Ambiente

Emergenza climatica: è codice rosso temperatura dall’IPCC

Il sesto ed ultimo rapporto di valutazione dell’International Panel on Climate Change (IPCC) è una sentenza: non abbiamo più tempo. Bisogna agire ADESSO per limitare i danni ed evitare le conseguenze più gravi legate all’aumento della temperatura media globale.

Il Report

Durante la conferenza stampa di presentazione del report sono state due le affermazioni più lapidarie: Valérie Masson-Delmotte, copresidente del gruppo di lavoro I dell’IPCC, afferma che, alla luce della più vasta raccolta dati sul clima della storia, il cambiamento climatico sta colpendo ogni singola regione del pianeta e che sono le attività antropiche l’origine dell’emergenza climatica in atto.

Il riscaldamento globale

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Il report evidenzia come le probabilità di contenere l’aumento della temperatura a +1.5°C, ma anche +2°C, rispetto all’epoca preindustriale è irrisoria a meno di applicare misure di contenimento delle emissioni di gas serra rapide e su larga scala. Il report dimostra come le emissioni di gas serra ad opera degli esseri umani sia responsabile dell’aumento della temperatura media globale di +1.1°C rispetto al 1850-1900. Nei prossimi 20 anni, la temperatura supererà il valore critico di +1.5°C.

Valérie Masson-Delmotte afferma che il report fornisce un riscontro oggettivo. Un aumento della temperatura di +1.5°C determinerà crescenti ondate di calore con stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Con un aumento della temperatura di +2°C il caldo raggiungerebbe valori critici per agricoltura e salute umana.

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Non solo temperatura

Ma il cambiamento non è solo una questione di temperatura. Il cambiamento climatico sta portando molteplici cambiamenti in diverse regioni – che aumenteranno tutti di intensità con un ulteriore riscaldamento. Questi includono cambiamenti nell’umidità e nella desertificazione, nei venti, nella neve e nel ghiaccio, nelle aree costiere e negli oceani.

Alcuni esempi:

  • le alterazioni del ciclo dell’acqua porteranno a più intensi fenomeni precipitativi e alluvionali, con conseguente siccità in altre regioni;
  • il cambiamento climatico sta influenzando i modelli delle precipitazioni. Alle alte latitudini, è probabile che le precipitazioni aumentino, mentre si prevede che diminuiscano in gran parte delle regioni subtropicali. Sono attesi cambiamenti nelle precipitazioni monsoniche, che varieranno a seconda della regione;
  • le aree costiere vedranno un continuo aumento del livello del mare per tutto il 21° secolo. Inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle aree basse e all’erosione costiera. Eventi estremi del livello del mare, che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, potrebbero verificarsi ogni anno entro la fine di questo secolo;
  • un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scioglimento del permafrost e la perdita della copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e la perdita del ghiaccio marino artico estivo;
  • i cambiamenti dell’oceano, tra cui il riscaldamento, le ondate di calore marine più frequenti, l’acidificazione degli oceani e la riduzione dei livelli di ossigeno sono stati chiaramente collegati all’influenza umana. Questi cambiamenti influenzano sia gli ecosistemi oceanici sia le persone che dipendono da loro, e continueranno almeno per il resto di questo secolo;
  • per le città, alcuni aspetti correlati al cambiamento climatico possono essere amplificati. Il calore (le aree urbane sono di solito più calde), le inondazioni da eventi di precipitazioni copiose e l’aumento del livello del mare nelle città costiere.

L’influenza umana sul futuro del clima

Valérie Masson-Delmotte afferma come “È chiaro da decenni che il clima della Terra sta cambiando, e il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscusso“. Il nuovo rapporto riflette però gli importanti progressi nella scienza dell’attribuzione e della comprensione del ruolo del cambiamento climatico nell’intensificazione di specifici eventi meteorologici e climatici come le onde di calore estreme e gli eventi di precipitazioni pesanti. Il rapporto mostra anche che le azioni umane hanno ancora il potenziale per determinare il futuro corso del clima. L’evidenza è chiara che l’anidride carbonica è il principale motore del cambiamento climatico, anche se anche altri gas serra e inquinanti atmosferici influenzano il clima.

“Stabilizzare il clima richiederà riduzioni forti, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra, e raggiungere emissioni nette di anidride carbonica pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, specialmente il metano, potrebbe avere dei benefici sia per la salute che per il clima”, ha aggiunto Panmao Zhai, membro del gruppo di lavoro I.

Non una sorpresa

Una delle prime reazioni è arrivata da Greta Thumberg che si dice non sorpresa di quanto emerso dal report perché, esso, conferma solo quanto presente nelle migliaia di studi sul tema.

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Anche secondo l’attivista svedese saranno necessarie scelte coraggiose nel prossimo futuro per riuscire a evitare le conseguenze peggiori.

Rosario Tolomeo

Laureato in Ingegneria Chimica. Ingegnere abilitato dal 2018. Ingegnere di processo e consulente prima, Ph.D. Student in Industrial Engineering, presso l’Università degli Studi di Salerno, su veicoli elettrici e batterie al litio ora. Autore su #EnergyCuE da Maggio 2019. Appassionato di tecnologia, scienza, Giappone, energia e sostenibilità a tutto tondo.

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