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Idrogeno verde dall’Adriatico: il progetto AGNES

ambiente, idrogeno, rinnovabili

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Saipem mira a un obiettivo ambizioso col progetto AGNES: creare il primo hub energetico verde integrato nel mar Adriatico. Il progetto mira a convertire le attuali piattaforme petrolifere per creare una wind farm da 520 MW e un parco fotovoltaico flottante da 100 MW. Verranno aggiunti inoltre una serie di elettrizzatori in grado di produrre oltre 4 mila tonnellate di idrogeno verde all’anno.

Primo Hub energetico da 620 MW

Il progetto Adriatic Green Network of Energy Sources AGNES nasce dalla collaborazione tra le società Saipem e Qint’x nell’agosto del 2020. L’obiettivo è creare il più grande parco eolico dell’Adriatico: 65 turbine per una capacità totale di 520 MW. Le turbine a fondazioni fisse saranno disposte a 20 km a largo della costa di Ravenna.

Oltre a questo si aggiunge un impianto fotovoltaico da 100 MW con pannelli galleggianti. L’azienda Moss Maritime, controllata da Saipem, realizzerà l’impianto galleggiante in quanto specializzata in infrastrutture offshore e floating.

L’eolico offshore e il fotovoltaico galleggiante produranno energia elettrica per alimentare elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde.

In totale, l’hub energetico sarà in grado di produrre 1.5 TWh di energia pulita, abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 500 mila famiglie.

Idrogeno verde dall’acqua di mare

Per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, la scelta più usata è l’elettrolisi.

L’elettrolisi è il processo col quale si divide l’acqua in idrogeno e ossigeno sfruttando elettricità. Questa reazione avviene all’interno di un elettrolizzatore, che consiste in un anodo e un catodo immersi in un elettrolita e connessi ad una sorgente di corrente. La corrente elettrica rompe la molecola d’acqua creando ioni idrogeno H+ e idrossido OH-. Al catodo, gli ioni H+ acquistano elettroni tramite reazione di riduzione formando così idrogeno gassoso H2. All’anodo gli ioni OH- si ossidano perdendo elettroni.

Questo processo è ideale per l’acqua dolce, mentre è problematico con l’acqua salmastra. Il sale presente nell’acqua forma cloruro di sodio che si trasforma in gas tossico. La soluzione più usata è quella di desalinizzare prima l’acqua ma è un passaggio costoso.

Per aggirare questo ostacolo, Agnes applica un metodo innovativo realizzato dai ricercatori della Standoford University.

Il nuovo metodo ottimizza l’elettrolisi con acqua di mare rivestendo l’anodo con solfuro di nichel, a sua volta avvolto in strati di idrossido di ferro-nichel. Durante l’elettrolisi, il solfuro di nichel si trasforma in uno strato carico negativamente che protegge l’anodo respingendo così il cloruro. allungando la vita dell’elettrodo fino a 1000 ore.

Ravenna come simbolo della transizione energetica?

La scelta di Ravenna è legata al background industriale dell’area nel settore petrolifero e navale. Negli ultimi anni tuttavia ci sono state forti flessioni in entrambi i settori. Per questo motivo AGNES ripristina le piattaforme O&G ormai in disuso. Come? Installandoci gli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde. 

Il progetto AGNES potrebbe diventare un modello replicabile in tutti i siti italiani con caratteristiche analoghe. Saipem e Qint’x stanno già studiando nuovi progetti in Sicilia e Sardegna per turbine eoliche con fondazioni galleggianti. 

Il CEO di Saipem, Stefano Cao, ha dichiarato che l’hub energetico rappresenta <<un prototipo di riferimento ed uno schema ripetibile in Italia e nel mondo>>.

Idrogeno verde, blu o grigio?

L’idrogeno è un punto cruciale per la transizione energetica. L’idrogeno infatti può essere usato come combustibile per produrre energia, sostituendo le fonti fossili. Il problema però è la disponibilità: non si trova in natura, bisogna separarlo dalle molecole con cui è combinato.

A livello globale vengono prodotte 74 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno. Circa il 95% è costituito da idrogeno grigio, estratto dal metano o da altri idrocarburi.

Poi c’è quello blu, che usa lo stesso processo di quello grigio, solo che la CO2 prodotta viene intrappolata sotto terra.

L’unico idrogeno a emissioni zero è quello verde, prodotto tramite elettrolisi. L’idrogeno verde però costituisce solo il 4% della produzione globale, in quanto il processo consuma molta energia.

La Commissione Europea mira a rendere l’idrogeno verde più competitivo in vista dei target europei del 2030 tramite:

  • l’installazione di 6 GW di elettrolizzatori entro il 2024
  • incremnto della produzione di idrogeno verde a dieci tonnellate l’anno entro il 2030
  • producendo idrogeno verde su larga scala tramite un quarto dell’energia rinnovabile entro il 2050