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Danimarca: stop alla produzione di petrolio e gas

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Una passo storico quello della Danimarca, che ha deciso di porre fine all’estrazione di petrolio e gas. La decisione del parlamento danese sarà operativa entro il 2050.

Il petrolio in Danimarca

La Danimarca è il principale produttore di idrocarburi dell’Unione Europea. Con 109769 Terajoule di petrolio prodotto nel solo primo trimestre del 2012, la produzione petrolifera danese rappresenta attualmente circa lo 0,5% di quella mondiale. Il paese è, infatti, un esportatore netto di idrocarburi. Lo sfruttamento delle risorse fossili in Danimarca cominciò nel 1972: gli idrocarburi si estraggono in vari giacimenti nel Mare del Nord e a largo delle isole Faroe. Sono presential momento 55 piattaforme estrattive e 20 giacimenti di gas naturale e petrolio.

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La svolta danese: lo stop alle estrazioni

“Stiamo mettendo fine all’era dei combustibili fossili”, è quanto dichiarato dal Ministro per il clima Dan Jorgesen. Il parlamento danese ha infatti annunciato pochi giorni fa che cancellerà tutte le future concessioni di licenze per l’esplorazione e l’estrazioni di idrocarburi. Questo passo porterà a uno stop definitivo della produzione esistente di olio e gas entro il 2050. La decisione sarà supportata da un consistente stanziamento di denaro che garantirà una giusta transizione per i lavoratori interessati. La chiusura dell’industria petrolfera, infatti, metterà a rischio 4000 posti di lavoro. La Danimarca dovrà inoltre ricompensare gli investimenti già avviati dalle compagnie petrolifere, e di cui non potranno più beneficiare.

L’aspetto economico

Jorgesen non nega l’importanza economica che il settore petrolifero ha rivestito e riveste tutt’ora in Danimarca. “I proventi del petrolio del Mare del Nord hann finanziato il nostro stato per più di quattro decenni. Non nascondiamo il fatto che questa decisione sia molto costosa, ma la nostra speranza è che gli altri ci guardino e vedano che è possibile fare qualcosa concretamente.” Il ministro ricorda inoltre che questa transizione del settore energetico aprirà nuove opportunità lavorative. Sarà ampliato, infatti, il settore dell’energia eolica, soprattutto nel campo off-shore. Inoltre, i giacimenti esistenti di petrolio e gas naturale potrebbero essere utilizzati per immagazzinare le emissioni.

I segnali del cambiamento

La produzione di idrocarburi in Danimarca era già in costante calo a partire dal 2005. Nel 2011, la produzione di petrolio ha subito un flessione del -11% rispetto all’anno precedente. Anche la produzione di gas naturale è in calo. Si registra invece un costante aumento delle sfruttamento delle energie rinnovabili. In quest’ambito, la fonte più importante è rappresentata dalle biomasse, con un forte contributo anche dell’eolico. Si intuivano già, forse, i segnali del cambiamento? Del resto, lo scorso anno la Danimarca aveva annunciato l’obiettivo di una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 al 2030.

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La decisione della Danimarca

La Danimarca vieterà la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e di gas naturale nel Mare del Nord (o almeno nella parte di sua competenza). Non saranno approvate, dunque, nuove concessioni, che consentono alle aziende di cercare e produrre idrocarburi. La decisione fa parte di un progetto più ampio, che punta a ridurre l’estrazione dei combustibili fossili entro il 2050. La Danimarca è, infatti, uno dei paesi più impegnati nella lotta al cambiamento climatico. L’obiettivo danese di neutralità climatica al 2050 sembra farsi sempre più vicino grazie a questa svolta epocale.

Il commento di Greenpeace

E’ una decisione epocale verso la necessaria fine dei carburanti fossili. Una grande vittoria del movimento ambientalista. Per il clima e per tutte le persone che hanno lottato molti anni per far sì che ciò avvenisse”. E’ il commento di Helen Hagel, di Greenpeace International, a seguito delle dichiarazioni del parlamento danese. Secondo il gruppo ambientalista, infatti, un paese come la Danimarca ha l’obbligo di porre fine alla ricerca di nuvo petrolio. Lancerà in questo modo un chiaro segnale che il mondo può (e deve) agire al fine di rispettare l’Accordo di Parigi e mitigare la crisi climatica.

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