaciale in Groenlandia ha portato sia a un elevato scioglimento che a volumi elevati di deflusso nell’oceano. L’estensione aerea totale dello scioglimento superficiale (estensione totale del giorno di fusione) per il 2021 fino al 16 agosto è di 21,3 milioni di chilometri quadrati, ben al di sopra della media 1981-2010 di 18,6 milioni di chilometri quadrati. Il 15 agosto 2021, la massa superficiale persa era sette volte superiore alla media di metà agosto.
Nei giorni 14, 15 e 16 Agosto le temperature sopra lo zero e le piogge hanno coinvolto le zone del sud e dell’ovest della Groenlandia. Le precipitazioni totali sulla calotta glaciale sono state di 7 miliardi di tonnellate. I dati simulati secondo il modello MAR (Regional Atmosphere Model) suggeriscono che questo sia stato il più grande evento di pioggia dal 1950.
Non c’è più alcun dubbio: i ghiacciai della Groenlandia si stanno sciogliendo troppo velocemente. L’aumento delle temperature oceaniche ha prodotto, per effetto delle correnti, un riscaldamento delle piattaforme continentali di tutti i bacini della Groenlandia. Le nevicate non riescono più a equilibrare lo scioglimento, che sta accelerando troppo rapidamente. La pioggia registrata suggerisce ai ricercatori di considerare eventi meteorologici mai considerati prima. Un evento, secondo gli esperti, destinato a ripetersi. Inoltre, di recente alcuni ricercatori hanno rilevato che i ghiacciai della Groenlandia subiscono un processo di “undercutting”. Esso consiste nel fatto che i ghiacciai entrano sempre più in contatto con le masse d’acqua più calde sottostanti. Il ghiaccio quindi viene sciolto dal basso determinando un maggiore assottigliamento, che accelera ulteriormente il processo di ritiro.
Il sesto ed ultimo rapporto di valutazione dell’International Panel on Climate Change (IPCC) sentenzia su quanto in fretta bisogni agire contro il cambiamento climatico. Gli effetti sottolineati nel report includono aumento delle piogge a latitudini sempre più elevate, e maggior scioglimento del permafrost e a perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e la perdita del ghiaccio marino artico estivo.
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