Poche ore dopo il giuramento da presidente degli USA, Joe Biden firma 17 ordini esecutivi. Non solo obbligo di mascherina in tutte le proprietà federali per fermare una volta per tutte la pandemia da Covid-19; ma anche Muslim Ban, OMS, stop al muro anti-migranti… La firma che più ci interessa, però, riguarda il ritorno della potenza economica americana negli Accordi di Parigi del 2015.
Era il 4 novembre del 2019, quando l’amministrazione statunitense guidata da Trump decise di dare ufficialità comunicando l’effettiva uscita dagli Accordi di Parigi firmati dal presidente Obama quattro anni prima, appunto, a Parigi. Tuttavia, per avere effetto, si sarebbe dovuto aspettare 12 mesi. Ufficialmente, dunque, gli USA sono fuori dall’ultimo, più importante accordo ambientale degli ultimi decenni, il giorno dopo le elezioni da cui proprio Trump è uscito sconfitto.
Gli accordi di Parigi sono un trattato internazionale a riguardo dei cambiamenti climatici. Durante il COP21 del 12 dicembre 2015, a Parigi, tale trattato è stato firmato da 197 paesi e organizzazioni internazionali; tuttavia è entrato ufficialmente in vigore a partire dal 4 novembre 2016. L’obiettivo dell’accordo è quello di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, mantenendo l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e proseguendo gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi Celsius. A seguito della firma, il COP21 ha invitato il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) a preparare una relazione speciale sulla limitazione dell’innalzamento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.
Da sempre gli USA sono una delle nazioni più inquinanti al mondo. Parliamo di circa 5,5 Gt di CO2 emesse ogni anno in atmosfera, il 14% delle emissioni globali. Gli Stati Uniti [dati del 2019] sono secondi soltanto alla potenza cinese che, invece, è responsabile del 25% delle emissioni globali. Al terzo posto, nel complesso, c’è l’Unione Europea con circa il 7%. Quando Trump decise di uscire dagli Accordi di Parigi, a livello formale, non hanno perso validità. Tuttavia, senza gli USA, gli impegni presi a livello globale hanno avuto fino ad oggi un impatto minore.
Ricordiamo che sotto la presidenza Obama, Washington si era impegnata a ridurre le emissioni del 26-28% entro il 2025 dai livelli del 2005. Ora l’amministrazione Biden-Harris ha in mano non solo un paese in piena crisi sanitaria ed economica, ma ha anche la responsabilità a livello globale di essere da esempio dal punto di vista ambientale. Il nuovo presidente ha promesso circa 400 miliardi di dollari in 10 anni di investimenti in tecnologie a fonte rinnovabile ed innovazioni che portino ad una maggiore efficienza, nonché un minore impatto ambientale. Come andrà a finire? Lo seguiremo passo passo, vi faremo sapere.
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