L’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea. Il motivo? “Eccedenze sistematiche e persistenti” che hanno portato alla “violazione costante dei valori limite fissati” per le polveri sottili. Il nostro Paese non avrebbe infatti adottato misure adeguate per garantire il rispetto dei limiti europei sull’inquinamento atmosferico.
Il riferimento normativo è la direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo relativa alla qualità dell’aria ambiente. Essa definisce le soglie di valutazione superiore e inferiore per i seguenti inquinanti atmosferici:
Ciascuna zona analizzata è classificata in base alle suddette soglie. La classificazione è soggetta a riesamina ogni 5 anni, ma può essere più frequente in caso di cambiamenti significativi delle attività che influenzano la concentrazione nell’aria ambiente.
La Corte di giustizia europea, che ha il compito di garantire l’osservanza del diritto comunitario, denuncia l’Italia per violazione costante dei valori limite fissati per le polveri sottili. Tra il 2008 e i 2017, infatti, la concentrazione di PM10 in alcune città italiane è stata, in maniera sistematica, al di sopra dei limiti previsti dalla normativa. Le aree interessate non riguardano in realtà tutto il territorio nazionale, ma sono concentrate per lo più nella zona della Pianura Padana. Tuttavia, per i giudici della CGUE questo fatto è irrilevante: essi precisano che il superamento dei massimi consentiti, anche nell’ambito di una sola zona, è sufficiente per dichiarare un inadempimento della direttiva.
“La sentenza della Corte di giustizia sul superamento dei limiti di PM10 non ci coglie di sorpresa, visti gli incontrovertibili dati su cui si basa. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto. Fin dal mio insediamento, nel 2018, ho messo in campo tutti gli strumenti possibili, in accordo con le Regioni, per affrontare il tema della qualità dell’aria. Sottolineo infatti che ogni anno sono almeno 80.000 le vittime dovute a questa problematica, che investe soprattutto il Bacino Padano, ma non soltanto. Credo che questa pronuncia debba essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo.” Così il Ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ha commentato la sentenza del giudice europeo. Il tema della qualità dell’aria è stato oggetto, negli ultimi anni, di grande attenzione dea parte dell’UE, che ha contestato più volte a quasi tutti gli Stati membri il disallineamento dai parametri unionali.
Non è solo l’Italia ad essere bacchettata sulla qualità dell’aria. Anche la Francia dovrà presentarsi davanti alla Corte di giustizia europea per la stessa ragione. Secondo la Corte di giustizia europea, infatti, a Parigi i limiti di PM10 sono stati superati in maniera continuata per ben 12 anni. Nel 2018, anche la Polonia è stata condannata per il superamento delle soglie sulle polveri sottili. In passato, anche Germania, Ungheria e Romania si sono trovate ad affrontare situazioni analoghe.
Le principali cause antropogeniche (cioè legate all’attività umana) della formazione di particolato sono:
Le polveri sottili (o particolato) sono particelle solide di dimensioni inferiori ai 15 micron disseminate nell’atmosfera. Numerosi studi hanno identificato le polveri sottili come principale causa di asma e di malattie dell’apparato respiratorio. Le particelle più piccole, inoltre, riescono a penetrare fino agli alveoli polmonari, aumentando il rischio di sviluppare tumori ai polmoni. Si registrano anche effetti sulle malattie cardiache e del sistema circolatorio. Il grado di pericolosità del particolato dipende dunque da due fattori:
Inoltre, secondo il SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) potrebbe esistere una correlazione tra inquinamento atmosferico da particolato e diffusione del Covid-19.
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