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Tesla, non solo automobili: tra pannelli solari e Powerwall

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La costante ricerca di soluzioni all’avanguardia ha portato Tesla ad evolversi nel tempo. Alla produzione di veicoli si è aggiunta la fabbricazione di pannelli solari e di sistemi per lo stoccaggio dell’energia. Il tutto è perfettamente integrato in modo da rendere disponibile nell’immediato l’energia richiesta sia per la ricarica delle automobili sia per le varie utenze della propria abitazione.

Un sistema integrato a partire dai pannelli solari

La filosofia che sta alla base dei progetti Tesla riguarda la sostenibilità energetica. I progettisti sono ben consapevoli di come l’utilizzo da parte dei cittadini di automobili elettriche non sia sufficiente a salvaguardare l’ambiente. Infatti, se la fonte energetica per la produzione di elettricità fosse inquinante, il problema non sarebbe assolutamente risolto. Il concetto espresso viene messo in pratica dall’azienda a partire dalla vendita di particolari pannelli solari, come già illustrato in un nostro precedente articolo, da integrare con una o più Powerwall.

Quest’ultimi sono accumulatori agli ioni di litio che permettono all’impianto fotovoltaico di accumulare l’energia elettrica e di utilizzarla quando necessario.

Lo spirito di autonomia energetica si manifesta soprattutto in casi di blackout. Attraverso dispositivi come il Tesla Gateway Backup, si può regolare il flusso energetico all’interno della propria abitazione anche in caso di improvvise interruzioni di corrente.

Lo stoccaggio energetico attraverso la Tesla Powerwall

Qualora decidiate di adottare un impianto fotovoltaico con accumulo la scelta del tipo di batteria è fondamentale sotto i profili di qualità e di rientro economico dell’investimento. Tesla assicura una capacità energetica di 13,5 kWh per la propria Powerwall, con un’efficienza in entrata e in uscita del 90%, rappresentando uno sfruttamento piuttosto razionale dell’energia. Inoltre garantisce un valore di profondità di scarica prossimo al 100% senza intaccare sensibilmente la vita della batteria stessa. Conforme agli standard di sicurezza internazionali, l’accumulatore lavora in un ampio range di temperatura (-20°/+50°) con una potenza massima di 3,6 kW.

Il fine principale è ridurre la dipendenza dalla rete elettrica accumulando di giorno l’energia solare per utilizzarla ad esempio di notte per ricaricare la propria automobile o per alimentare gli elettrodomestici di casa. Tenuto conto che mediamente un nucleo famigliare composto da 3/4 persone consuma circa 2700 kWh all’anno, ossia circa 7 kWh giornalieri, il sistema può immagazzinare energia per quasi 48 ore senza il supporto esterno della rete.

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La tecnologia V2X all’orizzonte?

La sinergia dei vari dispositivi permette quindi un importante riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Il picco di cooperazione si otterrebbe con l’introduzione della tecnologia Vehicle to Grid, meglio conosciuta come V2G. Cosa indica precisamente questa sigla? La traduzione “dal veicolo alla rete” suggerisce come le automobili possano trasformarsi in riserve energetiche a cui attingere per stabilizzare la rete ed evitare sovraccarichi. Il sistema può essere realizzato secondo lo schema V2H (Vehicle to Home) e prevede lo scambio energetico locale con la propria abitazione.

Tuttavia la definizione più corretta è quella di Vehicle to X (V2X) che indica in generale lo scambio tra il veicolo e un altro elemento di una rete elettrica intelligente, che può essere anche un singolo elettrodomestico. La tecnologia chiave per la realizzazione di tale sistema consiste in un inverter di potenza bidirezionale in grado di prelevare energia dalla rete per caricare la batteria, oppure fornire energia alla rete prelevandola dalla batteria stessa. Tesla ha promesso la disponibilità in futuro di tale tecnologia sui propri veicoli, anche se il CEO Elon Musk al momento rallenta l’ipotesi.

Le automobili Tesla in attesa di produzione

A inizio 2020 Tesla ha tagliato per prima il traguardo di un milione di automobili elettriche vendute, prima azienda di sempre. Il primo veicolo chiamato “Roadster” ha esordito nel mercato nel 2008 ed è stato succeduto nel tempo dai cosiddetti Model S, X, 3 ed Y. Il 2021 può rappresentare un anno cruciale vista la mole di produzione che Tesla è destinata ad affrontare. Tuttavia l’azienda non è nuova ad ingenti ritardi di produzione e consegna al cliente. L’avveniristico pick-up Cybertruck presentato nel novembre 2019 difficilmente sarà a disposizione prima del prossimo autunno e verranno apportate piccole modifiche rispetto al modello già presentato.

Infatti Elon Musk ha recentemente dichiarato che il progetto della supersportiva Roadster 2.0, bolide da 400 km/h e 1000 km di autonomia non è tra le priorità dell’azienda. Motivo per cui anche se le prenotazioni sono aperte si dovrà aspettare presumibilmente il 2022 per vederla finalmente su strada. I futuri clienti possono consolarsi incominciando a mettere un po’ di energia possibilmente green da parte!

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Articolo a cura di Enrico GALVAGNA