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Emergenza incendi: un pianeta avvolto dal fuoco

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I cambiamenti climatici sono ormai un dato di fatto. Ondate di caldo e di freddo anomale ed eventi estremi sono sempre più frequenti. L’estate del 2021 da questo punto di vista sembra essere un vero record: in molte aree del mondo si stanno creando le condizioni per incendi catastrofici.

Clima e incendi

Esiste una correlazione molto stretta tra clima ed incendi, come confermato di recente dagli esperti. Gli studi dimostrano che la crisi climatica influenza sempre di più gli eventi meteorologici estremi. Il caldo torrido e l’ aumento di intensità delle piogge sono alcuni degli esempi di questi fenomeni che già vengono studiati da anni. Tra gli eventi che maggiormente mettono in allarme c’è l’aumento del rischio di incendi a causa del cambiamento climatico. Gli scienziati hanno adottato quattro modelli climatici per calcolare il Fire Weather Index, un parametro che indica il pericolo degli incendi. Ne è emerso che la probabilità di questi fenomeni è aumentata del 30% dal 1900 a causa delle alterazioni del clima. Si tratta di un dato teorico perché il modello sottostima la dipendenza dal caldo estremo che è alla base degli incendi, quindi la percentuale reale potrebbe essere più alta.

Un pianeta di fuoco

Il pianeta è letteralmente devastato dal fuoco. Al caso della Sardegna, dove le fiamme hanno distrutto per giorni ettari di boschi determinando l’incendio più grande di quest’anno sull’isola, se ne affiancano altri ugualmente preoccupanti. Siberia, Canada, Stati Uniti e Sudafrica sono stati anch’essi avvolti dalle fiamme. Eventi così catastrofici possono essere contenuti attraverso una corretta manutenzione dei territori, ma quando le temperature raggiungono valori record si tratta di una conseguenza praticamente impossibili da evitare. Le prospettive per il futuro sono allarmanti. Se non riusciremo a contenere l’aumento della temperatura globale, gli incendi potrebbero diventare quattro volte più probabili rispetto al secolo scorso. Ma si tratta anche in questo caso della migliore delle ipotesi.

Emergenza incendi in Siberia

Quella del 2021 in Siberia è l’estate più calda degli ultimi 150 anni. Oltre a essere calda, l’aria è anche secca e per questo gli incendi si sono propagati distruggendo circa un milione e mezzo di ettari di boschi. In una zona che si trova quasi interamente nel Circolo polare artico, negli ultimi anni le ondate di caldo sono state senza precedenti. Trasportati dal vento, i fumi hanno causato disagi in città per la scarsa visibilità e sono diverse le aree bruciate nelle quali sono arrivati i soccorsi aerei. Alcune aree di Russia e Siberia, considerate tra le più fredde del mondo, quest’anno hanno raggiunto i 35 °C, un vero record per queste latitudini. Già lo scorso anno si sono verificati eventi simili, e gli incendi hanno rilasciato in atmosfera una quantità di anidride carbonica pari a quella generata in un anno dallo sfruttamento delle fonti fossili in Messico.

Una situazione preoccupante

Il riscaldamento che sta riguardando anche le aree più fredde del pianeta è un rischio non solo per gli ecosistemi ma anche per lo scioglimento del permafrost. Questo evento rappresenta un pericolo per la possibile liberazione di batteri, metano e altri gas serra, come si è verificato in Russia nel 2010. I terreni iniziano a cedere, provocando anche crolli degli edifici e fratture delle tubazioni di gas o petrolio che generano veri e propri disastri ecologici. Sono tante le aree del mondo dove la situazione climatica degenera nel fuoco. Il Canada, che ospita il 9% delle foreste del pianeta ha registrato temperature fino ai 50 gradi in questi mesi del 2021. Anche negli Stati Uniti il caldo secco del luglio 2021 ha devastato oltre 600mila ettari avvolti dalle fiamme. Il fumo si estende a migliaia di chilometri di distanza, raggiungendo i centri abitati e richiedendo soccorsi ed evacuazioni.

Incendi e inquinamento

Gli incendi sono non solo un pericolo per la vita umana e l’equilibrio degli ecosistemi, ma determinano in atmosfera livelli di inquinamento altissimi. Particolato, ozono, benzene e acido cianidrico sono tutte sostanze dannose che con gli incendi possono raggiungere i centri abitati. In Siberia ad esempio le concentrazioni di particolato ha superato con gli ultimi eventi di oltre 40 volte il limite raccomandato dall’OMS. Le fiamme emettono anche anidride carbonica, e nelle zone del permafrost la situazione è ancora più grave perché anche lo scioglimento comporta emissioni di gas serra. Ancora una volta il pianeta ci sta dicendo di agire, e di farlo in fretta. Secondo i climatologi bisogna affrontare il cambiamento climatico, per questo raccomandano la riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale. Fermare l’aumento della temperatura mondiale attraverso opportune scelte, politiche ma anche individuali, è l’unico modo per fermare anche tutti i rischi che ne derivano.