Il primo lancio del pallone stratosferico dell’esperimento di geoingegneria solare SCoPEx, commissionato alla Swedish Space Corporation (SSC), previsto per l’estate 2021 è stato annullato. A far propendere per tale soluzione il comitato consultivo del progetto è stata la decisa opposizione da parte di studiosi climatologi e gruppi ambientalisti.
Stratospheric Controlled Perturbation Experiment, questo il nome che si nasconde dietro l’acronimo SCoPEx. Si tratta di un esperimento di geoingegneria solare nato tra le pareti in mattoncini bruni della meravigliosa università di Harvard, nel Massachussets. Un team di scienziati e ricercatori, guidato da Frank Keutsch, dopo anni di ricerca e complesse simulazioni ha messo a punto un sistema potenzialmente in grado di ridurre la quota parte di radiazione solare penetrante nella troposfera, il livello atmosferico maggiormente interessato dall’effetto serra. Tutto si riduce a un pallone stratosferico connesso a una gondola. Questa accoglie tutti i vari sistemi di pilotaggio, monitoraggio, trasmissione dati… e dispersione.
Proprio in questo ultimo sistema risiede poi il concetto perno della ricerca. Immettere nella stratosfera delle sostanze chimiche, quasi esclusivamente particelle di carbonato di calcio. In questo modo si riesce a riflettere parte della radiazione solare incidente. Vari sensori installati nella gondola poi permettono di raccogliere un gran numero di dati per l’implementazione dei modelli.
Il primo lancio ha l’obiettivo di valutare l’effettivo funzionamento di tutte le componenti dei vari sistemi, immergendo il pallone stratosferico nelle condizioni reali di esercizio. L’unica eccezione riguarda proprio il sistema di rilascio del carbonato di calcio. Come reso noto sul sito del team di sviluppo, keutschgroup.com, il lancio non prevede alcuna immissione di sostanze chimiche in atmosfera. D’altra parte, nelle future missioni se ne prevede il rilascio all’interno di un volume controllato di aria perturbata delle dimensioni di circa 1km di lunghezza e 100m di diametro. In questo volume, formato dalle ventole di movimentazione della gondola stessa, avverrebbe il rilascio di un quantitativo non superiore a 2kg di carbonato di calcio.
Lo scopo di più ampio respiro dello SCoPEx è quello di dare un contributo significativo alla ricerca scientifica. Arrivare a una più profonda comprensione delle dinamiche e dei meccanismi di interazione tra le diverse specie chimiche che interessano il livello stratosferico. In questo modo si facilita lo sviluppo di strategie utili a ridurre l’effetto serra: SRM (Solar Radiation Management).
Il carbonato di calcio è un minerale non tossico presente naturalmente nelle rocce carbonatiche ed utilizzato trasversalmente in innumerevoli applicazioni e processi industriali e non solo. Dati i suoi vastissimi campi di applicazione è anche uno dei materiali più conosciuti e studiati a livello mondiale. Ciò ha permesso al team lo sviluppo di modelli incoraggianti, ma non completi, riguardo le interazioni cui andrebbe incontro una volta rilasciato a 20km di altitudine.
Comunemente nelle applicazioni di geoingegneria solare viene utilizzato un aerosol di solfato. Questo è naturalmente presente nella stratosfera a seguito di eruzioni vulcaniche ma anche per le emissioni inquinanti antropiche. A dispetto dell’aerosol di solfato, il carbonato di calcio permette una più efficace riflessione dei raggi solari senza che si abbia un accumulo di calore nella stratosfera. Oltretutto riduce l’attivazione delle specie alogene responsabili del deterioramento dello strato di ozono, fattore chiave al centro di ogni progetto di salvaguardia dell’ambiente.
Programmato per giugno 2021 presso il centro spaziale di Esrange, circa 40km a est dalla città svedese di Kiruna, il volo di collaudo è stato definitivamente cancellato nel mese di marzo. Per tale missione la Swedish Space Corporation resterà a braccia conserte fin quando il comitato consultivo del progetto autorizzerà l’università di Harvard a dar quota al pallone. Ai fini dell’esperimento la regione del Norrbotten, ospitante l Kiruna appunto, sarebbe il sito ideale per un “launch with land on land”.
Questa tipologia di lancio prevede il recupero a terra dell’attrezzatura, in modo da essere implementata e riutilizzata nelle missioni future. Né il know-how acquisito dal centro spaziale di Esrange nel lancio di palloni scientifici sin dal 1974 né la promessa di non rilasciare alcuna sostanza in aria sono bastate a rassicurare i gruppi ambientalisti. Proteste corroborate dallo scetticismo di molti studiosi climatologi per soluzioni di questo tipo, definite di serie B. Inevitabile dunque l’annullamento dei preparativi del lancio.
Non bisogna dimenticare il polverone di polemiche e diffidenza che si alza ogni volta che si parla di esperimenti di questo tipo. Sì, perché in fin dei conti le applicazioni di geoingegneria solare prevedono l’utilizzo di polveri, gas e aerosol, con l’obiettivo di produrre un effetto benefico per l’ambiente. Per contro questa branca dell’ingegneria è relativamente giovane e i potenziali effetti avversi dovuti al rilascio di specifiche sostanze chimiche nell’atmosfera non sono del tutto noti. Il progresso nel campo dell’ingegneria climatica non può prescindere da esperimenti come lo SCoPEx. Forse grande impegno da parte di scienziati ed ingegneri del settore dovrà essere speso nel confronto sul piano etico ed ideologico con i gruppi attivisti e ambientalisti.
Articolo a cura di Marco FILABOZZI
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