La Ford conosciuta per la rivalità con la Ferrari sul circuito di Le-Mans nel 1966, ha sempre scelto di alimentare i propri motori a benzina. Questa permetteva di raggiungere una potenza massima molto elevata. Tuttavia se come carburante per la Ford si fosse introdotto una miscela di metanolo e toluene, il numero di cavalli sarebbe salito ancora e avrebbe creato un assetto imbattibile.
Il visionario Henry Ford non aveva pensato alla Ford Motor Company, come una casa automobilistica per macchine da corsa. Tantomeno il nipote Henry Ford II, presidente della Ford dal 1945 al 1979, che durante il dopoguerra condusse l’azienda a livelli di vendite spropositati nei paesi europei. Intorno agli anni 60’ si presentò un problema nel marchio Ford che registrò una diminuzione delle vendite. Una sorta di crisi dettata dal fatto che le persone non erano più entusiaste della casa automobilistica e che la compagnia stava perdendo quel pizzico di novità che l’aveva contraddistinta negli anni. Infatti gli autoveicoli civili non riscontravano più successo e fu così che, per sopperire a questa mancanza, la Ford iniziò a costruire macchine da corsa.
Dopo la 500 miglia di Indianapolis, la Ford progettò un nuovo modello per la 24h di Le-Mans: la GT 40, dotata di un motore V8, composto da otto cilindri disposti a V con teste bialbero e quattro valvole per cilindro per un totale di 32, insomma una potenza che in quell’epoca solo in pochi erano riusciti a raggiungere e soprattutto a gestire. Il regolamento delle gare endurance permetteva di alimentare il motore con diversi tipi di carburante, anche diversi dalla benzina. Sfortunatamente la Ford scelse di utilizzare sempre benzina, per sottolineare il legame tra il motore da corsa e quelli di serie. Di sicuro la chiusura mentale del proprietario della casa automobilistica americana non giovò alla potenza e ai cavalli della GT 40 e delle macchine da corsa progettate in seguito.
Nel caso della Lotus-Ford di Jim Clark per esempio, si era raggiunta una potenza massima di 440 CV a 8400 giri/min, con alimentazione a benzina, ma tale valore saliva addirittura a 484 CV utilizzando come carburante una miscela di metanolo e toluene. Ora la domanda sorge spontanea. Perché gli alcoli aumentano così tanto le prestazioni rispetto a una benzina?
Gli alcoli come il metanolo e l’etanolo sono una famiglia di composti chimici che contiene ossigeno al loro interno, diversamente dalla benzina che, essendo formata solo da idrocarburi, è composta da idrogeno e carbonio. Il rapporto stechiometrico di miscele di aria e combustibile alimentate ad etanolo è di 9 mentre per il metanolo diventa addirittura 6.4. Considerato che per una benzina ci si aggira intorno ai 14.6 questo dato cambia decisamente le carte in tavola. Infatti, per il medesimo volume di miscela stechiometrica, la quantità di carburante è maggiore se si impiega etanolo o ancora meglio metanolo.
Un’altra caratteristica dei combustibili che influenza le prestazioni di un motore è certamente il potere calorifico. Il processo di combustione è una reazione esotermica che quindi sprigiona energia. Ogni combustibile può rilasciare più o meno energia a seconda del potere calorifico maggiore o minore. Per dare una definizione di questa grandezza, essa indica la quantità di energia prodotta dalla combustione di un’unità di combustibile.
Nelle benzine commerciali il potere calorifico è di 41MJ/kg, per l’etanolo è pari a 26,8 MJ/kg e per il metanolo è di 19,7 MJ/kg. Quindi sembrerebbe che la benzina sia di gran lunga più potente degli altri due carburanti, invece grazie all’ossigeno presente nella molecola degli alcoli, l’ossidazione del combustibile è ancora più favorita. Infatti anche se il potere calorifico è più basso, il rapporto stechiometrico cambia e da la possibilità di bruciare più combustibile e sprigionare più energia aumentando di conseguenza la potenza e i cavalli a disposizione.
L’ostacolo più grande che separava la Ford dalla vittoria nelle gare automobilistiche era un concorrente: la Ferrari. Considerato il tempo e la forza lavoro richiesta per raggiungere lo stato dell’arte della piccola casa italiana, Henry Ford II decise di comprarla. Inizialmente vide nella Ferrari un’opportunità ghiottissima. In quegli anni la Ferrari costruiva macchine prevalentemente per il reparto corse. Di seguito all’abolizione delle corse su strada, la clientela della casa automobilistica italiana si era ridotta a facoltosi gentleman driver, che si contendevano la produzione rimasta. In sostanza la Ferrari era a corto di capitale e la Ford fece un’offerta molto generosa di circa 10 milioni di dollari. L’offerta venne rifiutata per colpa di una clausola nel contratto che negava al Team della Ferrari la totale libertà nella gestione dell’attività sportiva.
Questa fu la scintilla che scatenò l’accesa rivalità tra le due case automobilistiche nelle gare endurance, tutte e due protagoniste di grandi successi.
Da sempre i carburanti da gara sono stati oggetto di discussione e il regolamento è stato cambiata più volte nel corso degli anni. Come tutti sappiamo, la qualità di un combustibile si misura tramite il numero di ottano. Attualmente il regolamento di Formula 1 prevede che il requisito minimo per gareggiare sia di un Anti-Knock Index di 87, definito come (RON+MON)/2 ovvero la media dei valori espressi secondo i metodi Research Octane Number e Motor Octane Number. I carburanti come metanolo ed etanolo sono caratterizzati da numeri di ottano molto alti circa 110, e sono utilizzati prevalentemente per scongiurare il fenomeno della detonazione e permettere quindi temperature e pressioni più alte in camera di combustione senza incorrere in un guasto del motore.
Oggi il metanolo viene utilizzato anche nella costruzione di macchine elettriche, addirittura si parla di supercar. Ad esempio la Gumper Nathalie First Edition, la prima supercar con celle di combustibile al metanolo da 545 CV e con un’autonomia da 810km.
Ad oggi l’impiego del metanolo è decisamente cambiato e nonostante ciò l’alternanza tra moderno e classico tende a non mancare soprattutto nel reparto corse.
Articolo a cura di Marco MASETTI
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