COVID-19 e produzione energetica nel 2020: flessione?
Durante il trimestre Marzo-Maggio 2020 l’inquinamento termico e chimico generato per mezzo della mobilità veicolare si è notevolmente ridimensionato a causa della pandemia di COVID-19. Il sorprendente crollo del prezzo del petrolio sotto gli zero dollari al barile di Aprile testimonia l’abbandono temporaneo dei mezzi di trasporto. Si può dire lo stesso circa la richiesta e conseguente produzione di energia elettrica? Facciamo il punto attraverso i dati disponibili su TERNA.
Il legame tra COVID-19 e produzione energetica
La pandemia di COVID-19 attualmente in corso sta mettendo in ginocchio interi settori commerciali ed industriali. Anche il settore energetico ne ha risentito toccando per la prima volta da anni minimi di produzione e richiesta energetica. Analizziamo il quadriennio 2017-2020. Notiamo subito che la domanda dello scorso anno è stata la più bassa dell’intero periodo: 273.108 GWh di produzione e 302.751 GWh di richiesta contro le medie rispettivamente di 283.150 e 320.693 pesate sul triennio precedente. La produzione di energia nelle centrali termoelettriche rimane la soluzione principale. Tuttavia, si registra un calo rispetto all’anno precedente (-6,4%) con un utilizzo delle biomasse leggermente in crescita (+0,3%). L’impiego di questo tipo di combustibile biologico è altamente vantaggioso, infatti la scelta di tale fonte di alimentazione per le centrali riduce notevolmente l’emissione di sostanze inquinanti nell’ambiente. Inoltre, nel 2020 si è abbattuto per la prima volta il muro del 40% via fonte rinnovabile.
Il trimestre di lockdown ha causato una flessione?
Se in Italia i primi due mesi del 2020 sono stati in linea con il consumo dei tre anni precedenti, lo stesso non si può dire del trimestre Marzo-Maggio, frangente di lockdown.
Le voci produzione e richiesta energetica segnano nuovamente i valori più bassi (61,3 e 66,4 TWh) contro medie pesate di 66,9 TWh (-8,4%) e 76,9 TWh (-13,7%). Interessante notare però come il rapporto produzione/richiesta del periodo considerato sia notevolmente incrementato passando da 87% a 93%. Conseguente è la diminuzione dei valori di importazione annuale. Altra nota di rilievo riguarda il dato export 2020, mai così alto nell’arco di un intero anno (7.587 GWh). Questo dato è quasi equivalente alla somma dei dati rilevati nel 2018 e 2019. Si rileva un calo di richiesta a luglio, mese più critico sotto questo profilo: per la prima volta da anni scende sotto i 30 TWh. Se invece prendiamo in considerazione i restanti mesi non si evidenziano particolari variazioni rispetto al consueto trend.
Le rinnovabili in Italia nel 2020
L’Italia ha fatto comunque progressi anche sotto il profilo dell’energia rinnovabile. La produzione totale via RES (Rebewable Energy Sources) è stata di 113.967 GWh, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente (+1.1 TWh in valore assoluto). Un altro dato positivo riguarda la costante crescita del rapporto energia rinnovabile prodotta ed energia totale prodotta passando dal 32% del 2017 al quasi il 42% del 2020. Le fonti rinnovabili non programmabili quali eolico e fotovoltaico hanno fornito una quantità di energia pressoché’ identica a quella del 2019, e maggiore rispetto al 2018 (+9,7%) e al 2017 (+6%). La fonte idrica si attesta sempre al primo posto tra le rinnovabili (48 TWh nel 2020 e +1% rispetto all’anno precedente) anche se il dato del 2018 rimane il più alto mai registrato.
I numeri testimoniano come l’effetto della pandemia di COVID-19 ha rallentato la produzione industriale ed energetica, ma non la continua evoluzione verso una conversione energetica a basso impatto ambientale necessaria per il futuro.
Articolo a cura di Enrico GALVAGNA