John Bannister Goodenough ci riprova. Dopo le batterie agli ioni di litio, che gli sono valse il premio Nobel per la chimica nel 2019, Goodenough ha richiesto il brevetto per le batterie al vetro. Già nel 2017 aveva pubblicato il primo studio in cui parlava di questo nuovo tipo di accumulatore. Tutto questo, oggi, alla veneranda età di 98 anni.
Stando a quanto afferma la ricercatrice Maria Helena Braga dell’Università del Texas, questo nuovo tipo di accumulatore sembra garantire grande densità di energia e tempi di ricarica ridotti, al pari di un pieno di benzina. A voler fornire dei numeri, queste batterie sembrano promettere 1600 km di autonomia con 1 minuto di ricarica. Tutto questo è possibile grazie alla combinazione di sodio o litio al vetro, in elettrodi di ultima generazione. Queste batterie, inoltre, non sono infiammabili e non perdono la loro capacità nel tempo (capacity fade).
Sembrano, dal punto di vista teorico, garantire migliaia di cicli di carica e scarica a differenze delle batterie agli ioni di litio che non superano i 1000/2000 cicli nelle migliori delle ipotesi. Anche rispetto alle condizioni ambientali dimostrano particolare flessibilità, mantenendo performance inalterate tra i -20°C e 60°C. La batteria al vetro, inoltre, potrebbe finalmente abbattere la barriera del prezzo.
Ad oggi, infatti, le auto elettriche costano 10000/20000€ in più delle controparti termiche, a parità di segmento, e questo principalmente a causa delle batterie montate nei pianali delle vetture.
Diversi esperti mettono in dubbio le capacità di questa batteria. Ad una prima occhiata, infatti, questo accumulatore sembra comportarsi come un supercondensatore (o anche supercapacitore), che può caricarsi e scaricarsi molto velocemente. I supercondensatori, però, non sono noti per avere elevate capacità di immagazzinamento di energia. Un ulteriore problema è la mancanza del catodo. Elettrolita e anodo sono presenti, ma l’elettrodo positivo (catodo) è un problema ancora da risolvere.
“L’OBIETTIVO È CREARE BATTERIE DI VETRO IN GRADO DI CONSERVARE UNA GRANDE QUANTITÀ DI ENERGIA. QUANDO I PROBLEMI AI CATODI SARANNO RISOLTI, SAREMO PRONTI PER PRODURRE CELLE SU LARGA SCALA, SONO CERTO CHE CI RIUSCIREMO. POI LA PALLA PASSERÀ AI PRODUTTORI MA È SOLO QUESTIONE DI TEMPO. NON HO INTERESSE A FARE SVILUPPO, NON VOGLIO FARE AFFARI, A 98 ANNI I SOLDI SONO L’ULTIMA COSA CHE MI SERVONO“
John B. Goodenough
Le parole di Goodenough lasciano intendere come non sia interessato all’industrializzazione e all’utilizzo di massa delle batterie. Sarà infatti compito delle società produttrici di automobili ottimizzare le batterie e i processi produttivi per produzioni di massa.
Penso che abbiamo la possibilità di fare quello che abbiamo cercato di fare negli ultimi 20 anni. Ottenere un’auto elettrica che sarà competitiva in termini di costi e convenienza con il motore a combustione interna
John Goodenough
Le parole di Goodenough sembrano quanto di più pertinente, visto il momento storico.
L’arrivo dei veicoli elettrici, infatti, ha fornito grande impulso ai maggiori produttori d’auto nel settore del R&D verso batterie sempre più capienti e/o processi produttivi più ottimizzati. Tesla, ad esempio, nell’ultimo Battery Day ha presentato la propria nuova versione delle batterie al litio, chiamate 4680 ma è noto che nei laboratori di Palo Alto si lavora ad una nuova batteria dall’autonomia sorprendente.
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